Page 6 - Toscana Medica
P. 6

6 OPINIONI A CONFRONTO a cura di Simone Pancani
Osteoporosi
e aderenza terapeutica
Angelamaria Becorpi
TOSCANA MEDICA – Oggi tanto si parla di medicina di genere, intesa come il tentativo della medicina moderna di definire quanto più possi- bile le modalità di ricerca, cura ed assistenza a seconda del sesso dei pazienti. In questa ottica l’osteoporosi è una condizione a maggiore coin- volgimento femminile o maschile?
BRANDI – L’osteoporosi colpisce entrambi i ses- si, seppure con una netta prevalenza di quello femminile: in Italia si stimano oggi circa 3 mi- lioni e mezzo di donne colpite, contro il milio- ne e duecentomila uomini interessati. Una così grande differenza di numeri è dovuta in gran parte alla menopausa che mette le donne in una situazione di grave rischio a causa della perdita acuta di estrogeni che avviene anche nel ma- schio con l’invecchiamento ma in tempi molto più prolungati. Per questo motivo le donne nei primi anni dopo la menopausa presentano una significativa perdita di osso. A questo fattore se ne associano altri, sempre legati al sesso: mu- scoli ed articolazioni generalmente più robusti nell’uomo, diversa qualità dell’osso, differenti modalità di invecchiamento, diversa incidenza di fratture patologiche.
Quando invece si parla di osteoporosi secon- daria le cifre sostanzialmente si equivalgono ed anche le fratture si presentano più o meno con la medesima incidenza nei due sessi. Un uomo che inizia a fratturarsi, ovviamente in assenza di eventi traumatici significativi, deve sempre essere studiato alla ricerca di cause ben precise quali ad esempio l’ipercalciuria primitiva, rara nelle donne e presente invece nel 30% degli osteoporotici maschi che si fratturano dopo i 50 anni di età.
TOSCANA MEDICA – Approfondiamo la clas- sificazione dell’osteoporosi.
BRANDI – Come dicevo prima si parla di condi- zioni primitive e secondarie. Le prime, dette an- che involutive, comprendono la forma postme- nopausale da carenza estrogenica e quella senile legata per lo più alla riduzione dell’apporto di Calcio e di vitamina D.
Le osteoporosi secondarie sono numerosis- sime considerato che praticamente non esiste patologia cronica che prima o poi non vada ad influenzare anche il metabolismo dell’osso. Pensiamo, ad esempio, alle molteplici sindromi da malassorbimento, a certe malattie di inte- resse neurologico, alla patologia del muscolo e dell’osso stesso (ad oggi si conoscono ben 400 forme rare di displasia ossea), all’assunzione di farmaci come gli anticonvulsivanti, i cortisonici, gli inibitori della pompa protonica, l’eparina, alle condizioni endocrinologiche con eccessiva pro- duzione di cortisolo.
MAZZEI – Prendendo spunto dalla mia espe- rienza vorrei aggiungere all’elenco dei farmaci ora ricordato dalla prof.ssa Brandi anche gli ini- bitori dell’aromatasi, impiegati sia nella terapia adiuvante del carcinoma della mammella che nelle fasi più avanzate di malattia. Le aromata- si sono enzimi deputati alla conversione degli ormoni androgeni (testosterone ed androste- nedione) in estrogeni (estradiolo ed estrone). Nelle donne in post-menopausa il processo di aromatizzazione degli androgeni, prodotti principalmente dalle surreni, è considerato il principale promotore della sintesi estrogenica e di una conseguente spinta alla canceroge- nesi per il tumore della mammella. Gli inibitori delle aromatasi di 3a generazione (anastrozolo, letrozolo ed exemestane) sono farmaci molto efficaci nel sopprimere la produzione estro- genica nelle pazienti con recettori positivi agli estrogeni, che costituiscono il 60-75% dell’in- tera popolazione di malate con tumore della mammella. Si tratta di farmaci che debbono essere somministrati a lungo, almeno in terapia adiuvante post-operatoria e spesso a vita nel- le pazienti con malattia in fase avanzata. Uno degli effetti collaterali più importante di questi farmaci è una significativa e progressiva perdi- ta di massa ossea che, se non contrastata, può portare a fratture osteoporotiche.
BRANDI – A quell’elenco vanno aggiunti an- che gli uomini con cancro della prostata che assumono analoghi dell’LH-RH, finendo per svi-
Maria Luisa Brandi
Toscana Medica 4|2015
ANGELAMARIA BECORPI1, MARIA LUISA BRANDI2, SILVIA MAFFEI3, CLAUDIO MARINAI4, TERESITA MAZZEI5, MAURO UCCI6
Silvia Maffei
1 DirigentedelServizio Fisiopatologia della Menopausa-Menopausa Oncologica del Dipartimento Materno
- Infantile dell’AOU Careggi, Firenze
2 Ordinariodi Endocrinologia dell’Università degli Studi di Firenze
3 DirigenteUOC Endocrinologia Cardiovascolare Ginecologica ed Osteoporosi della Fondazione CNR-regione Toscana “G. Monasterio” di Pisa


































































































   4   5   6   7   8