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18 QUALITÀ E PROFESSIONE
ALBERTO DOLARA
Valutazione del merito nella ricerca scientifica. Articoli “perduti”
e “bellezze addormentate”
Il cammino della conoscenza, la cui esigenza umana è espressa mirabilmente dal nostro gran- de poeta Dante Alighieri, “Nati non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza”, non è sempre facile. Nei secoli scorsi l’incom- prensione per le scoperte hanno avuto talora esiti tragici quali l’abiura di Galileo di fronte alla tortura o il rogo per Michele Serveto, che aveva descritto per primo la circolazione polmonare e venne processato per eresia. In tempi moderni l’ipervalutazione dei risultati di una ricerca, al- la quale conseguì anche un premio Nobel, ha portato al contrario a risultati devastanti per mi- gliaia di pazienti lobotomizzati. Una delle diffi- coltà principali nella valutazione del merito delle pubblicazioni scientifiche è attualmente rappre- sentato dal loro numero elevato circa un milione ogni anno quelle recensite da Medline nel 2010 per le scienze mediche. Una misura ampiamen- te usata è rappresentata dalle citazioni (dal la- tino citare =muovere fortemente, chiamare, in- vitare, far venire, e dal latino tardo citatio-onis), ottenute da una pubblicazione. Sulle citazioni sono stati elaborati indici più o meno complessi, spesso soggetti a critiche. L’argomento è stato ampiamente dibattuto, ma due pubblicazioni molto recenti, riassunte dei riquadri A e B, evi- denziano aspetti del problema meno conosciuti.
Nel riquadro A è riassunto lo studio di Ranasghen et al pubblicato nel 2015 sugli arti- coli “perduti”. Gli Autori hanno riscontrato che circa metà degli articoli comparsi nelle riviste cardiovascolari, sottoposti a peer review e quin- di ritenuti meritevoli di pubblicazione, risultava- no scarsamente citati nei cinque anni seguenti. Una notevole percentuale di essi non aveva mai ricevuto una citazione. Inoltre la percentuale delle riviste scarsamente citate variava dall’1% al 100%. Secondo gli Autori ciò è spesso una conseguenza della nota regola “pubblica o pe- risci”, tuttavia gli effetti sono dannosi e fanno riflettere sulle inefficienze delle iniziative nella ricerca cardiovascolare. Vi sono inoltre dati che indicano l’esistenza di un’elevata percentuale di “articoli perduti” non solo in questo settore, ma
anche in altre discipline scientifiche.
Nel riquadro B, sono riportati i dati principali
dello studio di Ke et al, dello stesso anno dal quale proviene una consolazione, anche se par- ziale per i dati soprariportati, con il riscontro del- le “bellezze addormentate”. Si tratta di articoli scientifici la cui importanza non è riconosciuta per diversi anni dopo la pubblicazione ma che è seguita, dopo un lungo periodo d’ibernazione, da un picco di popolarità. La definizione, conia- ta da Van Ran nel 2004 che le aveva studiate con un approccio bibliometrico, viene ripresa da Ke et al. i quali ritengono che la relativa scarsità evidenziata da studi precedenti dipende proba- bilmente dai metodi d’identificazione. Inoltre se molti casi possono essere ritrovati guardando ai dati bibliografici mono-disciplinari, il fenomeno diventa molto più manifesto con l’analisi dei dati multidisciplinari. Infatti molti articoli hanno acquistato importanza ritardata, ma eccezionale in discipline diverse da quelle nelle quali erano stati originariamente pubblicati. Secondo gli Autori esiste una caratteristica complessa delle dinamiche delle citazioni che ha finora ricevuto scarsa attenzione ed emerge anche un’evidenza empirica contro l’uso di una valutazione nume- rica a breve termine delle citazioni nella quanti- ficazione dell’impatto scientifico.
L’irrompere delle moderne tecnologie, in particolare con l’intervento di Internet inserisce il problema delle citazioni e della valutazione del merito della ricerca scientifica in un ambito più vasto. Nel 2010 nasce l’altimetria che prende in considerazione oltre al numero usuale di cita- zioni ricevute da una pubblicazione, altre forme d’impatto come le referenze contenute nella co- noscenza di base, i riscontri su Internet, le riviste Open Access e le loro citazioni sui media sociali ed altri canali come i blogs di alto profilo o siti web come Wikipedia. Nel 2013 la San Francisco Declaration on Research Assessment (DORA), al- la quale hanno aderito numerose ed importanti organizzazioni sanitarie degli Stati Uniti, richia- ma le istituzioni, chi pubblica le ricerche ed i fi- nanziatori a cessare di usare misurazioni basate
Alberto Dolara.
Laurea in Medicina, Firenze 1957. Specializzato in Cardiologia, 1961. Perfezionamenti: Ospedale Niguarda (Milano) 1968; Hammersmith Hospital (Londra) 1980; NIH (Bethesda, USA) 1983, 1987. Direttore Unità Cardiovascolare, S. Luca-Ospedale Careggi, Firenze, 1979-2002.
ToscanaMedica9|2016
S O M M A R I O

