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58 LETTERE AL DIRETTORE
che ha sempre fatto e che fanno in tutte le uni- tà di chirurgia, anche non ortopediche, in sala operatoria. Cinque professionisti hanno passato mattinate di interrogatori in una sede di tribu-
nale, anziché essere a svolgere il proprio opera- to in sala operatoria, e sostenuto costi perché
costretti a difendersi da accuse infamanti.
TM
Queste due lettere sono riferite allo stesso episodio che ha avuto grande risalto nei mass media, l’una narra più precisamente i fatti, l’altra, ugualmente puntuale, assai bene esprime la soffe- renza dei colleghi ingiustamente accusati. Sul problema della presenza dello specialist in sala opera- toria si era espresso il CSR col parere n. 37 del 2012, quindi durante il processo, fornendo indicazioni basate sulla regolamentazione internazionale esistente. Questo fatto è rivelatore di due problemi rilevanti che turbano i rapporti tra medicina e magistratura. Il primo riguarda come si usano i soldi dei contribuenti. Il magistrato ha ricevuto un esposto che denuncia un supposto favoreggiamento all’esercizio abusivo della professione. Un reato plausibile in caso di odontotecnico ma assai meno quando riguardi un chirurgo che avrebbe consentito ad un meccanico di intervenire sul paziente; ma allora perché non chiedere lumi sullo specialist al Ministero o al Consiglio Superiore di Sanità.
Perché non sentire prima il CSR toscano? Ma sia il PM che il Magistrato non si sono preoccu- pati dei costi ingenti di un’indagine così stravagante. Vi è completa dissociazione (sfiducia? igno- ranza?) tra scienza e diritto. Mancanza di umiltà? Ma vi è un altro aspetto ancor più inquietante. Tempo fa abbiamo letto che l’errore di un medico che aveva sospettato un tumore, rivelatosi poi inesistente, era meritevole di risarcimento al paziente e ai suoi parenti a causa del danno esistenziale per lo stato di apprensione che ne era derivato.
Ma chi ripagherà i colleghi delle angosce, del danno morale, delle spese sostenute per un’ac- cusa così estemporanea? Questo è un punto importante da rimettere alla Corte Costituzionale; non vi è parità di diritti se il medico ingiustamente accusato per evidente mancanza di buon senso non merita un ristoro. Ma la magistratura pratica gli audit? Come esiste il rischio clinico ancor più evidente è l’alea della lotteria giudiziaria.
Antonio Panti
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Toscana Medica 1|2016

