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20 QUALITÀ E PROFESSIONE
GEMMA BRANDI
Un dono al carcere, in carcere
Nel 2013 Maria Luisa e Gemma Brandi fe- steggiarono il loro sessantesimo compleanno nella splendida cornice della sede dei Canottieri di Firenze, chiedendo agli invitati di tradurre il loro potenziale dono in una cifra da destinare a un piccolo grande progetto: sostenere l’ingresso in carcere de “Il Bruco”, esperienza riabilitativa consolidata della Azienda Sanitaria di Firenze, che aiuta i portatori di sofferenza psichica a cu- rarsi curando il verde. Il Bruco avrebbe potuto gestire, con i malati di mente reclusi, la parte esterna del Giardino degli Incontri – la struttu- ra per gli scambi tra i detenuti e i loro familiari, realizzato sul progetto che Giovanni Michelucci regalò a Sollicciano – così da delimitare il perime- tro di intervento e da qualificarlo al tempo stesso. Nell’anno e mezzo trascorso quella raccolta fondi si è arricchita di altre donazioni, due pervenute dai familiari di persone sofferenti, scomparse troppo precocemente, una terza pervenuta dal Servizio di Salute Mentale Adulti dei Quartieri 1 e 4 di Firenze. La Fondazione Italiana per la Ricerca delle Malattie Ossee, F.I.R.M.O., si è presa carico di raccogliere tali donazioni e organizzare i rela- tivi eventi.
Il 17 Dicembre 2014 la somma è stata girata alla Azienda Sanitaria di Firenze, così da perse- guire l’obiettivo per cui spiriti sensibili l’hanno offerta: rispondere al fabbisogno riabilitativo in- dicato, almeno nel biennio 2015-16. La toccante cerimonia, cui hanno preso parte donatori e Au- torità Giudiziarie, Penitenziarie, Politiche, Sanita- rie cittadine, si è svolta nel Giardino degli Incon- tri. L’idea della Dottoressa Maria Grazia Giampic- colo, direttrice di fresca nomina di Sollicciano, è stata proprio quella di ripartire dall’elegante, for- te, gentile, fraterno dono del Grande Architetto cui la città deve molto, forse proprio a cominciare dal Giardino degli Incontri, spazio luminoso e se- reno, all’altezza del pensiero alato che il Maestro dedicò al tema dell’imprigionamento negli ultimi lucidissimi decenni della sua lunga vita.
I malati di mente vivono in carcere certo assai peggio dei 41 bis: per loro nei reclusori non ci
sono attività rieducative, né possibilità di lavo- rare. È dunque compito oggi delle Aziende Sa- nitarie promuovere iniziative che li riguardino, considerato lo spessore della psicopatologia re- clusa, destinato ad aumentare con la declamata evoluzione dell’internamento giudiziario, ancora per poco delimitato all’Ospedale Psichiatrico Giu- diziario.
Sum mala spina bonis, sum bona spina malis: il motto dei Marchesi Malaspina affratella gli eroi dell’antimafia e i funamboli della riabilitazione, che hanno in fondo il medesimo scopo, quello di ricondurre il reo e il folle sulla strada della compe- tenza sociale. Nell’un caso e nell’altro si tratta di scoprire le magagne che si annidano dietro il de- litto o dietro il sintomo, per indurre il soggetto a coltivare diversamente il proprio terreno cosicché l’uomo non soffra, né faccia soffrire: la differenza è nella sofferenza, sperimentata o indotta. È la sofferenza ad autorizzare l’intervento tanto delle forze dell’ordine e della giustizia che del medico.
D’altra parte, è dal carcere, che anticipa i problemi in divenire di una società distillandoli e concentrandoli quando sono ancora in fasce, che occorre partire per il rinnovamento che da più parti è invocato/evocato, e non tanto dai gioielli del Paese, perché arriveremo così sempre troppo tardi e saremo sopraffatti dai nuovi guai che ten- deranno a distruggere quei gioielli. Occorre par- tire dalle finestre rotte per ridurre i crimini gravi, come ha dimostrato l’omonima teoria quando praticata in quel di New York. Direi dunque, re- stando a Firenze, occorre ripartire dai tetti di un carcere colabrodo, e restando ad oggi, dal de- coro che Giovanni Michelucci volle donare alla prigione, consapevole come era della importanza di muovere dal carcere per curare la città, i suoi aspetti urbanistici, ma non solo.
L’auspicio è che altri fiorentini siano contagia- ti dalla idea di festeggiare il proprio compleanno nel Giardino degli Incontri, a beneficio del reclu- sorio della loro città. TM
Info: reofolle@virgilio.it
Gemma Brandi, fondatore e direttore della rivista “Il reo e il folle” e della Società Italiana di Psichiatria Penitenziaria; ha lavorato clinicamente negli ambiti della giustizia e della salute, creando forme
di scambio pratico e teorico tra le due aree. Dirige la Commissione di Psichiatria Penitenziaria della Società Italiana di Psichiatria Forense. Fa parte della Commissione Pari Opportunità dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Firenze.
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Si ricorda che numerosi annunci sono consultabili sul sito dell’Ordine: www.ordine-medici-firenze.it pagi- na Servizi online - Bacheca già suddivisi nelle seguenti categorie: Affitti, Cessione attività, Collaborazioni tra medici, Sostituti medici, Offerte lavoro, Offerte strumenti, Sostituzioni odontoiatri, Personale offresi, Personale non medico cercasi. I colleghi hanno spontaneamente fornito i loro recapiti telefonici ed e-mail per questa pubblicazione.
Toscana Medica 5|2015

