Page 4 - Toscana Medica
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4 LE COPERTINE DI TOSCANA MEDICA
S. Lega, Ritratto di Elisa Fabbroni, 1856.
FEDERICO NAPOLI
La pittura di Silvestro Lega nell’Italia post-unitaria
http://www.centromatteucciartemoderna.it/
Autore dei più apprezzati in campo macchiaiolo, indica- tivo di un rinnovamento del linguaggio pittorico dagli anni sessanta dell’Ottocento, capace di interpretare la disillusio- ne della classe borghese italiana nel periodo post-unitario, Silvestro Lega trova in questi mesi estivi un’ulteriore consa- crazione artistica nella mostra allestita presso la Fondazione Centro Matteucci per l’Arte Moderna di Viareggio.
Il titolo della mostra è “Silvestro Lega. Storia di un’ani- ma. Scoperte e rivelazioni”: infatti, il curatore Giuliano Mat- teucci, coadiuvato in catalogo da Silvio Balloni, dopo anni di studi, ricerche e documentazioni è riuscito a riunire non solo alcuni ritratti riferiti alla famiglia Fabbroni, per altro già presentati nel 1927 in occasione della mostra a Modigliana, ma anche altre opere inquadrabili in un lungo arco di anni, da quelli realizzati nel 1856 (Lega era nato nel 1826) fino al paesaggio del Gabbro del 1890 (cinque anni dopo soprag- giunge la morte).
I ritratti della famiglia del medico Giuseppe Fabbroni che ospita nel 1856 il pittore nella suo palazzo di Tredozio
(in Romagna) sono tra le prime opere realiste di Lega, non ancora frequentatore dell’ambiente macchiaiolo, ma già mostrano la scelta contrastata dei colori e la sensibilità nel ritratto, oltre che la predilezione per un preciso genere ac- cademico (“Elisa Fabbroni”). Successivamente le suggestioni dei cambiamenti anche per i soggetti si rivelano nell’opera “L’elemosina” (1864) ove l’attenzione impaginativa deriva dalle lezioni di Mussini, Ciseri e Bezzuoli (autori in mostra): il muretto che chiude l’orizzonte serve da collegamento fra il povero sulla destra e le tre signorine sulla sinistra ed è l’e- lemento di congiunzione in quella che appare già come una narrazione. E narrative sono anche le opere successive espo- ste nella mostra di Viareggio sempre realizzate con grande attenzione alla composizione, una predilezione per il dise- gno, una volontà narrativa di persone e di affetti. “Una vi- sita” (1868) ripropone quattrocentocinquant’anni dopo la prospettiva masaccesca; “Visita alla balia” (1870) è frutto di un delicato scambio di sensazioni fra le figure e l’ambiente attorno; “La lettura” (1871) vive della scenografica posizio- ne delle due donne ai lati della centrale finestra, composi- zione aperta come il libro che sta leggendo a sinistra del dipinto Maria Virginia Fabbroni. Infatti, un anno prima Lega è tornato presso la famiglia che già l’aveva ospitato, per un necessario aiuto dopo la morte dell’amata Virginia Batelli ed un precario stato di salute personale. Ma fra le opere, presenti nella mostra viareggina, maggiormente significati- ve di una pittura con radici toscane assurta a livello nazio- nale – aiutando in tal senso anche il raffronto con lo studio preparatorio – è “La lezione” (1871-72): il quadro è costrui- to sugli affetti familiari, entro certa misura anonimo nelle figure, con il sapore del “colto al volo” quindi di istantanea (uno spunto dall’arte fotografica). È pervaso di quotidianità, di misura e modestia, di semplicità e melanconia, è frutto di un’attenta riflessione e di animo sensibile; il sapore privato del soggetto rende l’opera significativa per l’arte italiana del secondo Ottocento.
Dunque, questa mostra presso il Centro Matteucci di Viareggio è costruita con estrema attenzione e precisi equi- libri, per un gruppo di opere riscoperte ed altre da aggiun- gere a pieno titolo al fondamentale catalogo su Silvestro Lega già editato nel 1987. TM
Silvestro Lega. Storia di un’anima. Scoperte e rivelazioni
Fondazione Centro Matteucci per l’Arte Contemporanea Viareggio, via Gabriele D’Annunzio 28
Fino al 1 novembre 2015
or: mar/ven 17,00-23,00;
sab/dom 10,00-13,00/17,00-23,00
Toscana Medica 7|2015


































































































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