Page 17 - Toscana Medica
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QUALITÀ E PROFESSIONE 17
Giancarlo Berni, coordinatore del settore Emergenza-urgenza, Consiglio Sanitario Regionale della Toscana.
G. BERNI, A. PANTI1, L. TONELLI2
“Gli errori dei medici li copre la terra”: falso!
250.000 decessi all’anno per errore medico
Dimentichiamo il vecchio adagio. Come gli errori dei ricchi, anche quelli dei medici sono co- perti dal denaro! E questa è la ragione per cui se ne parla tanto. I giornali ne danno notizia con grande enfasi spalleggiati dalla stampa medica, in questo caso il BMJ, in cui recentemente sono apparsi dati assai gravi. Non osiamo contraddire anche perché si ha l’impressione che le cifre, per quanto più dedotte che puntualmente rilevate, siano vicine al vero. Però qualche perplessità ci resta e vogliamo esternarla.
Intanto manca il denominatore. In Toscana negli ultimi dieci anni gli errori di lato sono stati circa due ogni anno; uno ogni 156.000 interventi chirurgici. I dati del BMJ sono riferiti a tutti gli er- rori su pazienti ricoverati; quanti sono negli USA ogni anno? E qual è il rapporto tra errori segnalati e richieste risarcitorie? E conosciamo i dati riferiti all’età, alle polipatologie, all’uso di più strumen- ti complessi, alle condizioni ambientali? Manca l’identikit dell’errore medico, diagnostico o tera- peutico. Conosciamo le classificazioni dei possibili “errori”, ma non come sono suddivisi i dati.
Comunque questi dati preoccupano, soprat- tutto se rapportati al nostro sistema. Il numero di italiani deceduti nel 2013 per errore medico potrebbe essere compreso fra 45.000 e 50.000, di cui 2700-3000 toscani. Inoltre si parla di “de- ceduti” per errore medico, ma gli incidenti non mortali causati dovrebbero essere molti di più. Si ha l’impressione che non ci sia una netta distin-
zione fra gli eventi in un qualsiasi anno “cam- pione”. Autori dell’articolo1 pubblicato sul BMJ sono un docente (M.A. Makary) e un ricercatore (M. Daniel) del Dipartimento di Chirurgia del- la Johns Hopkins University di Baltimora, che usa verificare preliminarmente quanto i propri docenti intendono pubblicare sotto il nome dell’Università stessa.
Per fare le loro stime gli Autori si sono avvalsi di fonti di informazione differenti: uno studio del 2004 di HealthGrades2, una compagnia privata che fornisce informazioni sui fornitori di prestazio- ni sanitarie. Nello studio si calcola che lo 0,7% di 37 milioni di ricoverati negli anni 2000-2002 è de- ceduto per eventi avversi connessi alle prestazioni mediche. Poi uno studio del 2010 del Department of Health and Human Service3 che rileva in 838 ri- coverati del 2008 l’1,4% di eventi avversi causa di decesso (su un totale di eventi avversi riguardanti il 13,5% dei ricoverati). Infine due pubblicazioni, una del New England Journal of Medicine4 che riporta- va lo 0,6% di eventi avversi letali in 2341 ricoverati negli anni 2002-2007, ed una su un fascicolo di Health Affairs del 20115 che riportava un’incidenza dell’ 1,1% in 795 ricoveri del 2004.
Ricavare dai 4 lavori una percentuale media di rischio sembra azzardato. È evidente, che ri- spetto al primo studio (37 milioni di ricoverati) gli altri tre (meno di 4000 ricoverati tutti insieme) rappresentano solo un minimo addendo di una possibile somma. Per quanto riguarda il totale dei decessi USA 2013, il dato è quello riportato
1 Presidente Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Firenze.
2 Coordinatore Commissione Emergenza Urgenza del CSR.
S O M M A R I O
ToscanaMedica5|2016

