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OPINIONI A CONFRONTO 7
Fabio Lanini
AMUNNI – Tra i fattori di rischio il fumo incide oltre l’80%, altri fattori di rischio sono rappre- sentati da cancerogeni occupazionali e ambien- tali, come asbesto, arsenico, radon, idrocarburi policiclici aromatici, inquinamento outdoor e indoor ed esposizione a fumo passivo nei non fumatori.
MINI – Una delle più importanti fonti di rischio occupazionale e ambientale nota anche alle cronache è l’amianto e non soltanto per il suo rapporto diretto con la comparsa del mesotelio- ma pleurico.
Potremmo poi ricordare tra le sostanze chi- miche cancerogene che inquinano l’atmosfera il benzene presente principalmente nei gas di scarico dei mezzi di trasporto.
TOSCANA MEDICA – Si possono in qualche modo quantificare i costi umani e sociali del tu- more polmonare?
CHELLA – I costi di questa malattia sono ovvia- mente elevatissimi, in relazione in primo luogo al percorso di diagnosi e cura, seguito dalle po- tenziali complicanze della malattia, dall’enorme numero di giornate lavorative perse e dalla pos- sibile comparsa di totale inabilità al lavoro. Per garantire a questi malati una buona gestione della malattia ed una accettabile qualità della vita servono davvero tantissimi soldi.
AMUNNI – Nell’ambito della valutazione d’im- patto della nuova Direttiva Europea sui prodotti del tabacco, approvata a fine 2013, sono sta- ti calcolati per la prima volta anche per l’Italia i costi sanitari legati al fumo, sia diretti (per cure ospedaliere, ambulatoriali, riabilitazione e farmaci), sia indiretti (per assenteismo, pen- sionamento precoce e mortalità fumo-correlata prima dei 65 anni). In Toscana nel 2007 i co- sti sanitari diretti legati al tumore del polmone sono stati intorno a 171 milioni di euro e i costi indiretti 311 milioni, per un totale di 482 mi- lioni, il 35% dei costi sanitari legati a tutte le patologie attribuibili a fumo (circa 1,4 miliardi l’anno). Non poco.
MINI – Dal punto di vista delle terapie mediche soprattutto per le forme avanzate che ancora oggi costituiscono la maggioranza dei casi alla diagnosi, si tratta di migliaia di Euro al mese, sia che siano utilizzati gli inibitori delle tirosinchina- si nei casi di pazienti con mutazioni genetiche in grado di attivare la neoplasia, sia che si debba ricorrere a farmaci ad azione antiangiogenica o con chemioterapici citotossici innovativi. Questi costi potrebbero essere in parte ridotti se si at- tuassero maggiormente misure più efficaci nel
campo della prevenzione, ad esempio poten- ziando campagne mirate di informazione sui pericoli del fumo di sigaretta.
TOSCANA MEDICA – A proposito di preven- zione, i Centri antifumo sono in grado ad oggi di offrire risposte soddisfacenti?
MINI – Sebbene i Centri antifumo siano pre- senti diffusamente a livello territoriale (vedi sito dell’Istituto Superiore di Sanità, www.iss.it), non sempre la popolazione ne è edotta e l’accesso è pertanto ancora limitato. Tra l’altro non bisogna dimenticare che ai Centri si rivolgono per lo più coloro che, più o meno motivati, vogliono smet- tere di fumare, mentre sarebbe indispensabile sensibilizzare anche coloro che non hanno que- sta intenzione e soprattutto svolgere un lavoro mirato al fine di distogliere dall’idea del fumo chi desideri iniziare o chi abbia appena iniziato.
AMUNNI – Una cosa che potremmo fare in To- scana è promuovere lo smettere di fumare tra i 40enni e 50enni di oggi, quelli che produrran- no nei prossimi 20 anni la maggior parte dei tu- mori del polmone. Per fare ciò sarebbe impor- tante affiancare ai Centri antifumo toscani an- che una linea telefonica gratuita per smettere di fumare (la cosiddetta Quitline), che potrebbe erogare counseling telefonico per smettere. È un intervento economico ed “evidence-based”, raccomandato anche dalle linee guida sul ta- bagismo della Regione Toscana, che permet- terebbe di seguire nei tentativi di cessazione molti più fumatori di quello che riescono a fare i Centri antifumo. Stiamo collaborando con il Comune di Lastra a Signa e con l’ASF per lo svi- luppo di una Quitline comunale che potrebbe diventare un modello per tutta la Regione. Una linea telefonica ben lanciata potrebbe raggiun- gere il 2% dei fumatori toscani, con circa 2.000 l’anno che smetterebbero con successo grazie a questo servizio.
TOSCANA MEDICA – È stato prima detto che il tumore del polmone è in costante aumento nella popolazione femminile: la causa è solo il fumo di sigaretta oppure si possono anche con- siderare le istanze della medicina di genere?
FONTANINI – Sicuramente anche per la donna il fumo di sigaretta rappresenta un elemento di fondamentale importanza per lo sviluppo del tumore al polmone. A parità di condizione le forme di neoplasia che colpiscono il sesso fem- minile sono diverse da quelle del sesso maschi- le sia per l’istologia che per l’età di comparsa (nelle donne infatti compare per lo più prima di quanto avvenga nell’uomo).
Fabio Lena
Enrico Mini
Mauro Mugnai
4 Dirigente medico del Servizio di Oncologia presso l’Ospedale “Serristori” di Figline Valdarno, Asl di Firenze
5 Farmacista ospedaliero della Asl di Grosseto
6 Ordinario di Oncologia medica dell’Università degli Studi di Firenze
7 Medico di medicina generale a Firenze
Toscana Medica 5|2015


































































































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