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QUALITÀ E PROFESSIONE 25
operai e lavoratori in Italia erano molto pesanti. I problemi dell’alcolismo e della fatiscenza delle abitazioni erano diffusi e molto sentiti. L’Annua- rio Statistico Italiano del 1911 riporta che solo nel 1909 in Italia vennero annoverati più di 1400 morti per alcolismo cronico e nella provincia di Milano, dove l’UOEI trovò molti aderenti, l’alco- lismo determinava ben il 4.2% dei decessi, senza contare le malattie e le morti causate indiretta- mente. Questi dati fecero in modo che in seno alla borghesia nascessero società educative, di temperanza e antialcoliste: esse oltre alla richiesta di leggi per arginare questa piaga, facevano attiva propaganda antialcolica, specialmente tra gli ope- rai dei principali centri urbani.
Anche il Partito Socialista si adoperò a con- dannare l’abuso di alcolici: per allontanare i lavo- ratori dalle osterie propose momenti associativi, culturali e ricreativi, preparando così il terreno per lo sviluppo dell’UOEI. L’Unione Operaia Escursio- nisti Italiani fece così proprie e fuse al suo interno stimoli differenti come la lotta all’alcolismo, l’e- ducazione popolare, l’impegno sociale e la de-
mocratizzazione della pratica sportiva attraverso l’escursionismo.
L’escursionismo si può considerare come la versione popolare dell’alpinismo aristocratico del CAI.
Nell’aprile del 1914 l’UOEI ottiene dalla Dire- zione Generale della Sanità, alle dipendenze del Ministero dell’Interno da poco retto da Salandra, un sussidio di cinquecento lire come riconosci- mento delle benemerenze acquisite nel campo della “propaganda igienica generale, ed in specie della lotta contro l’alcoolismo”.
Due anni dopo la costituzione dell’UOEI, nella primavera del 1913, durante i grandi scioperi, gli operai metallurgici della FIOM di Torino, dettero vita a un’altra associazione alpinistica proletaria: l’Associazione Libertas Fasci Alpinistici (ALFA), in- sieme con altre simili: la Federazione alpinistica Zimmerwald e il gruppo “Monte Rosa”, soste- nute da Antonio Gramsci, che sull’edizione tori- nese dell’Avanti invita in continuazione la classe operaia a interessarsi allo sport e a praticarlo in funzione di un sano sviluppo fisico.
Nell’estate 1920 viene fondata a Milano l’As- sociazione proletaria per l’educazione fisica: pre- sidente e animatore è il medico Attilio Maffi (“me- dico dei poveri” e dirigente socialista).
“Il proletariato - sostiene Maffi - ha almeno tre buone ragioni per formare un’organizzazione propria ed autonoma. La prima, di natura politi- ca, è la conseguenza del carattere conservatore, militarista assunto dallo sport borghese, ormai irrimediabilmente compromesso dal commercia- lismo e da un esasperato spirito di competizione; la seconda, di ordine igienico-sanitario, parte dal presupposto che una pratica sportiva razionale e disciplinata costituisca un elemento indispensabi- le per i lavoratori, i cui organismi sono minati da fatiche quotidiane e ripetitive. La terza ragione, di carattere sociale, considera l’attività fisica uno strumento di elevazione spirituale in grado di sot- trarre gli operai dalle bettole e da altre pratiche moralmente poco dignitose”.
Il successivo avvento del fascismo interruppe tutte le esperienze attive e solo dopo la fine della seconda guerra mondiale si ricostituì, a Firenze, l’Unione Operaia Escursionisti Italiani. TM
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Toscana Medica 3|2016


































































































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