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AMBIENTE E SALUTE 15
La presenza di fibre è funzione anche della aggressività dell’acqua condottata, intendendo per questa la alcalinità, la concentrazione di car- bonato di calcio ed il pH, fattori che condizio- nano la capacità dell’acqua di sottrarre fibre alla compattezza della conduttura in CA.
Nello studio condotto in Toscana è risultata un’alta aggressività solo in una minima parte (3%) dei campioni.
La concentrazione di carbonato di calcio nell’acqua condottata determina inoltre nel tempo la deposizione all’interno della tubatura di un film protettivo che isola di fatto il CA dal contatto con l’acqua condottata.
È evidente comunque che il progressivo de- terioramento dei materiali costituenti le condut- ture in CA, o le rotture che possono subire, non può che accentuare il fenomeno del rilascio di fibre nell’acqua condottata.
Sostanzialmente irrisolto è però ad oggi, malgrado la pluralità degli studi condotti, il pro- blema se, alle concentrazioni rilevate, l’amianto possa esplicare un’azione cancerogena sull’ap- parato digerente.
La ricerca di associazione convincente, tra incremento dei casi di neoplasie intestinali e presenza di asbesto nell’acqua potabile, non ha dato finora risposte definitive.
Riguardo alla possibile tossicità dell’amian- to assunto per via digestiva, l’Organizzazione Mondiale della Sanità - OMS non ha dirama- to alcun aggiornamento sul giudizio espresso nel 1996, aggiornato nel 2003 e nel 2011, e consultabile sul seguente link: http://www.who. int/water_sanitation_health/dwq/asbestos.pdf, le conclusioni sono le seguenti:
“Anche se l’amianto è un noto agente can- cerogeno per inalazione negli esseri umani, gli studi epidemiologici a disposizione non suppor- tano l’ipotesi che vi sia un aumento del rischio di cancro associato con l’ingestione di amianto in acqua potabile. Inoltre negli studi su animali con somministrazione di amianto nell’alimentazione, non vi sono evidenze di un’aumentata in- cidenza di tumori del tratto gastrointesti- nale. Non vi sono quindi prove convincenti che l’amianto ingerito sia pericoloso per la salute e si conclude che non vi sia alcuna necessità di stabilire Linee guida per l’amianto in acqua po- tabile.”
L’OMS, stigmatizza quindi questa mancanza di correlazione, non indicando la ricerca delle fibre di amianto tra i parametri che caratterizza- no la definizione di potabilità delle acque.
Allo stesso modo la legislazione italiana (D Lgs 31/2001) non prevede la ricerca di questo parametro per la definizione di potabilità.
Inoltre, la Direzione Ambiente e Con- nessa Prevenzione Primaria dell’ISS in data 26/05/2015, in risposta alla richiesta della Re- gione Toscana di Linee Guida in materia di tu-
bazioni interrate in CA destinate al trasporto di acqua potabile, conclude che:
“...in applicazione dei dettami dell’art. 4(2) a, del D.Lgs. 31/2001 e s.m.i...
• non esiste un valore limite su base normativa per fibre idro-disperse di amianto. L’esame della letterature e le più recenti valutazioni dell’OMS indicano infatti che non sussiste necessità di fissare un valore guida sanitario per l’amianto nelle acque destinate al consu- mo umano, stanti le attuali conoscenze...
• ...non ritiene che, allo stato, sussistano i re- quisiti di necessità per indicare un valore di parametro per l’amianto nelle acque desti- nate a consumo ai sensi dell’art. 11(1)b dello stesso decreto diverso da quello già indicato dall’EPA in 7 milioni di fibre/litro;
• ritiene opportuno precisare, sulla base delle conoscenze attuali e delle conclusioni a cui sono giunti enti internazionali di riferimento, che la situazione non deve essere percepita come un rischio incombente per la salute pubblica, né per quanto riguarda l’eventuale dose di fibre ingerita, né per la concentra- zione eventualmente trasferita dalla matrice acqua alla matrice aria;
• sottolinea, d’altra parte, l’attenzione al- la prevenzione dei rischi da esposizione ad amianto aerodisperso sia dei lavoratori che effettuano manutenzione e/o sostituzione delle tubazioni della rete idrica sia della po- polazione generale potenzialmente esposta durante i predetti lavori...
• ...si rende disponibile a supportare i siste- mi di gestione idro-potabili per un processo di valutazione di eventuali dati acquisiti nel corso di monitoraggi sul territorio nazionale, al fine di una possibile definizione di valori di riferimento utili ad evidenziare valori ano- mali su base territoriale. La stessa base dati potrebbe altresì essere condivisa a livello eu- ropeo per il medesimo obiettivo.”
Del resto la normativa sulla cessazione dell’impiego dell’amianto (L.257/92) non vie- ta l’utilizzo dei manufatti in CA al momento in opera, comprese quindi le condutture in Eternit, prescrivendone la manutenzione e la sostituzione a seconda del grado di deteriora- mento.
È evidente che la presenza di materiali in CA, specie se a contatto con acqua potabile, rappresenta un rischio potenziale di diffusione ambientale, per aerodispersione, di materiale si- curamente cancerogeno per inalazione, e che le fibre di asbesto veicolate dall’acqua si possono diffondere una volta evaporata l’acqua che le veicolano.
Quindi è necessario che le condutture in CA vengano per quanto possibile sosti-
S O M M A R I O ToscanaMedica5|2016

