Page 4 - Toscana Medica
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4 LE COPERTINE DI TOSCANA MEDICA
FEDERICO NAPOLI
Forme d’espressione
L’infanzia curiosa, i bambini che sorridono al futuro, il mondo avvertito come spazio vitale di conoscenza: sono alcuni dei temi suggeriti dall’esposizione d’arte che è stata ospitata lo scorso mese di dicembre presso le sale della sede dell’Ordine dei Medici a Firenze e nel- la quale sono state presentate opere - tutte di medici artisti e tutte collegabili come in un dialogo fra loro - realizzate in pittura, scultura e fotografia, quest’ultima sezione particolarmente corposa.
Punto di partenza della mostra è stato il quadro “L’osservatore” di Giordana Coronella, dove campeg- gia la figura di un bambino visto di spalle con il naso all’insù, che dà il senso immediato della curiosità infan- tile. È lo stesso stupore che compare nelle foto di Anto- nio Porcelli, dove ancora sono protagonisti i bambini, ora vestiti a festa ora colti negli interni di case, sempre attenti e severi osservatori del mondo. L’immediatez- za dello scatto compare anche nelle foto di Giuseppe Camagni, immagini di un ideale reportage in Cina se- guendo l’istinto e la causalità, oppure maggiormente selezionato nella sua tipicità e valenza grafica in Sri Lanka.
Diversamente Vannuccio Vannucci, con luci voluta- mente accentuate, dà un taglio sociale alle immagini fotografiche carpite in India, scegliendo un mercato o una baraccopoli, oppure un pellegrinaggio di massa; anche Daria Orlandini evidenzia questo interesse per il mondo circostante, dando alle proprie immagini foto- grafiche un taglio dinamico, con accentuati contrasti nelle luci e ritraendo luoghi d’abbandono e solitudine.
Questo ampio sguardo fatto di scatti che vogliono fissare un’emozione o un pensiero di fronte alle realtà diverse del mondo, ha trovato un contrappunto nelle opere di pittura esposte che, fatto salvo alcuni casi, so- no sembrate prediligere invece la dimensione più priva- ta, o rivelare un interesse per la figura umana. È il caso di Filippo Cianfanelli che nel suo piccolo quadro rende la piazza di Santo Spirito in un’atmosfera ovattata sot- to la neve, pacata e silenziosa, lontana dai soliti cla- mori, dal vago sapore ”parigino”. E all’inverno - quasi a ricordare il periodo in cui la mostra stessa si è svolta - fa riferimento anche l’altrettanto piccolo paesaggio innevato dipinto da Carla Arfaioli, dagli accentuati cro- matismi luminosi.
Affonda egualmente nel nostro passato, rivitaliz- zato, il paesaggio di Anna Maria Gatta, rapidamente dipinto, nella suggestione tardo macchiaiola per la ste- sura del colore e nella scelta del tema naturale prescel- to. Altrettanto legata alla tradizione è la composizione
pittorica di Marcello Manzoli, che ritrae una ragazza a mezzobusto, delicata nel soggetto e contrastata sullo sfondo nero, studiata nella sua posa di modella. Da qui, è stato quasi inevitabile ritornare al mondo foto- grafico di Giorgio Spagnolo, con il ricordo del muro di Berlino, visto attraverso minimali ma intensi fram- menti di memoria divenuti incancellabili testimonianze. Un viaggio personale è quello compiuto con le foto da Giovanni Donato, che in una luce diffusa ha voluto proporre treni a vapore come universale mezzo di spo- stamento fra America, Repubblica Ceca e Zimbabwe. Possibile frutto di un viaggio compiuto e assaporato è anche il quadro di Andrea Betti, che ritrae con spunto metafisico un’ideale e suggestivo ritorno al passato, nel cuore della classicità mediterranea.
Nella mostra alcune opere hanno ritratto volti: uno modellato con intenzione ritrattistica dall’unica scultri- ce presente nei locali espositivi, Antonietta Moschi, at- tenta alle sfumature espressive del volto e pertanto del carattere; l’altro di Lorenzo Bonamassa è un quadro di grandi dimensioni libero da schemi, costruito tridimen- sionalmente con colori corposi e i tubetti vuoti, nonché la stessa tavolozza a creare un irridente volto sbeffeg- giante. Inevitabile in questa esposizione vedere affron- tarsi fra loro personalità creative diverse: è il caso del piccolo olio di Livio Carini, un soggetto marino rapido nella stesura e sicuro nella composizione, accompagna- ta quest’ultima da una accentuata prospettiva ricca di ariosa solarità.
Solo due le opere astratte, ambedue in pittura: l’una di Marcello Paoli, con le scansioni di forme anche mate- riche che si intersecano, fra loro accostate per costruire nuovi volumi materiali e definire un rinnovato spazio di vita e d’azione. L’altro, un quadro dipinto da Adriano Danti, un’opera informale, cromatica, rapida e anche emotiva, scandita dal ritmo delle pennellate e specifica- tamente dedicata alla musica e a John Lennon.
Qui potremmo aggiungere la dinamica tecnica mista di Roberto Della Lena, una composizione concettuale nel caratteristico stile dell’autore, con scritte geometrie e figure, fra modernismo e sete di conoscenza. Hanno concluso questo viaggio artistico le foto di Vittorio De Leonardis, purtroppo scomparso poche settimane prima dell’apertura della mostra: composte in studio con la modella o rielaborate in una fase successiva, sono scatti che rivelano le possibilità creative legate alla necessità di comunicare, propria dell’essere umano, a testimonianza della sensibilità artistica e umana dell’autore.
TM
Toscana Medica 1|2016


































































































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