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16 QUALITÀ E PROFESSIONE
attuare una mediazione con i terroristi. In que- ste situazioni, caratterizzate da un alto livello di emotività, è essenziale la figura del negoziatore per una gestione dei conflitti incruenta. Il modo di affrontare uomini armati, magari con ostag- gi, deve essere attentamente valutato, conside- rando una moltitudine di fattori diversi. Spesso le negoziazioni non vanno a buon fine perché chi se ne occupa non ha una preparazione spe- cifica e perché il negoziato, percepito come un compromesso tra richieste e concessioni, è affi- dato senza ulteriori formalità a chi sembra più adatto in quel momento a condurlo. In molti casi invece la comunicazione può presentar- si problematica, contraddittoria e può fallire, quando le intenzioni di chi parla e l’interpreta- zione dell’ascoltatore non si incontrano (Miniati e Barsella, 2012).
Ci chiediamo quindi se è possibile attuare una prevenzione nella lotta alla radicalizzazio- ne e se è possibile immaginare uno scenario di recupero dei soggetti che cadono nella rete del terrorismo. Dal 2011 la Commissione Europea ha istituito un gruppo di lavoro, il Radicalisation Awareness Network (RAN), che utilizza vari ap- procci nella lotta alla propaganda estremista: la formazione di operatori nelle forze dell’ordine,
di sanitari ed educatori, che sappiano ricono- scere i segnali d’allarme e sappiano intervenire, il sostegno alle famiglie di persone vulnerabili, il coinvolgimento delle comunità a rischio con lo stabilirsi di relazioni di fiducia con le autorità e le figure educative (scuola, istituzioni).
Conclusioni
Poiché la prevenzione è estremamente com- plessa data anche la eterogeneità dei soggetti, questa non sempre riesce ed occorrono di con- seguenza delle strategie di fuoriuscita per chi è caduto nelle maglie dei gruppi radicali. Inoltre, dal momento che la fuoriuscita deve essere vo- lontaria, la famiglia può giocare un ruolo mol- to importante. Bisognerà educare i familiari a cogliere i primi segni di cambiamento (improv- viso fervore religioso, cambio illogico di dieta, bizzarrie di aspetto e di abbigliamento, cambia- menti di gusti musicali, di amicizie, come anche la frequentazione di particolari siti web). A que- sto punto è necessario che i familiari sappiano a chi rivolgersi per ottenere l’aiuto necessario a gestire la situazione prima che precipiti.
Info: banialex@virgilio.it
TM
A. IOZZI, C. CONACE1
Adolescenti
e gioco d’azzardo
Intervento di prevenzione del gioco d’azzardo patologico
Il presente lavoro riguarda un intervento di sensibilizzazione e prevenzione rispetto al gioco d’azzardo patologico negli adolescenti, fascia di età particolarmente a rischio di sviluppare dipen- denza. L’intervento si è svolto in collaborazione con il Dipartimento Neurofarba, Sezione di Psico- logia dell’Università degli Studi di Firenze e ha interessato 390 studenti delle scuole secondarie.
Parole chiave: GAP, adolescenti, prevenzione, scuola, ricerca
Gli adolescenti rappresentano una categoria a rischio di sviluppare abuso o dipendenza sia da sostanze legali o illegali sia da comportamenti come il gioco d’azzardo, internet.
Fermandoci a considerare il gioco d’azzardo ri- sulta che tra i giovani ha una prevalenza maggiore che negli adulti. I dati Eurispes e Telefono Azzurro evidenziano che il 12% degli adolescenti italiani gioca online, mentre il 27% lo fa in modalità “non
online”, con una percentuale di rischio molto al- ta. Il comportamento di gioco può trasformarsi in “problematico”, quando il tempo dedicato dall’adolescente a giocare è sempre maggiore e la quantità di denaro investita sfugge al suo control- lo fino a diventare in alcuni casi una dipendenza con un vero e proprio craving al comportamento. Segnali da non sottovalutare:
• irritabilità e talvolta aggressività non motivata;
Adriana Iozzi,
Psichiatra. Direttore UFM Sert C, Firenze Centro dal 2002.
1) Psichiatra convenzionato SerT C, Firenze Centro
ToscanaMedica11|2016
S O M M A R I O

