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FRAMMENTI DI STORIA 41
Questa fu l’alluvione del ‘66
Non erano cicogne ma uomini appollaiati sui tetti delle case sommerse immobili zattere in un mare senza riva.
Non erano cicogne e non facevano il nido ma donne bagnate di pianto
le braccia protese ai salvatori
un arco teso tra cielo e fiume
a colpire la pietà e bambini e vecchi pietrificati.
Scivolano cadaveri gonfi di morte rotolano tutte le cose perdute amputate martirizzate.
Il fango è uno scultore diabolico l’acqua turbolenta non più francescana sorella ma matrigna e ladra penetra impunita ovunque e tutto ruba anche alla morte le sue prede.
Piangono le corone degli angeli porporina e nafta le piaghe di Cristo in croce la piena ha riaperto e non v’è che cicuta
a dissetare la sete umana di dolore.
L’Arno con torbida passione ha ucciso amante folle la sua innocente Firenze
e Venezia ricamatrice di destini
il mare ha trafitto con le sue gondole vuote.
In tutte le terre affogate i fiumi violenti hanno gettato il seme della fame. Per giorni e giorni, per notti e notti torbide acque hanno assediato le case mentre gli alberi spogli a rami levati come soldati disarmati chiedevano resa senza condizioni bandiere bianche le camicie dei morti
Il vento ha risposto ululando come lupo affamato tra tenere pecore indifese
per una strage inconsulta e senza fine. Quando infine la luna sazia ha richiamato
le acque del mare e dei fiumi
il silenzio ha riempito il vuoto di stupore
e le stelle il cielo di lagrime.
E voi uomini che potevate fare
se non prendervi per mano e andare smarriti distrutti tra le macerie
liberi ormai dalla paura ma legati
a un destino di fango e di fraterna solidarietà?
Ci piace ricordare l’alluvione di Firenze attraverso la poesia scritta in quegli anni dalla poetessa Nora Rosanigo, responsabile anche per molti anni della rubrica letteraria de “Il Medico d’Italia” e di “Federazione Medica, e pubblicata da Giovanni Turziani, Presidente dell’Ordine di Firenze dal 1963 al 1988, nel suo libro “Ricordi e fantasie”.
Una sensibilità poetica tutta al femminile che fa rivivere a molti di noi le emozioni, le sensazioni, gli interrogativi di quei giorni e che la sensibilità del non dimenticato Presidente Turziani ci dà l’opportunità di offrire a tutti i medici.
S O M M A R I O
ToscanaMedica11|2016

