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OPINIONI A CONFRONTO 7
Saffi Giustini
ficativa la percentuale di pazienti affetti da tumore che diventano lungo-sopravviventi alla malattia.
MARINAI – È vero che la terapia immuno- logica viene “tentata” da tanto tempo, vedi carcinoma della vescica ma in questo caso per la prima volta siamo di fronte a farmaci disegnati sulla base di un meccanismo di azione ben preciso, che trova conferma nei primi risultati dei trials autorizzativi. Insom- ma si sta aprendo a mio avviso una nuova via terapeutica in oncologia.
AMUNNI – Ad integrazione di quanto detto dal dottor Maio, il differente mecca- nismo di azione dell’immunoterapia onco- logica rispetto a quello della chemioterapia ha finito per modificare anche il criterio di valutazione dei risultati ottenuti. Siamo in- fatti passati da una valutazione pressoché immediata che ci dava in pratica la conta delle cellule neoplastiche uccise in un cer- to periodo peraltro relativamente breve di tempo tra un ciclo e l’altro di chemiote- rapia, all’osservazione di un numero sem- pre maggiore di soggetti che riescono a sopravvivere sempre di più con malattie a prognosi certamente infausta.
TOSCANA MEDICA – Prof. Danesi sem- pre più spesso si sente oggi parlare di “vac- cinazione” contro i tumori: quale è la diffe- renza tra questo approccio e quello invece immunoterapico?
DANESI – La strategia vaccinale contro i tumori è stata concepita già diverso tem- po fa ma le speranze che erano sorte du- rante la fase preclinica di questi studi non hanno poi trovato completa rispondenza al momento del trasferimento sul malato. È stato infatti visto che, non conoscendo ancora con precisione gli antigeni tumorali, la risposta dell’organismo contro le cellule neoplastiche non appariva poi così effica- ce. Ci si è pertanto indirizzati piuttosto che sulla ricerca in senso vaccinale stretto verso nuove strade che permettessero la modula- zione dell’attività del sistema immunitario stimolandolo ad agire contro un agente patogeno in questo caso rappresentato ap- punto dalla neoplasia. Questo filone di ri- cerca ha condotto alla nascita di una nuova classe di farmaci, i cosiddetti immunonco-
logici, per mezzo dei quali è possibile mo- dificare le risposte del sistema immunitario. Questo avviene sia a livello periferico (cioè nel linfonodo, il centro immunologico di periferia dove viene riconosciuto l’antigene e da dove inizia l’attivazione immunitaria) che a livello centrale, vale a dire sul tumore stesso che vede in questo modo inibita la sua capacità di condizionamento del siste- ma immunitario stesso.
AMUNNI – Anche se quello che diceva adesso il prof. Danesi è profondamente ve- ro, esistono tuttavia alcune situazioni alta- mente selezionate nelle quali la vaccinazio- ne riveste un ruolo davvero fondamentale come i casi di tumore causati da una infe- zione virale, esemplificati dall’associazione “infezione cronica da HPV e cancro della cervice uterina”.
TOSCANA MEDICA – In linea generale, modificando la risposta immunitaria dell’or- ganismo riusciamo ad agire su tutti i tumori oppure andiamo a colpire solo determinati bersagli?
CAPPUZZO – L’immunoterapia moderna sta mostrando i suoi risultati positivi tra- sversalmente un po’ in tutti i campi dell’on- cologia, anche se purtroppo questa buona notizia ancora non si può riferire proprio a tutti i malati ma solo ad un 20% circa di pazienti colpiti da una determinata forma tumorale. Questo significa, concetto a mio parere di fondamentale importanza, che la sensibilità al trattamento immunoterapico non dipende tanto dal tipo di neoplasia quanto dall’organismo sul quale viene im- piegata, essendo il suo bersaglio non il tu- more ma il sistema immunitario dell’ospite.
MAIO – La ricerca è oggi finalizzata ad in- dividuare con sempre maggiore precisione le classi di soggetti affetti da neoplasie so- lide ma anche di natura emopoietica che potrebbero a buona ragione beneficiare dell’immunoterapia. Quello che ancora complica le cose è il fatto che all’approccio immunoncologico mal si riescono ad appli- care i criteri di valutazione che fino ad oggi sono stati impiegati per la chemioterapia tradizionale. In molti casi infatti i risultati della immunoterapia si iniziano a vedere qualche tempo dopo l’inizio del trattamen-
Michele Maio
Carlo Marinai
Toscana Medica 3|2016

