Page 57 - Toscana Medica
P. 57

LETTERE AL DIRETTORE 57
to destituita di fondamento” e che “l’accusa si sia basata su un teorema completamente astratto” e riguardo all’aver favorito l’eserci- zio abusivo di professione medica; va detto che in giudizio è emerso con certezza che non risultano commessi atti che possano essere ricondotti all’attività squisitamente medica o comunque rientrante tra i compiti del medico.
Al di là degli aspetti tecnici, restano e re- steranno sempre i danni indelebili, psicologici e materiali, che su di noi e sui nostri figli questi lunghi sette anni di accuse hanno lasciato.
Giusto per fare un esempio, chiunque ancora digiti su internet il mio nome, trova da anni co- me primo titolo non tanto notizie sulla mia vita o carriera professionale, ma la nota del mio rinvio a giudizio per “falsi infermieri in sala operatoria”...
Nonostante la conclusione assolutamente a noi favorevole, a oggi rimane l’amarezza di aver dovuto passare per una penosa trafila perché quello che appariva ovvio fin dall’inizio, cioè la nostra assoluta correttezza, venisse riconosciuta come tale.
TM
EGISTO BROCCHINI
«Il fatto non sussiste».
Dirigente. U.O. di Ortopedia Ospedale Civile di Massa
Con questa frase si è concluso il 23 marzo scorso, dopo anni, il processo a cinque medi- ci ortopedici dell‘ospedale di Massa e a cinque specialist (esperti di protesi ortopediche). La Procura apuana aveva rinviato a giudizio gli specialist per esercizio abusivo della professio- ne infermieristica e i medici per aver consentito agli esperti di esercitare abusivamente la pro- fessione di infermiere presso il reparto di orto- pedia-traumatologia dell’ospedale di Massa in più occasioni e di entrare in sala operatoria e partecipare a condotte tipiche dell’infermiere (manovre di riduzione dell’arto, divaricazione, tamponamento ed aspirazione delle ferite del paziente, nonché emostasi con elettrobisturi).
I medici ortopedici erano inoltre accusati di falso per non aver indicato nel registro operato- rio degli interventi la presenza dei tecnici in sala operatoria. Le indagini erano partite a seguito di denunce sulla presenza degli specialist in sala operatoria. La magistratura volle fare chiarezza.
Gli uomini del Nas si presentarono in ospe- dale sequestrando quanto loro potesse servire per le indagini, svoltesi dal 2007 al 2009. Dopo la lettura del registro operatorio, prelevando una serie di interventi a campione, ed in base a dichiarazioni apprese durante gli interrogato- ri misero in moto la macchina dell’accusa che fra l’altro prese in considerazione le etichette di tracciabilità incollate dal chirurgo sul registro operatorio al termine di un certo numero di in- terventi di protesi di anca e ginocchio (nessu- no degli oltri 100 interventi preso a campione aveva avuto problematiche negative di qualsiasi natura).
Dal referto di sala operatoria risalirono a tutti i componenti della équipe medica ed
infermieristica. Dall‘etichetta di tracciabilità fu desunto il tipo, la marca della protesi ed altro.
Gli inquirenti ritennero che lo specialist in sala operatoria invece che rappresentare e svol- gere le sue precipue funzioni partecipasse in maniera illegale all’attività operatoria del chi- rurgo. Si concluse che il chirurgo aveva agito illegalmente per aver omesso di scrivere nel re- gistro di sala il nome dello specialist ed avergli consentito di effettuare attività chirurgica in maniera attiva.
Non emerse, come invece è accaduto nel corso del processo, che fosse prassi mondiale che le ditte fornitrici di protesi inviassero un esperto conoscitore dei materiali da impiantare nonchè dello strumentario ad esse dedicato. E la sua presenza in sala operatoria per una ef- fettiva collaborazione finalizzata alla migliore resa possibile di un intervento di protesi, prassi normale, era apparsa come una situazione di illegalità.
Durante il dibattimento processuale è sta- to evidenziato con chiarezza che non esisteva dolo e che si sarebbe potuto riscontrare che lo specialist non poteva essere inserito nel registro operatorio, in quanto non previsto dal software del computer, rivolgendosi agli informatici del sistema, peraltro utilizzato in gran parte della Toscana. Assolti quindi con formula piena an- che i cinque specialist.
Senza togliere nulla al lavoro della magistra- tura, alla luce della sentenza si può ritenere che si sarebbe potuto evitare il processo e la notizia sui mass media su un gruppo di chirurghi orto- pedici rinviato a giudizio per aver fatto quello
Toscana Medica 1|2016


































































































   55   56   57   58   59