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60 SANITÀ NEL MONDO
Tra gli ultimi nell’accesso alle cure
Il Rapporto OCSE individua tre indicatori di accessibilità al sistema sanitario: la quota di spesa out-of-pocket (ovvero la spesa privata pagata di tasca propria dai pazienti), il soddi- sfacimento dei bisogni di assistenza sanitaria e odontoiatrica: per tutti e tre gli indicato- ri l’Italia si trova in fondo alla classifica (bottom third performers). I bisogni assi- stenziali non soddisfatti sono misurati anche in relazione al livello di reddito dei pazienti: in questo caso – come mostra il Grafico 2 – la situazione italiana è sovrapponibile a quella greca: il 15% della popolazione con basso reddito non riesce ad accedere ai servizi sanitari perché troppo costosi, o a causa delle liste di attesa o perché troppo di- stanti. Dati peraltro coerenti con recenti rile-
vertà e del disagio sociale, dilatazione delle di- seguaglianze socio-economiche e allentamento della coesione sociale. In una situazione del genere per tutelare la salute della popo- lazione si sarebbero dovute rafforzare le reti di protezione sociale, come avvenne negli USA dopo la crisi del 1929 e come rac- comandava The Lancet in un paper del 20135, invece le politiche di austerity imposte da UE, BCE e FMI hanno preso di mira proprio i servizi sanitari e sociali.
Ciò è avvenuto in tutta Europa, ma alcuni paesi hanno sofferto più degli altri, tra questi l’Italia. Così mentre i bisogni sanitari au- mentavano si chiudevano i varchi per ac- cedere ai servizi, a causa delle liste di atte- sa sempre più lunghe e dei ticket sempre
più alti.
igura 2. Bisogni sanitari non soddisfatti, per livello di reddito, 2013.
vazioni sull’accessibilità effettuate dall’Istat3 e dal Censis4.
Per ottenere l’effetto della tempesta perfet- ta l’Italia ci ha messo del suo: infatti mentre la maggioranza dei paesi europei, dopo lo shock iniziale, ha ripreso a investire in sanità, il gover- no italiano ha continuato a sotto-finanziare il servizio sanitario nazionale. In conseguenza di ciò, – come ha scritto N. Dirindin – “da qualche anno la malattia è tornata ad essere una preoc- cupazione per gli italiani.
La crisi economica e le restrizioni imposte alla spesa pubblica stanno mettendo in dubbio una certezza che credevamo ormai acquisita: quella di poter contare, in caso di malattia, in un sistema in grado di garantire i trattamenti necessari senza oneri a carico del beneficiario (salvo eventualmente il ticket)6”.
Poiché le cattive notizie non arrivano mai da sole, ai dati dell’OCSE si aggiungono quel- li dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (Aea), secondo cui tra i 28 Paesi dell’Unione euro- pea l’Italia è quello con il più alto numero di morti premature a causa dell’inquinamen- to dell’aria. Secondo l’Aea l’Italia nel 2012 ha registrato 84.400 decessi di questo tipo, su un totale di 491mila a livello Ue. Tre gli agenti killer responsabili del record negativo: le micro polveri sottili (Pm2.5), il biossido di azoto e l’ozono.
3 http://www.saluteinternazionale.info/wp-content/ uploads/2015/05/gavino_figura2.jpg
4 http://www.repubblica.it/salute/2015/10/20/news/ sanita_censis_il_41_2_delle_famiglie_rinuncia_alle_cu- re_-125502711/
5 Karanikolos M et al, Financial crisis, austerity, and health in Europe, Lancet 2013, 381:1323–1331.
6 http://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/in-par- lamento/2015-11-03/perche-ci-preoccupa-mano- vra-2016-184459.php?uuid=ACOVThSB.
Grafico 2 - Bisogni sanitari non soddisfatti, per livello di reddito, 2013
La tempesta perfetta nella sanità italiana
Negli ultimi anni la salute degli italiani è peggiorata (meno sei anni di speranza di vita in buona salute e crescita dell’obe- sità infantile) per effetto della prolunga- ta crisi economica con tutte le ben note conseguenze: aumento della disoccupazione e della precarietà lavorativa, aumento della po-
Toscana Medica 1|2016

