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AMBIENTE E SALUTE 9
Figura 2 – Aspetti comunicativi da tenere in considerazione nell’affrontare le tematiche sanitarie ambientali
anche dai dati di letteratura scientifica disponibili. Nelle situazioni di allarme ambientale inoltre anche la percezione del rischio va considerata at- tentamente e può essere importante tanto quanto la dimostrazione dell’esistenza del rischio stesso. Particolare attenzione va posta agli aspetti psicolo- gici, a quelli di comunicazione del rischio, al ruolo dei media, e alle eventuali ricadute legali (Figura 2). In generale gli studi epidemiologici effettuati sinora hanno mostrato che gli effetti sanitari sono da ricondurre a pressioni ambientali solo parzial- mente, in larga parte sono spiegati da fenomeni di disuguaglianza sociale: nelle aree industriali ri- siede solitamente una popolazione di livello socio- economico basso, e presenta esposizioni anche ad altri fattori di rischio (quali ad esempio una maggiore esposizione a fumo ed esposizioni per motivi di lavoro) oltre ad un minore o più difficile
accesso alle prestazioni sanitarie.
In ogni caso la diffusione e l’utilizzo crescente
di strumenti tecnologici per la gestione dei dati sanitari pone la necessità di un approccio orga- nico e formalizzato anche delle problematiche sanitarie ambientali in termini epidemiologici. Non abbiamo infatti più le risorse per rincorrere i cluster (cioè le aggregazioni insolite dei casi di malattia) che via via vengono evidenziati. Occorre disporre di dati provenienti da sistemi strutturati ed omogenei di sorveglianza epidemiologica in modo da dare rapidamente risposte corrette ai sempre più numerosi allarmi spesso legati a pro- blematiche oncologiche. Il sistema di sorveglianza più accurato e completo non può che essere un registro tumori di popolazione, che in Toscana, dopo una prima sperimentazione di estensione a livello regionale svolta nel 2004, solo recentemen- te è stato operativamente avviato.
TM
Info: e.chellini@ispo.toscana.it
Sul numero di Aprile è stato pubblicato un articolo dal titolo Depressione Post Partum: il programma di prevenzio- ne attivato dai Consultori dell’Azienda USL3 Pistoia (TM 4/2016, pag. 28). Si tratta della presentazione del program- ma messo a punto dai consultori aziendali in collaborazione con le UO di Ostetricia e Ginecologia dei due presidi ospedalieri per cercare di prevenire un disturbo affettivo frequente ma ancora sottodiagnosticato e che, se non riconosciuto precoce- mente, può comportare gravi ripercussioni sia sulla salute futura della madre, che sullo sviluppo psicofisico del bambino.
La lista completa degli autori del lavoro è la seguente: Paola Delia Marini (ginecologa, responsabile UF. Consul- toriale Valdinievole), Monica Cimoroni (ginecologa, responsabile UF. Consultoriale Pistoia), Roberta Leonetti (ostetrica, ospedale Pescia), Monica Pierinelli (ostetrica Consultorio Pistoia), Maria Luisa Niccolai (dir. UO Prof. Ostetricia ASL3 Pi- stoia), Maria Alberta Capocchi (coord. Area Materno Infantile, Ospedale Pescia), Laura Galardi (psicologa, Consultorio Pistoia), Sabrina Melosi (psicologa, Consultorio Valdinievole), Catia Toci (psicologa, Consultorio Valdinievole).
S O M M A R I O ToscanaMedica5|2016

