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24 QUALITÀ E PROFESSIONE
L’utilizzo di test accurati può peggiorare gli esiti di salute se viene utilizzato in soggetti a bassa probabilità di malattia: di conseguenza l’evoluzione tecnologica non garantisce miglio- ramenti clinici.
L’identificazione di un numero maggiore di casi non implica necessariamente un migliora- mento terapeutico o una riduzione della mor- talità perché si tratta di casi che non avrebbe- ro comunque causato sintomi o morte - over- diagnosis - con conseguente overtreatment: in un’ottica di sanità pubblica l’evoluzione delle tecnologie diagnostiche può risultare pertanto inutile o addirittura dannosa.
L’incremento della domanda determina l’in- tensificazione delle attività diagnostiche aumen- tando le diagnosi accidentali. Se occasionalmen- te un “incidentaloma” permette di salvare vite, nella maggior parte dei casi non è così. Inoltre, il follow-up di risultati positivi ai test diagnostici genera altri risultati accidentali, per cui vengono erogate più prestazioni diagnostiche senza mi- surare i reali effetti sulla salute.
Quando il valore predittivo di un test dia- gnostico è basso, i casi di overdiagnosis e over- treatment aumentano, le persone con problemi sociali o altri problemi vengono etichettate come malate e il value degli interventi sanitari diminui- sce.
L’aumentata prevalenza delle malattie e l’ac- cresciuta consapevolezza dei problemi di salute inducono le persone a richiedere ulteriori test e trattamenti.
Con un’aumentata consapevolezza degli eccessi dell’assistenza, degli interventi dal low value e dei servizi sanitari “da non erogare”, le persone possono perdere la fiducia nei medici e nel sistema sanitario.
Considerato che l’utilizzo indiscriminato del- le tecnologie diagnostiche contribuisce all’ec- cesso di medicalizzazione della società perché la tecnologia, profondamente radicata nel no- stro concetto di malattia e nella nostra cultura, genera ingiustificati atti di fede, oggi è assolu- tamente necessario:
• Sbarazzarsi dei luoghi comuni, quali “fare
di più è meglio di fare di meno”, “nuovo è meglio di vecchio”, “avanzato è più preci- so di semplice” e moderare l’entusiasmo nei confronti delle nuove tecnologie, al fine di cogliere la nostra ambivalenza verso di esse, ovvero il controllarle e l’esserne controllati.
• Acquisire maggiore consapevolezza e respon- sabilità nell’utilizzo delle tecnologie sanitarie: nel prescrivere test diagnostici il medico non può più appellarsi a vaghi imperativi tecnolo- gici, al concetto generico di “progresso”, alle pressanti richieste di pazienti non adeguata- mente informati o alla necessità di tutelarsi per ragioni medico-legali.
Figura 2 - Conseguenze della continua innovazione delle tecnologie diagnostiche
• Promuovere una valutazione trasparente e governare l’implementazione delle tecnolo- gie sanitarie favorendo l’introduzione solo di quelle che, oltre a presentare chiare evidenze di reali benefici, hanno un elevato value.
• Informare adeguatamente cittadini e pazienti sulle incertezze che riguardano i rischi delle tecnologie, non solo sui vantaggi enfatizzati e ostentati. Inoltre, le loro preferenze dovreb- bero essere considerate nello sviluppo, valuta- zione, implementazione e utilizzo delle tecno- logie sanitarie.
In altre parole, la capacità di ideare, produr- re e utilizzare tecnologie supera oggi di gran lunga quella di riflettere sulla loro applicazione: affinché l’innovazione tecnologia si traduca in benefici reali limitando i rischi, è necessario dun- que acquisire un sano scetticismo, evitando le lusinghe e riconoscendo i limiti delle tecnologie. Ovvero, per evitare di diventare giganti da un punto di vista dell’innovazione tecnologica e lil- lipuziani da un punto di vista etico è necessaria una implementazione più responsabile di tutte le tecnologie sanitarie.
Tratto dall’articolo originale. Cartabellotta A. La corsa all’armamento tecnologico: affan- nosa, costosa e rischiosa. Evidence 2015;7(7): e1000116. Disponibile a: www.evidence.it/ articolodettaglio/209/it/467/la-corsa-allarma- mento-tecnologico-affannosa-costosa-e-risch/ articolo
TM
Toscana Medica 2|2016
Info: nino.cartabellotta@gimbe.org


































































































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