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56 LETTERE AL DIRETTORE
sponsabilità di negare a un malato oncologico la prescrizione di questa dieta. Tre mesi di frullati di verdura, seguiti da pasti vegani, integrati con alcalinizzazione alimentare sono una indicazioni fino a poco tempo fa non avrei mai immagina- to. Oggi Campbell suggerisce una ipotesi in cui “i carcinogeni chimici in genere non provocano il cancro a meno che non ci siano le giuste con- dizioni nutritive”. Se tale teoria fosse vera servo-
Un workshop
sulla Medicina Narrativa
no buoni medici dietologi e studi epidemiologici di conferma, ma nel frattempo conoscendo cer- te schifezze della produzione industriale dei cibi carnei consiglio, a chi me lo chiede, la loro dra- stica riduzione. Ogni individuo è libero di fare la sua scelta ed ognuno può scegliere di bere latte di mucca o latte di soia. TM
Info: mircobindi@gmail.com GIOIA GORLA
L’interesse per la Medicina Narrativa si è venuto diffondendo negli ultimi anni in Italia, come mostrano le numerose iniziative, special- mente in ambito pubblico, che vi fanno riferi- mento per la formazione degli operatori della salute. Ne dà un’ulteriore conferma il recente convegno del Coordinamento Nazionale degli Operatori delle Unità Spinali (CNOPUS), che si è svolto a Roma dal 23 al 25 ottobre scorso, dal titolo “Age quod agis, quel che fai, fallo bene”. È infatti significativo che in un convegno incen- trato sulle “buone pratiche”, accanto alla tratta- zione dei temi più specifici dell’intervento per la lesione spinale, come quello della nutrizione, si sia deciso di dedicare uno dei tre workshop di apertura all’utilizzo della Medicina Narrativa in Unità Spinale. Della organizzazione e gestione del workshop è stata incaricata la SIPLeS, la so- cietà che raggruppa gli psicologi che lavorano nelle Unità Spinali italiane, e il compito è stato affidato a tre socie: Gioia Gorla e Silvia Lapini, di Firenze e Gabriella Rossi, di Milano.
Il workshop è stato introdotto da una relazio- ne che aveva lo scopo di fornire alcuni concetti di base sulla Medicina Narrativa, sulla sua nascita negli ultimi decenni del secolo scorso e soprattut- to sulla sua sistemazione per opera di Rita Cha- ron, che ha sintetizzato nelle sue opere il ricco e diversificato apporto delle scienze umane e della letteratura al sorgere di una medicina “basata sulla narrativa”, di cui ha costantemente ribadito il carattere complementare e non antitetico nei confronti della EBM e il profondo valore etico. La discussione nel gruppo di un caso clinico rife- rito dalla stessa Charon in un articolo del 2001 è servita per chiarire molti concetti e ha fatto da ponte alle altre due parti del workshop.
La prima ha mostrato come il lavoro clini- co entro le Unità Spinali, in cui è centrale una
relazione curanti-pazienti che favorisca l’allean- za terapeutica, costituisca un terreno estrema- mente propizio per l’utilizzo della Medicina Narrativa. In particolare, il progetto individua- lizzato alla base dell’intervento riabilitativo per i pazienti con lesione spinale, al quale parteci- pa tutta l’équipe con l’apporto di diverse figu- re professionali, non può prescindere da una conoscenza approfondita e condivisa della sto- ria del paziente e del suo gruppo familiare. La seconda e ultima parte è stata invece dedicata alla presentazione dell’attività preparatoria del workshop, per cui la SIPLeS aveva invitato gli operatori delle Unità Spinali a metter per scrit- to le proprie osservazioni a proposito di una situazione clinica a loro scelta, con particolare riferimento alle proprie reazioni emotive. Una “attenta lettura” di questi testi – per usare il termine utilizzato da Rita Charon per indicare come vada letta e discussa in gruppo la “parallel chart”, che si affianca alla tradizionale cartella medica ed è redatta per raccogliere gli aspetti emotivi della relazione curante-paziente – ha permesso di proporre alcuni temi come spunto per la discussione conclusiva.
Al termine della animata discussione che ha concluso il workshop è nata la proposta di continuare ad approfondire i temi dell’impie- go della Medicina Narrativa nella riabilitazione delle gravissime disabilità, come quella legata alla lesione spinale. A conferma che la Medicina Narrativa, con i suoi suggerimenti per dar paro- la alle emozioni sottese alla relazione curante- paziente, evitando il rischio sempre incombente o di reprimerle oppure di esserne travolti, conti- nua a rivelarsi una nuova preziosa cornice per il lavoro clinico. TM
Info: gioiagorla@tin.it
Gioia Gorla, psicologa psicoterapeuta, Firenze. Past President della Associazione Italiana per la Psicologia Clinica e la Psicoterapia. Socio onorario della Società Italiana Psicologia della Lesione Spinale.
Toscana Medica 3|2015

