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30 QUALITÀ E PROFESSIONE
attraverso un’educazione sanitaria prima dei cittadini, e poi dei pazienti, finalizzata a di- minuire le noxe ambientali delle patologie e modificare gli stili di vita non corretti. Quindi occorrono informazione, formazione e aggior- namento, finalizzate all’Educazione alla salute. Infine proponiamo l’istituzione, almeno a tito- lo sperimentale, di una Rete di Medici Senti- nella per l’Ambiente; questo perché la situa-
zione ambientale del nostro pianeta richiede un impegno globale da parte di ogni cittadi- no del mondo e, ancor di più di ogni medico. Come recita il motto dell’Associazione Medici per l’Ambiente: “Ogni uomo è responsabi- le per l’ambiente. Il medico lo è due volte.”
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TM
CLAUDIO COSCARELLA
Stigma e diagnosi neuropsicologiche di DSA-BES
La legge 170 del 2010 per i Disturbi Spe- cifici dell’Apprendimento (DSA) e l’avvento della normativa del MIUR sugli alunni con Bi- sogni Educativi Speciali (BES) ha causato per i servizi territoriali della salute mentale in età evolutiva un incremento esponenziale di do- manda di prestazioni diagnostiche (Coscarel- la, 2015 – 2016).
Il termine appropriatezza in sanità indica sia la
qualità della prestazione clinica che l’appropria- tezza organizzativa, in sintesi l’efficienza, l’effi- cacia, il costo di una prestazione ed il livello di soddisfazione dell’utente. Un incremento signifi- cativo della domanda di una prestazione segnala comunque una criticità, che bisogna analizzare in termini di appropriatezza al fine di preventivare risorse aggiuntive o programmi di contenimento della eventuale domanda impropria.
L’incidenza trattata dei DSA in un biennio è passata dal 3 al 4% degli alunni.
Il dato segnala un aumento consistente, diffi- cilmente giustificabile a fronte della diminuzione della popolazione scolastica, paragonabile al fe- nomeno dell’incremento irrazionale degli alunni con handicap (L.104/92), in costante crescita da- gli anni 90. Questo ci spinge verso una riflessio- ne sulla scuola come un sistema rigido che auto- alimenta alcune dinamiche interne disfunzionali, quale la richiesta indiscriminata di “certificazioni “ per tutte le situazioni di disagio scolastico.
Il primo aspetto da considerare fra le criticità responsabili dell’aumento dei DSA-BES è la di- scrasia interpretativa delle norme da parte della scuola, da sempre il principale committente ed inviante di minori ai servizi sanitari. I docenti in presenza di problematiche dell’apprendimento dovrebbero attivare prontamente dei percorsi di recupero didattico. Ma nonostante la chiarezza delle Linee Guida del MIUR e delle Normative mi- nisteriali per i BES, la maggior parte dei docenti ravvisa come primum movens la necessità di una diagnosi neuropsicologica come propedeutica all’attivazione di un percorso di recupero didat-
tico con provvedimenti compensativi e dispensa- tivi (Piano Didattico personalizzato - PDP).
Il secondo aspetto che sostiene questa do- manda sanitaria non appropriata è una criticità formativa del personale docente, come dimostra una recente indagine dell’Osservatorio Naziona- le di Firenze: nella scuola primaria, solo un inse- gnante su quattro ha informazioni e conoscenze sufficienti sui DSA. Il dato diventa allarmante se si considera che l’insegnate di scuola primaria è la figura professionale che prima fra tutte si trova sul fronte delle problematiche dell’apprendimento.
Appare dunque impellente un salto culturale della scuola e della sanità verso una prospetti- va di intervento sinergico ed inter-istituzionale. I servizi per l’età evolutiva dovrebbero orien- tare la loro missione verso lo sviluppo di una scuola per l’inclusione, cooperando in progetti e programmi (screening, formazione, sportelli e counseling) a valenza educativa e preventiva. Di- fatti la scuola appare essere troppo ancorata ai risultati della verifica “carta e matita” e del voto, quando l’evidenza palesa che tanti alunni con
Claudio Coscarella, Laureato nell’aprile del 1981 con tesi di laurea in clinica neurologica. Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile, Firenze 1990. Specializzazione in Psicoterapia Familiare ad indirizzo relazionale e sistemico c/o ITF di Roma e c/o ITF di Firenze dr. De Bernart R.
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