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SANITÀ NEL MONDO 57
bile del settore ricerca e sviluppo dell’OMS, – a nome del Direttore Generale H. Mahler – pre- sentato nel 1986 al congresso del Wonca (l’or- ganizzazione mondiale dei medici di famiglia)5. “È diventato dolorosamente chiaro, particolar- mente nei paesi in via di sviluppo, che è impos- sibile garantire il diritto alla salute a ogni cittadi- no - un principio affermato nella costituzione di molti paesi di nuova indipendenza – attraverso una medicina altamente tecnologica. Anche i paesi industrializzati si trovano di fronte a un impasse. Nessun paese è ricco abbastanza per erogare a tutti i cittadini ogni cosa che la medi- cina moderna può offrire. E’ necessario trovare alternative che siano socialmente accettabili, costo-efficaci ed economicamente sostenibili. La soluzione a portata di mano è la PHC. Questa e l’unica strada per realizzare la giustizia sociale nei confronti delle malattie”.
H. Vuori, sostenendo che la PHC doveva es- sere considerata una strategia per organizzare l’assistenza sanitaria ed insieme la filosofia che avrebbe dovuto permearla, sottolineò l’impor- tanza di un cambio di paradigma: il passaggio dalla Primary medical care alla Primary health care (Tabella 1).
3. Patient-centered primary care
Morrison e Smith, in un editoriale del British Medical Journal del 2000, definirono la difficile
Tabella 1 - Dalla Primary medical care alla Primary health care
situazione della medicina di famiglia: “hamster health care”, l’assistenza sanitaria del criceto. “In tutto il mondo i medici sono infelici perché si sentono come criceti all’interno di una ruota. Devono correre sempre più veloci per rimane- re fermi. Ma sistemi che dipendono da perso- ne che devono correre sempre più velocemente non sono sostenibili. La risposta è che questi si- stemi devono essere ridisegnati perché il risulta- to di una ruota che gira sempre più veloce non è solo la perdita della qualità delle cure, ma anche la riduzione della soddisfazione professionale e un aumento del burnout tra i medici”6.
Nel novembre 2008, la rivista The New En- gland Journal of Medicine, pubblicò una serie di articoli sulle prospettive delle cure primarie7. Lo spunto: la crisi delle cure primarie negli USA, le difficoltà di risposta ad un numero crescente di pazienti cronici, in tempi sempre più stretti, e con compensi inferiori agli specialisti. Al ca- pezzale delle cure primarie i principali analisti americani dei sistemi sanitari, da Barbara Star- field della Johns Hopkins University di Baltimora a Thomas Bodenheimer della University of Ca- lifornia, San Francisco, che lanciarono questo preciso messaggio: bisogna avere il coraggio di reinventare le cure primarie. “Nuove” cure primarie connotate da due principali caratteri- stiche: essere centrate sui pazienti e basate su
Adapted from Vuori (1985)25
4 Ad Hoc Committee on Education for Family Practice. Meeting the Challenge of Family Practice. Chicago. American Medical Association; 1966.
5 H. Vuori, Health for All, Primary Health Care and General Practitioners, Journal of the Royal College of General Practitioner, 1986, 36, 398-402.
6 I. Morrison, R. Smith, Hamster health care: time to stop running faster and redesign health care, BMJ 2000; 321: 1541-42.
7 TH. Lee et al, Redesigning Primary Care, NEJM 2008, 359:e29.
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