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EDITORIALE 5
ANTONIO PANTI
Terapia dell’ignoranza
Il Documento sui vaccini della Federazione degli Ordini ha suscitato vasta eco e provocato iniziative utili per rilanciare la pratica vaccinale che mostra oggi preoccupanti crepe; finalmente un corretto intervento che richiama tutti al massimo impegno per la salute della gente. I vaccini so- no una delle più grandi conquiste della medici- na e hanno determinato la scomparsa di alcuni tra i più gravi flagelli dell’umanità. Lo riprova la ricomparsa di malattie mortali o invalidanti, la dif- terite, la polio, il morbillo e altre, in quei paesi o comunità in cui si è trascurata la pratica vaccinale. Tuttavia questo documento ha scatenato anche reazioni irrazionali o, peggio, truffaldine che im- perversano su Internet con le motivazioni più fan- tasiose. È riapparsa la questione dell’autismo da vaccini e del preteso legame tra questi e molteplici malattie, dall’epilessia ai tumori alle encefalopatie e così via. Nessuna dimostrazione, è ovvio, se mai pubblicità di guarigioni miracolose con le metodi- che più stravaganti.
Ovviamente ogni medico sa rispondere alle FAQ dei cittadini; partecipare alle campagne vac- cinali è obbligo deontologico e chiarire al pubbli- co i dati scientifici è lavoro quotidiano. Tuttavia dovremmo considerare questi compiti quali abi- tuali e propri della medicina. Combattere l’igno- ranza significa sconfiggere una delle principali cause di malattia, la scarsa cultura intesa non co- me disuguaglianza sociale ma come clima diffu- so che ostacola la lotta alle malattie. Il problema, enfatizzato dal web, di chi si crede onnisciente ed è soltanto credulone, accoppiato colla diffidenza verso la scienza moderna, sospetta di obbedire a forze oscure che dominano l’economia mondiale, assurge a questione sanitaria quando si ostacola- no le vaccinazioni col rischio di vedere nuovamen- te invalidi da polio o morti da morbillo, oppure si proclamano metodi infallibili contro malattie rare o incurabili (Stamina e Di Bella docent). Ne con- segue una diminuita tutela sanitaria in contrasto con il dettato costituzionale. Ecco perché le auto- rità debbono intervenire e i medici non possono non fare la loro parte.
Il fatto è che i progressi della scienza non au- mentano la razionalità della gente; spesso provo- cano un ritorno a credenze infondate e a millante- rie truffaldine. L’abuso della credulità via Internet torna alla ribalta e si vedono in giro novelli guari- tori, imbonitori, persuasori occulti, spacciatori di bufale, alcuni purtroppo medici, che ricordano i ciarlatani di un tempo, i venditori di elisir miraco- losi per tutte le malattie. Un paio di medici sono stati duramente colpiti dall’Ordine di Firenze, ma
è una goccia nel mare. Oggi la piazza del mercato è sostituita dal web dove i ciarlatani si prendono la rivincita dall’esclusione dalla cultura scientifica vendendo pericoloso ciarpame. La quantità di informazione è inversamente proporzionale alla qualità. C’è un rimedio? I medici possono fare qualcosa? Mentre si è frantumato il principio di autorità e i medici risentono di una crisi di autore- volezza, emerge una sindrome da complotto; una diffidenza che nasce anche dai comportamenti di quelle multinazionali che sostengono che fumare non fa poi così male e che l’ambiente resiste a ogni offesa.
I vaccini (come gli Ogm) sono paradigmatici del pregiudizio antiscientifico che pervade la so- cietà. Farmaci che hanno liberato l’umanità da tanti flagelli sono additati al sospetto popolare come causa di danni mai dimostrati ma solo insi- nuati; difficile il limite tra fanatismo e impostura. Finora le autorità hanno mostrato una colpevole inerzia che il documento della Federazione sem- bra smuovere. Ma la fiducia del pubblico è stata minata anche da inchieste giudiziarie che mostra- no l’ignoranza di alcuni giudici dei più elementari principi della scienza. Troppe sentenze ignorano le posizioni della Federazione degli Ordini e del Ministero della Salute: una sorta di negazionismo scientifico. I giudici che hanno condannato al- cune ASL a pagare la terapia Stamina o Di Bella o a risarcire pretesi autismi da vaccino (magari per porre a carico del sistema pubblico tentativi di cura umanamente comprensibili ma del tutto insostenibili. Ma anche una cena a base di ostri- che e champagne giova ai depressi!) hanno mai pensato che i periti dovrebbero essere accreditati oggettivamente e le perizie sottoposte al vaglio di criteri metodologici condivisi? Di fronte ad alcu- ni drammatici errori non è facile risalire la china dell’opinione pubblica.
La medicina cambia e i medici debbono as- sumere compiti al passo con la tutela della salute di fronte alle minacce presenti e future. Curare i singoli nell’interesse della comunità non basta. Bi- sogna curare l’ignoranza. L’Università, gli Ordini e le Società Scientifiche si impegnino a insegnare la divulgazione, la capacità di raccontare la scienza in termini accessibili e convincenti. I medici deb- bono rifuggire dai conflitti di interesse perché questi ne minano l’autorevolezza; ma la lotta ai pregiudizi è un compito ineludibile per protegge- re la salute della gente. I vaccini ne sono un esem- pio eclatante. La prima difesa della professione è riaffermare la cultura e i valori della medicina.
TM
S O M M A R I O ToscanaMedica9|2016


































































































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