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OPINIONI A CONFRONTO 7
tici negli scorsi anni, si affiancata una vera e propria “riscoperta” di farmaci che in passa- to erano stati progressivamente dimenticati per lo più a causa di profili di tossicità rite- nuti sfavorevoli. È il caso per esempio della colimicina, farmaco di notevole impegno terapeutico per via sistemica oggi usatissi- ma nelle sue varie formulazioni soprattutto nelle Rianimazioni: questo significa che in quei Reparti il problema dell’antibioticoresi- stenza è veramente rilevante.
MAZZEI - L’aumento del consumo di far- maci antifungini è oggi legato sicuramente al sempre maggiore numero di micosi siste- miche che si verificano a causa della immu- nodepressione legata per esempio all’età avanzata, alle patologie neoplastiche ed in particolare a quelle oncoematologiche.
BANFI - Un’altra classe di pazienti che pre- senta indicazione alla profilassi con antifun- gini, tra i quali il voriconazolo, è quella dei soggetti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali o emopoietiche, attività che a Careggi è oggi molto ben rappresentata.
TOSCANA MEDICA - Prof.ssa Mazzei, le infezioni fungine che compaiono nei pazienti neoplastici sono legate al loro stato di immunodepressione oppure anche l’antibioticoresistenza può es- sere chiamata in causa?
MAZZEI - È assai verosimile che entrambi i meccanismi, che finiscono per condurre ad un sovvertimento importante dell’ecosiste- ma batterico, siano implicate nell’aumento delle infezioni da funghi. Stiamo parlando di infezioni ovviamente a carattere sistemico sostenute da microorganismi quali ad esem- pio le Candide (albicans e non), gli Aspergilli, l’Histoplasma Capsulatum ed i Criptococchi.
TOSCANA MEDICA - Allora oggi ci troviamo sempre più spesso di fron- te ad infezioni fungine sistemiche in situazioni di immunodepressione o di antibioticoresistenza. Quali sono eziopatogenesi ed epidemiologia di
queste condizioni, di sempre maggior riscontro nei nostri ospedali?
MENICHETTI - Partendo dalla indiscutibi- le considerazione che le infezioni fungine sistemiche sono in aumento, i microrga- nismi più spesso chiamati in causa sono i miceti lievitiformi a tipo Candida, respon- sabili di frequentissime fungemie ospeda- liere, terza - quarta causa di positività delle emoculture dei pazienti ricoverati non solo nelle Rianimazioni, ma anche nei reparti di Medicina interna. Proprio in questi ultimi ambiti però questo tipo di infezione spes- so non viene adeguatamente considerato e può accadere che i malati non ricevano nessuna terapia specifica, configurandosi quindi la necessità di una vasta ed attenta opera di informazione e sensibilizzazione.
L’altro fungo opportunista per defini- zione è l’Aspergillus che predilige i pazienti oncoematologici, spesso compromettendo- ne pesantemente l’intero percorso di cura e che rappresenta ancora oggi una vera sfida diagnostica e terapeutica.
TOSCANA MEDICA - Quali sono i prin- cipali criteri diagnostici delle infezioni fungine sistemiche ed ancora quale è la loro prognosi?
MENICHETTI - Per le fungemie da Candi- da la diagnosi si basa essenzialmente sulla positività dell’emocultura, anche se si stima che i risultati positivi riguardino solo il 50% di tutti i casi in cui il fungo è realmente pre- sente nel torrente circolatorio del paziente.
Con la sierologia si ricercano invece gli antigeni e gli anticorpi antimannano ed il beta-glucano.
Di importanza fondamentale appare poi la valutazione del profilo di rischio di ogni pa- ziente: la lungo degenza in ospedale, la pre- senza prolungata di una linea venosa, terapie antibiotiche sistemiche ad ampio spettro, le colonizzazione multiple da Candida con tam- poni rettali o orali positivi sono tutti esempi che amplificano il rischio per quel soggetto di contrarre un’infezione fungina sistemica.
Anche per l’Aspergillus i criteri diagno- S O M M A R I O ToscanaMedica10|2016

