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QUALITÀ E PROFESSIONE 15
mente imbarazzanti che mettono in pericolo la credibilità del sistema. Faremo un paio di esem- pi di pubblico dominio e che sono avvenuti fuo- ri dal nostro paese, ma ovviamente questo non significa che noi ne siamo indenni.
Il primo caso è stato portato alla nostra at- tenzione da un docente del nostro Dipartimen- to, il Prof. Claudiu Supuran che è editore capo della rivista scientifica The Journal of Enzyme Inhibition and Medicinal Chemistry. La storia è riportata per intero su Nature del 27 Novembre del 2014 (http://www.nature.com/news/publi- shing-the-peer-review-scam-1.16400). In breve Claudiu Supuran aveva cominciato a sospettare di un autore sud coreano, Hyung-In Moon, per- ché le revisioni dei suoi lavori erano arrivate in tempi brevissimi, entro 24 ore. Sappiamo bene che spesso è difficile convincere uno scienziato molto occupato a rivedere un lavoro che non sia di suo particolare interesse. Il fatto era che Hyung-In Moon, cui il giornale aveva richie- sto di indicare alcuni potenziali revisori esperti dell’argomento della sua ricerca, forniva a volte nomi di veri scienziati, a volte pseudonimi con indirizzi mail che riconducevano direttamente a lui o a qualche suo amico. In questo modo era praticamente lui stesso che valutava se i suoi la- vori erano degni di essere pubblicati e lo faceva molto rapidamente. La confessione del ricerca- tore ha portato al ritiro (retraction) di ben 28 articoli pubblicati su varie riviste di quel gruppo editoriale. Ma il caso non è isolato e negli anni passati alcuni giornali, anche di gruppi edito- riali importanti, sono stati costretti a ritirare più di 110 articoli a causa di imbrogli nel sistema di revisione.
Un altro caso ha coinvolto una tra le più im- portanti università americane, la Duke Univer- sity, per il caso di un suo ricercatore, Anil Potti, accusato di frode scientifica. Il ricercatore (e il suo gruppo) è stato accusato di aver falsifi- cato i dati relativi a delle analisi genetiche che avrebbero consentito una terapia personaliz- zata di pazienti con cancro; tale approccio ve- niva pubblicizzato anche in un video diretto ai pazienti della Duke University in cui il Dr Potti faceva riferimento alle sue ricerche. Ricerche pubblicate su prestigiose riviste scientifiche tra cui il New England Journal of Medicine, JAMA, PNAS, Nature Medicine, Lancet Oncology e al- tri. Questi lavori sono stati tutti ritirati (Figura 1), anche se paradossalmente alcuni continuano ad essere citati. Il caso ha avuto un grande risalto negli Stati Uniti dove è stato presentato anche nella popolarissima trasmissione “60 minutes” nel marzo 2012 (https://www.youtube.com/ watch?v=W5sZTNPMQRM).
Il terzo caso che presentiamo è quello di un lavoro pubblicato nel 2012 su Circulation (Car- diomyogenesis in the Aging and Failing Human Heart) dal gruppo di Piero Anversa del Brigham
and Women’s Hospital di Boston e ritratta- to nell’aprile 2014. Lo studio portava dati che dimostravano come il cuore fosse in grado di autoripararsi ad una velocità (23% di cellule so- stituite ogni anno dalle cellule staminali) molto superiore rispetto a quella riportata in prece- denza da altri autori, che è invece molto bassa.
Il settore delle cellule staminali cardiache è stato oggetto di importanti tentativi di trasfe- rire i dati dal laboratorio alla clinica con alcu- ni studi sull’uomo condotti da eminenti scien- ziati. Il caso ha avuto un grande impatto nella comunità scientifica dove le ricerche di Piero Anversa avevano sollevato grandi controver- sie anche nel passato ed è stato ripreso dai media. Una serie di articoli sono comparsi sul Boston Globe (http://www.bostonglobe.com/ news/science/2014/12/17/stem-cell-scientist- sues-harvard-for-misconduct-investigation/ O6Vz5tYr8KFHm9foiUBSXM/story.html) an- che perché il laboratorio di Anversa aveva ri- cevuto importanti finanziamenti federali (6.9 milioni di dollari nel 2013). Anversa e una sua collaboratrice hanno citato in giudizio davan- ti alla corte federale l’ospedale e la Harvard Medical School (http://c.o0bg.com/rw/Bo- ston/2011-2020/2014/12/17/BostonGlobe. com/Metro/Graphics/stemsuit.pdf?p1=Article_ Related_Box_Article). Vedremo come andrà a finire.
Non solo la ricerca preclinica è però oggetto di queste importanti problematiche. È informa- zione tristemente nota anche al grande pubbli- co quella che riguarda lo studio pubblicato dal dr Andrew Wakefield su Lancet nel 1998. Il la- voro riportava una casistica, successivamente ri- velatasi manipolata, e per alcuni aspetti franca- mente falsa, nella quale Wakefield ipotizzava un legame tra esposizione al vaccino MMR (Morbil- lo, Parotite, Rosolia) e lo sviluppo di autismo in 12 bambini da lui apparentemente valutati. In breve, il lavoro è stato parzialmente ritirato nel 2004 a seguito della scoperta di irregolarità me- todologiche, conflitto di interessi e dell’assenza di consenso informato, per essere poi comple- tamente ritirato nel 2010, dopo l’espulsione di Wakefield dall’Ordine dei Medici e la dimostra- zione che parti significative della ricerca erano state completamente falsificate. L’editor in chief di The Lancet, Richard Horton, ha affermato in proposito che il lavoro era da considerarsi “completamente falso” e che la rivista era sta- ta “imbrogliata”. Il problema principale però è che nel frattempo il lavoro di Wakefield era sta- to eretto a vessillo dai movimenti antivaccinali, causando negli anni una serie di problematiche prima di tipo amministrativo (incongrue richie- ste ai centri vaccinali), poi di tipo legale (cause inopportunamente vinte relative a richieste di risarcimento) ed infine di tipo sanitario (emer- genza di nuovi focolai epidemici in aree prece-
Toscana Medica 4|2015

