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OPINIONI A CONFRONTO 11
essere assunti dai pazienti per lungo tem- po con tutto quello che ne consegue in termini di aderenza terapeutica. In questo caso l’intervento dei medici di famiglia può risultare davvero di grande aiuto.
TOSCANA MEDICA – Si può ipotizzare quale sia il futuro dell’immunoterapia on- cologica? La ricerca e l’industria se ne stan- no occupando in maniera significativa?
CAPPUZZO - Siamo solamente all’inizio, anche se bisogna riconoscere che l’approc- cio di tipo immunologico al melanoma ed ad alcune forme di cancro del polmone rappresenta ad oggi lo standard di cure più efficace. Il futuro della ricerca a mio parere si indirizzerà nei prossimi anni al migliora- mento dell’efficacia terapeutica delle nuove molecole, allo studio della loro associazio- ne e di quella con altri schemi di intervento tradizionali come ad esempio la chemiotera- pia. Già oggi è stato per esempio dimostra- to che l’associazione ipilimumab/nivolumab è maggiormente utile rispetto alla sommini- strazione di un solo agente di cura.
MARINAI – Credo che anche in questo ca- so, come del resto avvenuto per le recenti molecole introdotte in commercio in cam- po oncologico l’ultima parola la dirà la cli- nica. Stiamo sicuramente assistendo ad un progresso terapeutico di tipo incrementale con i nuovi farmaci oncologici. Se l’immu- noterapia rappresenterà un balzo in avanti nella sopravvivenza dei pazienti ce lo dirà solo l’impiego in real life.
MAIO – Per quanto riguarda il melanoma la chemioterapia viene oggi per lo più uti- lizzata sempre più raramente e, addirittura come intervento di terza linea e molte cose stanno cambiando anche nel campo di al- cune neoplasie polmonari, come si diceva in precedenza.
AMUNNI – Le grandi prospettive di queste terapie, l’incertezza in tal senso che ancora si riscontra in molti medici non specialisti ed il pressante carico emotivo messo in at- to dalle associazioni di pazienti di fronte a risultati certamente sorprendenti finiranno per creare una domanda nei prossimi anni in fortissima crescita che inevitabilmente impatterà sui sistemi sanitari delle Regio-
ni. È pertanto fondamentale dotarsi una struttura organizzativa ed amministrativa che riesca gestire la situazione nel modo migliore possibile.
In Toscana ci stiamo attrezzando proprio in questo senso ed alla struttura senese di- retta dal dottor Maio dovrebbe essere affi- dato il ruolo di coordinamento di tutto ciò che ruota intorno al concetto di “immuno- terapia oncologica” con particolare riguardo alla ricerca preclinica e clinica, alla formazio- ne concepita secondo il modello della rete regionale ed alla individuazione dei criteri di appropriatezza secondo i quali proporre a pazienti selezionati questo tipo di terapia.
Una organizzazione territoriale concepi- ta secondo questo schema sarà in grado di garantire modalità di accesso alle tera- pie uguali in tutta la Regione, conseguen- te condivisione delle indicazioni di cura e riconoscimento di alcune realtà dedicate in particolare ad una determinata forma di cancro come, per esempio, Siena per il melanoma e Livorno per la patologia neo- plastica del polmone. In buona sostanza anche nel caso nella immunoterapia onco- logica è necessario che la Toscana, al pari di altre situazioni, “faccia sistema” in maniera coordinata e strutturata.
TOSCANA MEDICA – Proprio ragionan- do in un’ottica di sistema, come è possibile garantire la massima partecipazione a que- sto processo dei medici di base, costretti tra le esigenze di pazienti grazie ad internet sempre più acculturati e quelle legate alla rapidità delle risposte necessarie per orga- nizzare al meglio l’assistenza ai malati di tumore?
GIUSTINI – Si potrebbe intanto comincia- re con il formare i professionisti della me- dicina generale organizzando ad esempio incontri destinati a 20 - 30 partecipanti all’interno delle Aree Funzionali Territoriali con realtà del mondo sia universitario che ospedaliero alle quali potere in seguito ri- volgersi secondo modalità ben individua- te e condivise. Poter contare su una rete integrata di medici di famiglia e specialisti penso rappresenti per tutti, soprattutto per i malati, un vantaggio anche psicologico di non trascurabile importanza.
A questo poi si associa l’informazione, quale ad esempio quella offerta dalla no-
Toscana Medica 3|2016


































































































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