Page 8 - Toscana Medica
P. 8
8 QUALITÀ E PROFESSIONE
go, che possiede tutte le caratteristiche necessarie per essere il team leader del percorso a causa della sua conoscenza del processo nella sua interezza. L’accesso ai Servizi di Diabetologia è garantito da vie di contatto dedicate ad uso della medicina ge- nerale, dei DEA-PS, dei reparti di degenza/lungode- genza e dell’assistenza infermieristica che opera sul territorio.
La stadiazione tempestiva del paziente permette di decidere per una bassa, media o alta intensità di cura. Tale stadiazione avviene sulla base sia di criteri clinici generali che sulle condizioni locali della lesio- ne (scale di Wagner e di Texas). I tre livelli di inten- sità di cura trovano la loro collocazione nei Servizi di Diabetologia e nel Centro Unico per la Cura del Piede Diabetico, localizzato nel Presidio Ospedaliero Piero Palagi (Tabelle 1 e 2).
In caso di erogazione delle cure in un contesto ospedaliero, a seconda della complessità del pro- blema, vengono rese necessarie competenze spe- cialistiche di branche diverse come per esempio quelle ortopediche, infettivologiche, internistiche, interventistiche periferiche.
Il team è governato da chi ha in carico il proble- ma in quella specifica fase del processo (Figura 3).
Ruolo delle singole professionalità all’interno del percorso
Tutte le singole figure professionali coinvolte nel percorso svolgono la loro attività di consulenza presso il Centro Unico per la Cura del Piede Diabe- tico localizzato al Presidio Ospedaliero Piero Palagi.
Come già detto, lo specialista diabetologo ga- rantisce il controllo del percorso per ogni paziente e coordina il team multiprofessionale e multispe- cialistico. Il diabetologo gestisce anche i rapporti con i podologi e tecnici ortopedici per i presidi di supporto necessari e gestisce i pazienti che necessi-
Tabella 1 - Classificazione delle lesioni secondo Wagner
Tabella 2 - Classificazione della Texas University
tino di un supporto medico in regime di Day Service (prostanoidi, terapia antibiotica ev). Il servizio di Day Service di riferimento è quello del Presidio Ospeda- liero Piero Palagi. Inoltre, il diabetologo interagisce direttamente con la medicina del territorio coordi- nando non solo l’entrata del paziente all’interno del percorso ma anche la sua uscita. Nell’attività diabe- tologica sono coinvolti tutti e 6 i presidi dell’Azien- da Sanitaria Firenze.
Lo specialista chirurgo vascolare in collaborazio- ne con il cardiologo si occupa della rivascolarizza- zione delle arterie degli arti inferiori. Tale specialista ha anche il compito di analizzare il paziente con piede diabetico nella sua “interezza” cardiovascola- re effettuando uno screening di base. Inoltre, il chi- rurgo vascolare ha anche il compito di coordinare il flusso del paziente verso una chirurgia ortopedica ricostruttiva e demolitiva. Gli ospedali coinvolti in tale attività sono il Presidio Ospedaliero San Gio- vanni di Dio e il Presidio Ospedaliero Santa Maria Annunziata.
Lo specialista ortopedico si occupa della chirur- gia ricostruttiva e demolitiva del piede, ma anche dell’eventuale applicazione locale di medicazioni complesse in collaborazione con il personale infer- mieristico esperto in “wound care”. I presidi ospe- dalieri coinvolti in tale attività sono quelli di Santa Maria Nuova e Piero Palagi.
Lo specialista internista si occupa del ricovero in ambiente medico dei pazienti afferenti al percorso sia per ciò che concerne la degenza necessaria per eventuali interventi (rivascolarizzazione, ricostruzio- ne/demolizione) sia per ciò che riguarda eventuali ricoveri necessari nei casi di grave instabilità clinica. Gli ospedali coinvolti in tale attività sono il Presidio Ospedaliero Santa Maria Nuova e il Presidio Ospe- daliero Santa Maria Annunziata, oltre a quello di San Giovanni di Dio, dove ha sede la U.O. di Chirur-
Grado 0
Assenza di ulcerazioni attive, eventuale edema. Deformità. Cellulite. Lesioni preulcerative
Grado 1
Ulcera superficiale
Grado 2
Ulcera profonda fino al tendine, fino alla capsula articolare, fino all’osso
Grado 3
Ulcera profonda con ascesso. Osteomielite. Artrite settica
Grado 4
Gangrena localizzata all’avanpiede. Gangrena localizzata al tallone
Grado 5
Gangrena di tutto il piede
GRADI
0
I
II
III
A
Lesione pre- o post-ulcera- tiva
Ferita superficiale, che non coinvolge il tendine, la cap- sula o l’osso
Ferita penetrante il tendine o la capsula
Ferita penetrante l’osso o l’articolazione
B
Lesione pre- o post-ulcerati- va, completamente epiteliz- zata con infezione
Ferita superficiale, che non coinvolge tendine, capsula o l’osso con ischemia
Ferita penetrante il tendine o la capsula con ischemia
Ferita penetrante l’osso o l’articolazione con infezione
C
Lesione pre- o post-ulcerati- va, completamente epiteliz- zata con ischemia
Ferita superficiale, che non coinvolge tendine, capsula o l’osso con ischemia
Ferita penetrante il tendine o capsula con ischemia
Ferita che penetra l’osso o l’articolazione con ischemia
D
Lesione pre- o post-ulcera- tiva, completamente epi- telizzata con infezione ed ischemia
Ferita superficiale, che non coinvolge tendine, capsula o le ossa con infezione ed ischemia
Ferita che penetra al tendine o capsula con infezione ed ischemia
Ferita che penetra l’osso o l’articolazione con infezione ed ischemia
Toscana Medica 1|2015

