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16 QUALITÀ E PROFESSIONE
bire un danno causato dall’assistenza sanitaria è cambiata rispetto alla precedente indagine (Eu- robarometer, 2006), purtroppo non in meglio. I cittadini europei sono più preoccupati rispetto al passato. Nel 2006 il 50% dei cittadini ritene- va che un paziente ricoverato potesse subire un danno causato dall’assistenza ospedaliera; oggi sono passati al 53%. il dato per i cittadini italiani segue la stessa tendenza. Se nel 2006 il 55% era preoccupato che un paziente subisse un danno causato dall’assistenza, nel 2014 la percentuale arriva al 57% (Figura 2).
Le infezioni correlate all’assistenza sono un tema cruciale per i sistemi sanitari di tutta la co- munità. Come mostrato dai report annuali pro- dotti dal Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Epidemie (ECDC) il problema della infezioni resta una sfida aperta, soprattut- to per il SSN. (http://www.ecdc.europa.eu/)
I contenuti del report, a cui ha dato un con- tributo anche il Centro GRC della Regione To- scana, sullo stato di implementazione della rac- comandazione del 2009 descrivono una situa- zione migliore rispetto al primo monitoraggio del 2012. Sono tuttavia necessari miglioramenti ulteriori verso una maggiore uniformità ed inte- grazione dei sistemi per la gestione della qualità e sicurezza delle cure.
Le politiche per la sicurezza e la qualità delle cure sono applicate ma resta alto il livello di variabilità
Rispetto al primo report del 2012 tutti gli sta- ti membri hanno predisposto misure per la sicu- rezza del paziente. In 26 dei 28 paesi interessati sono attivi programmi e politiche per la sicurez- za del paziente. In 23 paesi è presente un’au- torità competente per la sicurezza e la qualità delle cure, tuttavia solo in 16 paesi è presente un sistema di indicatori per la valutazione comples-
siva delle strategie messe in atto. Le linee guida e gli standard per la sicurezza del paziente sono interpretati e ideati in maniera difforme dai vari stati membri e questo rende difficile una com- parazione. La raccomandazione invita all’uso di tecnologie informatiche per gestire al meglio i sistemi di qualità e sicurezza delle cure; tuttavia molti stati membri si limitano ad usare la tec- nologia informatica per sviluppare siti web-ve- trina che descrivono le iniziative ed i programmi. Sono pochi gli stati che hanno messo a dispo- sizione dei professionisti strumenti operativi per la sicurezza del paziente, ad esempio sistemi di segnalazione e apprendimento di eventi avversi e piattaforme e-learning.
Il coinvolgimento dei pazienti è divenuto un requisito in alcuni ambiti, restano da definire le competenze chiave del patient empowerment
Gli stati membri sono tenuti a diffondere ai cittadini informazioni sugli standard di sicurez- za del paziente applicati negli ospedali, sulle mi- sure intraprese per ridurre e prevenire gli errori, a predisporre dei consenso informati completi e comprensibili ed a fornire indicazioni su proce- dure per eventuali richieste di risarcimento. 18 stati (erano 5 nel 2012) forniscono le informa- zioni previste ed in più – alcuni di questi, svol- gono indagini sull’utilità percepita dai cittadini. Rimane tuttavia poco chiaro, anche a livello europeo, quali siano le competenze specifiche dell’empowerment del paziente.
I sistemi di apprendimento e segnalazione sono uno strumento basilare per la sicurezza del paziente
Sono diffusi in 27 dei 28 paesi interessati, tuttavia soltanto sei stati membri realizzano tut- ti i requisiti indicati dalla raccomandazione per i
Figura 2
Toscana Medica 1|2015

