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OPINIONI A CONFRONTO 9
ampliamento delle loro indicazioni e l’as- sociazione con altri farmaci tradizionali nella terapia di altri tumori oltre a quelli per ora codificati (melanoma appunto e carcinoma squamoso polmonare non a piccole cellule).
TOSCANA MEDICA – Seppure con tutte le differenze rispetto al tradizionale ap- proccio chemioterapico, i tassi di soprav- vivenza dei pazienti garantiti dalle nuove molecole continuano a rimanere indicatori fondamentali per la loro valutazione di ef- ficacia?
CAPPUZZO – L’aumento della sopravvi- venza dei pazienti è certamente un fattore importante per la valutazione dell’efficacia delle nuove molecole, anche se purtroppo questo beneficio come detto in precedenza non si realizza in tutti i malati. Un proble- ma quindi di enorme importanza è quello della selezione dei soggetti ai quali propor- re queste terapie. Il fatto che i risultati mi- gliori si siano riscontrati nel melanoma e nell’adenocarcinoma squamoso del polmo- ne non a piccole cellule è verosimilmente legato al fatto che si tratta di forme tumo- rali caratterizzate da un elevato numero di eventi mutazionali e quindi da maggiore immunogenicità. Questo permette che la riattivazione del sistema immunitario pos- sa agire in maniera adeguata nei confronti della malattia.
TOSCANA MEDICA – Quali sono pertan- to i criteri ai quali il clinico si affida per de- cidere se iniziare o meno l’immunoterapia in un determinato soggetto?
AMUNNI – Un criterio oggettivo al quale oggi è necessario attenersi è quello della avvenuta registrazione del farmaco, essen- do impensabile somministrare una mole- cola di nuova concezione al di fuori delle sue indicazioni opportunamente codifica- te. In caso poi di diagnosi confermata di melanoma in fase avanzata e di carcinoma squamoso del polmone, non esiste ad oggi nessun criterio che ci permetta di selezio- nare i pazienti, ad eccezione forse del buon senso clinico che faccia escludere soggetti in scadute condizioni generali o per i quali le speranze di sopravvivenza siano davvero ragionevolmente limitate.
TOSCANA MEDICA – Dott. Giustini quale è la posizione della medicina gene- rale di fronte alla terapia immunologica dei tumori?
GIUSTINI – Quello che oggi noi vediamo è un gap enorme tra la medicina “di ba- se” e lo specialista che si occupa di queste tematiche che certo non potrà essere col- mato da qualche episodico corso di aggior- namento e formazione. Si tratta piuttosto di un vero e proprio problema culturale, legato per lo più alla insufficiente prepara- zione universitaria visto che queste terapie sono di introduzione relativamente recen- te: questo per il momento riduce a molto poco l‘aiuto che il medico di MG può offri- re all’oncologo o al farmacologo clinico, se non nella rilevazione e la puntuale segnala- zione di sospette reazioni avverse.
MAIO – È veramente un peccato che la me- dicina di base si trovi in questa situazione perchè sono certo che in futuro il suo inter- vento nella gestione condivisa dei pazienti sottoposti a questo tipo di terapie non po- trà proprio essere evitato, anzi sarà asso- lutamente auspicabile ed indispensabile. Il medico di MG è oggi perfettamente in gra- do di gestire i propri assistiti in trattamento chemioterapico tradizionale e dovrà esserlo anche per quanto riguarda quelli in tera- pia immunoncologica. Questi sono infatti soggetti che vengono trattati per lo più in regime di DH ma che presentano effetti col- laterali al trattamento ben conosciuti sia co- me tipologia che come tempi di comparsa che per forza i medici di medicina generale devono conoscere, per evitare grossolani in- terventi quali ad esempio la sospensione im- provvisa della terapia cortisonica che ancora rappresenta il rimedio fondamentale per la gestione degli effetti avversi legati alla tera- pia immunoncologica.
TOSCANA MEDICA - Quali sono le ca- ratteristiche farmacologiche di queste mo- lecole?
DANESI – Questi farmaci agiscono rimuo- vendo i segnali inibitori che impediscono una risposta immunitaria efficace da par- te dell’organismo affetto da neoplasia. In futuro è poi probabile che possano essere sviluppati farmaci che agiscono attivando
Toscana Medica 3|2016

