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8 OPINIONI A CONFRONTO
Baseline Week 24
Pseudoprogressione in paziente affetta da melanoma cutaneo in terapia con ipilimumab: Le multiple metastasi cutanee presenti prima dell’inizio della terapia (B) si fondono insieme nel corso del trattamento (C) generando quella che clinica- mente appare come una voluminosa progressione di malattia (D). Rimossa chirurgicamente dopo 24 settimane dall’inizio della terapia (E) ed analizzata al miscroscopio dopo colorazione con Ematossilina & Eosina (A), la lesione mostra la presenza di isolate cellule tumorali nell’interno di un abbondantissimo infiltrato linfocitario responsabile dell’aumento volumetrico della lesione.
to e nel 15 – 20% di questi malati si assiste addirittura ad una progressione iniziale di malattia, seguita per lo più da una fase di regressione che può portare alla sua com- pleta scomparsa aumentando in modo significativo la sopravvivenza del paziente.
MARINAI – Il fenomeno della “apparen- te” progressione della malattia seguita da stabilizzazione o regressione è importante nella pratica clinica in quanto rende que- sti farmaci molto specifici anche dal punto di vista terapeutico. Sarà importantissimo infatti riuscire ad isolare a priori i pazienti che possono beneficiare di questi farmaci, dato anche l’elevato costo delle terapie. Inoltre la gestione clinica della apparente progressione a mio avviso non è banale nel determinare il corretto posizionamento te- rapeutico di queste terapie.
TOSCANA MEDICA – In sostanza esisto- no forme tumorali più sensibili di altre alla
immunoterapia? Ed ancora, le percentua- li di resistenza a questa forma di terapia dipendono dalla biologia della malattia oppure dalla genetica dell’organismo ma- lato?
AMUNNI – Siamo di fronte ad un cam- po in continua espansione ed ad oggi le uniche certezze sono legate al fatto per ora disponiamo solo di due molecole con indicazioni ben definite, ipilimumab per il trattamento del melanoma metastatico e nivolumab per il carcinoma polmonare squamoso non a piccole cellule e per il melanoma. Certamente dal punto di vista concettuale l’approccio immunoncologico deve essere considerato come un’arma in più a disposizione dell’armamentario di cura dell’oncologo e proprio per questo i due farmaci che adesso ricordavo sem- brano avere dimostrato una certa effica- cia anche nel caso delle neoplasie renali e dei linfomi. È pertanto ipotizzabile un
Toscana Medica 3|2016


































































































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