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10 OPINIONI A CONFRONTO
listiche. L’inserimento degli specialisti all’interno delle Case della Salute o delle AFT potrebbe ef- fettivamente essere un buon compromesso.
DAMONE - Le indicazioni ministeriali a mio pa- rere sono piuttosto astratte, per lo più arretrate rispetto alle reali esigenze della Sanità e dovreb- bero comunque essere sempre contestualizzate nelle realtà operative dei vari territori.
In linea di massima penso che sarebbe ne- cessario un ripensamento generalizzato di molti aspetti del nostro modello di organizzazione sanitaria, per cercare di acquisire una visione di insieme che permetta di razionalizzare le risor- se disponibili e di garantire la migliore qualità delle prestazioni. L’inserimento ad esempio de- gli specialisti all’interno delle Case della Salute del quale parlavamo in precedenza ha come obiettivo la presa in carico globale del paziente; questo nuovo modello assistenziale presuppone una riconfigurazione organizzativa e un riorien- tamento assistenziale che trovi collocazione in strutture operative uniche che ricomprendano al loro interno sia le AFT ma anche tutti i ser- vizi distrettuali, compresi i servizi ambulatoriali specialistici territoriali, in modo che i collega- menti funzionali e multidisciplinari a sostegno del percorso assistenziale del paziente abbiano il massimo dell’efficacia e dell’efficienza. In que- sto modo si dà attuazione alla legge di riforma 84/2015 che vede nello sviluppo dell’assistenza territoriale uno dei suoi obiettivi fondamentali.
GALEAZZI - Anche su questo aspetto avrei da recriminare, d’altronde il ruolo degli anziani ol- tre di rappresentare la memoria storica è anche quello di protestare di fronte alle ingiustizie.
Un piano per la formazione di un rete assi- stenziale reumatologica in Toscana fu proposto dalla SIR in collaborazione con l’Associazione Ma- lati e con la Lega Regionale contro le malattie reu- matiche quando ancora non c’erano i LEA, i PDTA e altro. Il piano fu recepito e inserito nel piano sanitario regionale 2002-2004, e confermato con sempre minor enfasi nei piani successivi. Per que- sto atto l’allora assessore Enrico Rossi, fu insignito di un riconoscimento particolare, come persona che aveva fatto di più per i malati reumatici nel 2003, dalla Joint and Bone Decade (organizzata dall’ONU) che dedicò il decennio 2000-2010 alle malattie reumatiche. Mi dispiace dover constatare che, come ha detto il collega Lombardi, nulla è stato fatto per attivare il progetto mentre molte regioni ci hanno copiato e stanno ora meglio di noi e trovare un riferimento alle malattie reumati- che o ai malati reumatici, nel nuovo piano socio- sanitario, è impresa ardua.
TOSCANA MEDICA - Parliamo adesso di te- rapia. Al momento cosa possiamo offrire ai pazienti con spondiloartrite sieronegativa?
CANTINI - Per quanto riguarda le forme che colpiscono lo scheletro assiale l’approccio tera- peutico è ben codificato a livello internazionale e prevede, salvo controindicazioni, la prescrizio- ne di un farmaco antinfiammatorio non steroi- deo a pieno dosaggio per un mese. Trascorso questo periodo si valuta con apposite scale a punti se la malattia è ancora in fase di attività; in caso positivo si ricorre alla terapia con farmaci biologici anti-TNF.
Quando invece siamo di fronte ad un coin- volgimento articolare extrassiale, oppure a forme combinate assiali ed extraassiali (come più spes- so si riscontra nei soggetti affetti da psoriasi), ricorriamo ad uno schema di terapia che preve- de uno step intermedio tra l’antiinfiammatorio non steroideo ed il farmaco biologico. Si tratta dell’impiego per sei mesi di molecole tradizionali quali la sulfasalazalina ed il metotrexate, dopo il quale in caso di insuccesso ci si rivolge come già detto al biologico. Per quanto riguarda i farmaci biologici anti-TNF attualmente noi disponiamo di 5 molecole “originali” e di un biosimilare (in- fliximab) al quale presto si aggiungerà un’altra molecola della medesima categoria (etarnecept).
Questi schemi di terapia riescono a tenere sotto controllo la sintomatologia clinica in alme- no il 70% dei pazienti e recentemente si sono dimostrati utili anche nel rallentare la progres- sione di malattia. Ovviamente sottolineo ancora una volta che prima si inizia la terapia, migliori sono i risultati che si possono ottenere.
MATUCCI - Iniziare il prima possibile una te- rapia correttamente impostata, seppure basata anche su farmaci molto costosi, alla lunga si di- mostra senza dubbio una scelta oculata anche dal punto di vista economico, oltre che della soddisfazione dei pazienti, visto che la malattia rallenta significativamente il suo decorso ed ar- riva in alcuni casi a fermarsi del tutto.
MARINAI - Gli anti TNF è vero che sono far- maci molto costosi ma oggi siamo in presenza di opzioni con biosimilari (Infliximab ed Etaner- cept) i cui originators di fatto coprono oltre il 50% dei consumi. Credo importante focalizzare l’attenzione su queste opzioni non tanto per una azione di mero risparmio ma per un cor- retto utilizzo delle risorse per investire in salute utilizzando le innovazioni che anche in questo settore terapeutico si stanno profilando all’oriz- zonte.
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