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OPINIONI A CONFRONTO 7
Claudio Marinai
luppare una sintomatologia ossea del tutto so- vrapponibile a quella delle donne con neoplasia mammaria ricordate in precedenza.
Anche in campo regolatorio si sta rivelando una sempre maggiore consapevolezza nei con- fronti di queste tematiche ed a Careggi grande importanza viene, da qualche tempo, dedicata proprio alla medicina di genere. I pazienti sopra citati, uomini e donne, potranno pertanto acce- dere a percorsi dagnostico-terapeutici struttura- ti con lo scopo, tra l’altro, di prevenire l’even- to fratturativo. Il cancro della prostata e quello della mammella presentano infatti uno spiccato tropismo per il tessuto osseo ed appare pertanto fondamentale chiarire il prima possibile di fron- te ad una frattura in questi pazienti se abbia- mo davanti una metastatizzazione ossea della neoplasia oppure un più o meno avanzato stato osteoporotico.
BECORPI – Lavorando in un Centro che segue pazienti per lo più in menopausa oncologica, devo dire che in questi soggetti gli effetti collate- rali della terapia con inibitori dell’Aromatasi sono particolarmente evidenti e spesso mal tollerati e vanno talvolta ad incrementare i sintomi già presenti legati allo stato menopausale. Infatti in queste donne, spesso giovani, un aspetto estre- mamente importante è rappresentato proprio dall’aderenza alla terapia per le problematiche che essa spesso induce o esacerba tra le quali non bisogna dimenticare la sintomatologia va- somotoria, la distrofia vaginale ed i conseguenti sintomi genitourinari e della sfera sessuale, le al- gie diffuse e la necessità di controllo dell’iperco- lesterolemia indotta dal trattamento stesso.
MAFFEI – Per quanto riguarda l’osteoporosi indotta dalla carenza ormonale in postmeno- pausa, nella mia esperienza clinica, sono molte le donne che, in assenza di fattori di rischio, non affrontando la terapia ormonale sostitutiva, ar- rivano alla nostra osservazione con osteoporosi prima di 60 anni. Di qui la necessità di sensibi- lizzare le donne a valutare questa patologia per tempo e a di intraprendere precocemente la te- rapia per l’osteoporosi.
TOSCANA MEDICA – Osteoporosi e medicina generale. Dottor Ucci, prevenzione ed approccio diagnosticoeterapeutico.
UCCI – Dal punto di vista della medicina ge- nerale si può dire che l’osteoporosi è una con- dizione che richiede innanzi tutto conoscenza ed informazione. Faccio un esempio. Abbiamo sentito parlare di quanti farmaci possono avere effetto sull’osso; un medico di medicina gene-
rale che segue persone spesso con polipatolo- gia può non sapere con esattezza quali farmaci questi pazienti stanno assumendo in un deter- minato momento, soprattutto quando siamo di fronte a trattamenti antineoplastici. Proprio con la prof.ssa Mazzei stiamo cercando di col- mare questo gap che esiste tra il medico di me- dicina generale ed il chemioterapista, aumen- tando la comunicazione tra i vari professionisti che seguono il paziente e cercando di interve- nire anche a livello regolatorio con il tentativo di modificare la nota AIFA 79 e con quello di eliminare i piani terapeutici. Questi strumenti, nati qualche anno fa con lo scopo lodevole di monitorare il consumo di determinati farmaci, sono infatti oggi diventati un vero problema sia per i medici che per i pazienti e noi vorremmo proprio che fossero aboliti.
Per rimanere nel campo dell’osteoporosi vo- levo poi ricordare che il medico di medicina ge- nerale, a parte prescrivere i farmaci, può anche incidere in maniera assai efficace nel consigliare gli stili di vita più corretti, invitando nello specifi- co i pazienti a perdere peso, a fare attività fisica, a mantenere un giusto tono muscolare.
Anche in questo campo quindi la medicina generale si deve fare trovare pronta a quella che sarà la vera emergenza sanitaria del prossimo fu- turo, vale a dire la sempre più impegnativa lotta alla cronicità.
BRANDI – Ad oggi appare difficile che il medi- co di base possa venire davvero compiutamente coinvolto nella gestione dell’osteoporosi, visto che molte delle più recenti opzioni terapeutiche non rientrano nelle sue potenzialità prescrittive: la terapia con denosumab, ad esempio, viene gestita in tutto il mondo dalla medicina generale meno che in Italia!
Ancora più recentemente ha fatto molto par- lare di sé la questione dei possibili effetti avversi cardiovascolari dello stronzio ranelato ed anche in questo caso mi sembra ovvio che la valutazio- ne del rischio connesso alla terapia debba essere lasciata al medico di medicina generale (che pe- raltro ad oggi non può prescrivere il farmaco) e non certo allo “specialista” dell’osteoporosi. Sarebbe un po’ come se l’iperteso tutte le vol- te che si deve misurare la pressione andasse dal cardiologo!
MARINAI – Vorrei fare due osservazioni. La prima riguarda il fatto che ancora oggi in un’e- poca sempre più tecnologica, il paziente rimane spesso l’unico portatore della “verità” in fatto di terapie ai vari medici che lo seguono: sarebbe pertanto auspicabile che la comunicazione tra medici si servisse anche di strumenti informatiz-
Teresita Mazzei
Mauro Ucci
4 Coordinatore Farmaceutica e Logistica Area Centro ESTAR Toscana
5 Ordinariodi Chemioterapia dell’Università degli Studi di Firenze
6 Medicodimedicina generale a Firenze
Toscana Medica 4|2015

