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16 RICERCA E CLINICA
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doscopica, la quantità di legamento asportata è circa il 10% (Figura 7 porzione color rosa intenso) di quella tolta con la tecnica microchi- rurgica (Figura 7 color rosa). I vantaggi della tecnica sono legati proprio alla sua intrinseca mini-invasività che consente l’approccio all’er- nia del disco attraverso una piccola incisione cutanea, passando attraverso i muscoli para- vertebrali per via smussa.
Il rispetto dell’inserzione muscolare tendi- nea sui corpi vertebrali e la minima rimozione del legamento giallo consente, in casi selezio- nati, di poter eseguire l’intervento chirurgico in anestesia locale, rendendo possibile oggi trasformare la chirurgia dell’ernia discale in una procedura day-surgery, con evidenti rica- dute sui costi sociali e sanitari.
Il particolare design dello strumentario endoscopico permette di includere i pazienti obesi, senza modificare la tecnica chirurgi- ca prevista, che rimane percutanea e per via smussa mininvasiva, non incrementando l’ag- gressione chirurgica, come invece si rende necessario nelle tecniche tradizionali in uso in questi pazienti.
Infine considerato che la tecnica endosco- pica consente una importante riduzione del dolore post-operatorio e che la perdita ema-
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tica perioperatoria è praticamente virtuale, il paziente può rientrare alle proprie mansio- ni lavorative nell’arco di una sola settimana dall’intervento chirurgico, senza le note limi- tazioni.
La chirurgia percutanea endoscopica richie- de una lunga curva di apprendimento: lo stru- mentario è completamente diverso da quanto usato nella microchirurgia della colonna, in alcuni casi le vie anatomiche sono completa- mente nuove, non c’è una visione diretta tri- dimensionale del campo operatorio attraverso un microscopio, ma l’intervento viene eseguito controllando la procedura in un monitor, che dà una visione bidimensionale.
Il chirurgo che pratica la chirurgia endosco- pica vertebrale deve necessariamente essere padrone delle tecniche chirurgiche conven- zionali, per poter in ogni necessità e in ogni momento passare dalla tecnica endoscopica a quella “open” senza nessun problema per il paziente e con la sicurezza del raggiungimen- to del miglior risultato, sempre.
TM
Toscana Medica 2|2016
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