Page 23 - Toscana Medica
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QUALITÀ E PROFESSIONE 23
Nino Cartabellotta, Presidente Fondazione GIMBE
NINO CARTABELLOTTA
La continua innovazione delle tecnologie diagnostiche: un circolo vizioso da spezzare
L’uso indiscriminato delle tecnologie sanita- rie, in particolare quelle diagnostiche, rappre- senta oggi una determinante non trascurabile di preoccupanti fenomeni costantemente in cresci- ta: infatti l’eccesso di medicalizzazione è ricono- sciuto come una rilevante criticità dell’assistenza sanitaria, l’overdiagnosis e l’overtreatment sono fenomeni identificati per molte malattie e la me- dicalizzazione di condizioni normali è al centro di pesanti critiche. Se è vero che le tecnologie biomediche hanno trasformato in maniera de- terminante la scienza medica, altrettanto vero è che costituiscono un driver della crescita della spesa sanitaria di gran lunga superiore a tutti gli altri: la disponibilità di una nuova tecnologia aumenta il prestigio di ospedali e specialisti, sca- tenando una vera e propria corsa all’armamento tecnologico in cui la tecnologia viene utilizzata
oltre i suoi reali benefici, talvolta anche quando presenta dei rischi. Indubbiamente, le tecnolo- gie sanitarie sono indispensabili per migliorare la salute, ma occorre evitare che il mezzo si tra- sformi in fine, rendendo tutti “malati”.
La mancata governance e l’utilizzo indiscri- minato delle tecnologie diagnostiche generano un circolo vizioso (Figura 1), solitamente inne- scato da un miglioramento tecnico che non sempre corrisponde a un aumento delle perfor- mance diagnostiche, perché spesso consente solo di vedere meglio quello che già conoscia- mo. Altre volte, invece, l’evoluzione tecnologica migliora l’accuratezza diagnostica: ad esempio, rispetto alla scintigrafia ventilatoria-perfusoria, l’angio-TC polmonare è molto più sensibile per la diagnosi di embolia polmonare, con conse- guente identificazione di un numero maggiore di casi, spesso più lievi. Questa innovazione per- mette un’analisi più dettagliata delle immagini e un maggior utilizzo del test, portando così all’i- dentificazione di casi sempre meno gravi e ad una maggiore performance diagnostica. L’au- mento del numero di casi diagnosticati scatena l’interesse per il trattamento che viene sommi- nistrato a persone prima non considerate mala- te, ovvero casi meno gravi o che non sarebbero stati identificati: trattare casi più lievi migliora complessivamente gli esiti, rafforzando la per- cezione di successo, che a sua volta incoraggia nuovi investimenti da destinare a innovare ulte- riormente la tecnologia. Esistono numerosi casi in cui l’evoluzione delle tecnologie diagnostiche ha solo modificato la prevalenza delle malattie senza migliorare gli esiti.
I differenti driver dell’innovazione e la co- struzione tecnologica della malattia alimentano varie conseguenze del circolo vizioso (Figura 2).
L’apparente successo legato all’aumento di diagnosi e trattamenti determina un entusiasmo ingiustificato di professionisti e decisori, un in- cremento della domanda di cittadini e pazienti, alimentata dai media spesso “sostenuti” dall’in- dustria. I benefici dell’innovazione tecnologica vengono sempre evidenziati, mentre i rischi ri- mangono nascosti o vengono occultati.
Figura 1 - Il circolo vizioso della continua innovazione delle tecnologie diagnostiche
Toscana Medica 2|2016


































































































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