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44 LETTERE AL DIRETTORE
Sanità provata
Mi sono messo a raccontare questo articolo con l’intento di scrivere nel titolo “sanità pri- vata” ma - per un refuso nella battitura - ho invece scritto “provata”.
Mi sono subito accorto che questo secon- do termine si addiceva meglio ai concetti che voglio esprimere.... perché rimango poco bene quando noto i livelli di provatezza cui è sotto- posta al momento la sanità pubblica nella no- stra ed in altre regioni. E questo lascia basito in special modo uno come me che da sempre è stato abituato a considerare migliore la sa- nità pubblica rispetto alla privata, se non altro perché essa dovrebbe offrire servizi migliori ad un prezzo più basso anche se con una leggera maggiore attesa. Dico dovrebbe perché negli ultimi tempi questo trend si è a mio parere in- vertito sia dal punto di vista della qualità dei servizi che economico e questo per una regione come la Toscana che al contrario della Lombar- dia ha fatto della sanità pubblica un punto d’o- nore, non costituisce certo un vanto. Ora non è mia intenzione discutere del perché la sanità pubblica stia perdendo quota rispetto a quella privata (dall’eccessiva sindacalizzazione, alla ri- cerca del profitto o del risparmio a scapito della qualità ecc. fino alla concorrenza del privato che ha necessariamente affinato la qualità dei suoi servizi), questo lo lascio fare ai grandi cer- velli della stanza dei bottoni ed agli economisti.
Voglio fare invece una considerazione più terragna: in base alle leggi della concorrenza a parità di costo delle prestazioni, agli utenti in fa- scia di reddito dalla B in su conviene fare molti degli esami presso un centro privato pagandoli per intero, visto che spesso il centro privato offre dei pacchetti a minor costo e visti anche i 10€ di sovrapprezzo per ogni fascia di reddito superiore alla prima (che possono quindi diventare anche 30€...) che il pubblico impone per OGNI RICETTA. Si tratta questa di una sovra tassa per sostenere la sanità, imposta in base al reddito delle persone e non quindi di un ticket che per concetto è la compartecipazione a una parte della spesa e la gente... - in base alle leggi di mercato - è giusto che si ingegni per evitare l’inutile.
di quelli che non possono pagare il ticket per impossibilità economica materiale, che non so- no solo quelli che rientrano ormai purtroppo nella soglia di povertà perché ad esempio han- no perso il lavoro (e non erano dipendenti... perché agli ex dipendenti disoccupati lo stato garantisce l’esenzione, stabilendo di fatto una diversità di trattamento fra gente parimenti in- digente...), ma anche quelli che vivono - dal punto di vista economico - al limite della nor- malità, per i quali tuttavia una spesa aggiuntiva di 50-60€ diventa poco sostenibile (specie se dopo gli esami o la visita il problema non viene risolto e quindi va avanti... per cui c’è addirit- tura da rimanerci male se gli esami dicono che non ci sono patologie evidenti...). Molti di essi o rinunciano a curarsi (e lo dice un rapporto del Censis che questo fenomeno è purtroppo in crescita nel nostro paese con aumento dei costi finali per la comunità quando la malattia non viene diagnosticata per tempo...) oppure intasano i pronto soccorso (con conseguenze facilmente immaginabili anche perché i pron- to soccorso non forniscono prestazioni a lungo termine come sarebbe necessario per alcuni tipi di malattia...) oppure ancora... se hanno un minimo di possibilità, si rivolgono a quei priva- ti che forniscono loro prestazioni sottocosto in modo più o meno promozionale, spesso senza fatturazione.
Anche questa è legge di mercato...
Infine ci sono gli esenti per tutto - cioè pen- sionati E01 e disoccupati ex dipendenti con la E90 - per i quali il consumo di prestazioni è li- bero e gratuito venendo sfiorato spesso l’abu- so... e alcuni ultrasessantacinquenni, che non rientravano in questa fascia perché superavano di poco il reddito, si sono falsamente separati per poter ottenere questo beneficio.
TM
Tommaso Rubino, Medico di Medicina Generale Lamporecchio (PT)
C’è poi l’altra faccia della medaglia, cioè
Info: rubinotommaso@tiscali.it
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