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RICERCA E CLINICA 39
Figura 6 - Il sistema esoscheletrico NEUROEXOS (Foto: © Mas- simo Brega, The Lighthouse)
menti necessari per lavare dei piatti.
I primi studi di confronto con i sistemi “ma- de in USA” sono del tutto incoraggianti ma, soprattutto grazie alle dimensioni contenute che ne facilitano la trasportabilità, il sistema potrebbe essere utilizzato a domicilio e gestito
in tele-riabilitazione.
Inoltre è in fase avanzata di sperimenta-
zione il dispositivo denominato NEUROEXOS (Figura 6) che rappresenta la componente del gomito di un sistema esoscheletrico per l’in- tero arto superiore attualmente in via di svi- luppo.
Il dispositivo viene utilizzato per la mobiliz- zazione attiva e passiva del paziente e può es- sere utilizzato fin dalle fasi più precoci di ma- lattia in quanto adoperabile sia se il paziente è
in carrozzina sia se è ancora allettato. La solu- zione tecnologia innovativa consiste nel fatto che il sistema è equipaggiato con sensori che consentono di riconoscere la resistenza che il paziente, a causa della spasticità, esercita e, se viene superata una certa soglia, inverte au- tomaticamente il movimento per poi ripartire quando la resistenza è scomparsa. In pratica, se durante l’estensione di un’articolazione con spasticità in flessione viene superata una cer- ta soglia di resistenza, il sistema interrompe l’estensione ed attiva una nuova flessione (si comporta cioè come un fisioterapista che pra- tica mobilizzazione passiva).
Naturalmente se il paziente è in grado di compiere movimenti attivi, il sistema è dotato del meccanismo di assistenza al bisogno che consente funzioni motorie attive.
Neuroexos è stato utilizzato in uno studio pilota, si è dimostrato sicuro ed in grado non solo di erogare trattamento riabilitativo ma, proprio grazie ai sensori di resistenza, di misu- rare quantitativamente l’effetto del trattamen- to e di altre procedure come l’inoculazione di tossina botulinica.
Conclusioni
In conclusione l’utilizzazione di sistemi ro- botici per la riabilitazione è un argomento di grande interesse per il futuro anche se alcuni aspetti, in particolare il rapporto costo/benefi- cio, restano ancora da chiarire. A questo pro- posito i nostri sforzi si stanno dirigendo verso lo sviluppo di dispositivi più economici e stiamo addirittura raccogliendo alcuni dati interessanti relativi all’utilizzazione della comuni piattafor- me per i videogiochi nel trattamento riabilitati- vo dei disturbi motori. L’orientamento futuro è quello di poter disporre di dispositivi con carat- teristiche diverse che possano essere personaliz- zati sulla base della gravità del paziente.
Ci preme infine sottolineare che questi si- stemi non hanno come obiettivo quello di so- stituirsi ai fisioterapisti, ma sono solo strumen- ti che il personale tecnico della riabilitazione può inserire nei progetti e nei programmi di trattamento che, seppure erogato con il sup- porto dei robot resta individualizzato, ed uti- lizzarli magari per essere sollevati da compiti gravosi e poco stimolanti. Inoltre è del tutto degno di nota la possibilità di utilizzare questi dispositivi sia nelle attività di ricerca per meglio comprendere i meccanismi neurofisiopatologi- ci alla base del disturbo motorio ed intervenire su questi, sia come strumenti di valutazione e monitoraggio dell’efficacia del trattamento stesso.
TM
Info: f.posteraro@uslnordovest.toscana.it
Toscana Medica 2|2016


































































































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