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RICERCA E CLINICA 51
Figura 5
La presentazione clinica al momento della nostra osservazione era caratterizzata, infatti, dalla presenza di lesioni diffuse e complesse a rapida evoluzione che hanno reso difficile la diagnosi differenziale con una forma psoria- sica. Casi clinici descritti in precedenza hanno spesso riportato una misdiagnosi della scabbia norvegese con la psoriasi che condiziona una erronea prescrizione farmacologica precoce con corticosteroidi.
Conclusioni
L’età avanzata, il trattamento prolungato con corticosteroidi e la presenza di depressione borderline costituiscono fattori predisponenti allo sviluppo della variante norvegese o crostosa della scabbia.
Al fine di ottenere una diagnosi tempestiva, di fronte alla presentazione clinica di un quadro dermatologico caratterizzato da lesioni erite- mato-desquamanti diffuse con le caratteristiche precedentemente descritte, soprattutto se asso- ciate a prurito intenso, è necessario considerare in diagnostica differenziale, oltre alla frequente diagnosi di psoriasi, la possibilità di una malattia parassitaria come la scabbia.
È raccomandabile, infine, evitare l’utilizzo di corticosteroidi come terapia empirica di prima linea in assenza di una certezza diagnostica allo scopo di non ritardare l’inizio del trattamento specifico con permetrina e impedire la progres- sione e la diffusione della parassitosi.
TM
Info: barghinieleonora@gmail.com FRANCESCO CONFORTI
Francesco Conforti, Laurea in Medicina e Chirurgica, Università degli Studi di Siena. Medico di medicina generale ASL 11 di Empoli. Perf.to in Diagnostica Ecografica (Diploma nazionale Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Biologia). Ricercatore Health Search Docente al corso di formazione specifica in Medicina Generale
Un lontano mattino di sessantatre anni fa, in un piccolo paese nel fiorentino, vengono alla luce due gemelli identici nell’aspetto e nelle mo- venze, Aldo e Giorgio. Crescono insieme fianco a fianco fino a venti anni, quando il matrimonio e gli impegni lavorativi li allontanano definitiva- mente.
In buona salute, a parte qualche difficoltà a tenere sotto controllo il colesterolo, trascorrono le prime sei decadi della loro vita pensando al lavoro e alla famiglia. Tutte le mattine si alzano presto e bevono una spremuta d’arance fresche. Quindi camminano mezz’ora al giorno, tenendo allenati mente e corpo. Entrambi laureati e feli- cemente sposati. Due gocce d’acqua in ottima forma, si direbbe.
L’unica differenza tra i due è il medico di fa- miglia.
Aldo vive in un paesino sperduto tra i colli pi- sani e da trent’anni è paziente del Dott. Lambret- ta, unico medico “condotto” del paese. Flem- matico, calmo e sempre sorridente, Lambretta vanta tra i suoi avi almeno tre generazioni di medici, “Il mio trisavolo cerusico “cavava” i denti
e somministrava impiastri nei giorni di mercato!” racconta ridendo. Non ha la segretaria e usa le sapienti mani, lo sguardo acuto e la profonda conoscenza dei suoi pazienti per il quotidiano mestiere di medico di campagna. È stimato e ve- nerato dalla piccola comunità. Considera il com- puter e la tecnologia in genere come un inutile accessorio, che appesantisce e raffredda il sano rapporto che ha con i suoi amati mutuati.
Giorgio è paziente del Dott. Ferrari, giovane medico neoconvenzionato con la passione per l’ecografia. Ferrari riceve solo su appuntamen- to ed è sempre cordiale e puntuale; compensa il suo “tecnicismo” con uno smagliante sorriso. Usa quotidianamente l’ecografo sui suoi pazien- ti: è sempre stato affascinato dagli intimi mecca- nismi della “macchina umana”.
Un mattino di fine luglio un’evidente ed im- provvisa ematuria col disuria e febbricola colpi- sce entrambi i fratelli, contemporaneamente.
Entrambi si rivolgono al proprio medico cu- rante.
Il Dott. Lambretta riceve Aldo a tarda serata, raccoglie una attenta anamnesi dell’episodio,
I gemelli diversi
L’ecografo nello studio
del medico di medicina generale
Toscana Medica 2|2016


































































































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