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8 OPINIONI A CONFRONTO
zati che permettano lo scambio reciproco e con- diviso di informazioni.
La seconda osservazione si lega a quanto riferito in precedenza circa l’interazione tra gli inibitori di pompa protonica ed il metabolismo del calcio: sempre per rimanere in tema di croni- cità come sfida futura da affrontare, è verosimile aspettarsi nei prossimi anni una vera e propria “epidemia” di osteoporosi considerando quanto sia diffuso il consumo di questi farmaci, in uso ormai da una decina di anni.
UCCI – La situazione è resa ancora più grave dal fatto che oggi gli inibitori di pompa protoni- ca, così come del resto anche molti antiinfiam- matori, possono essere dispensati senza ricetta medica, vanificando quindi qualsiasi tentativo di controllo da parte dei medici curanti a meno che, come diceva prima il dottor Marinai, non siano gli stessi pazienti a fornire una simile in- formazione.
MAFFEI – Alla luce delle evidenze scientifiche degli ultimi anni, amplierei la ”rete” del coinvol- gimento in tema di osteoporosi a un livello di maggiore multidisciplinarietà. Ad esempio nu- merosi studi hanno dimostrato come l’osteopo- rosi coesista con alcune patologie cardiovascola- ri (valvulopatie, coronaropatie, ipertensione etc). Viene così a configurarsi l’ipotesi di sensibilizza- re anche specialità sin ora “distanti” dal mondo dell’osteoporosi per l’identificazione e la cura dei pazienti affetti.
TOSCANA MEDICA – In linea di principio sa- rebbe pertanto auspicabile una radicale modifi- ca delle modalità amministrative della prescrizio- ne dei farmaci?
Fimmg stiamo lavorando ad un progetto spe- rimentale mirato all’eliminazione dei piani tera- peutici.
MARINAI – Anche secondo me il piano tera- peutico, nato più di venti anni fa a seguito di grosse problematiche allora esistenti riguardo il processo di immissione in commercio dei farma- ci, fa parte di una cultura che oggi non ha più motivo di esistere, essendo infatti cambiate le attività regolatorie ed essendo diventati gli stru- menti tecnologici di controllo affidabili.
TOSCANA MEDICA – Nell’approccio diagno- stico-terapeutico all’osteoporosi, quali sono il ruolo della MOC e quello dell’ultrasonografia del calcagno?
BRANDI – La MOC, secondo le indicazioni dell’OMS, serve a valutare il grado di osteoporo- si permettendo così di quantificare la gravità del quadro clinico. Fatta salva questa premessa, la MOC non appare invece di alcuna utilità quando si deve in qualche modo quantizzare il rischio che un paziente potrebbe avere di fratturarsi. Per fare questo esistono delle apposite Carte del ri- schio come per esempio quella in uso nel nostro Paese che si chiama FRAX, validata dagli specia- listi però potenzialmente di impiego corrente da parte dei medici di medicina generale.
L’ultrasonografia dell’osso, metodica anche questa impiegata per valutarne la quantità a livello di un determinato distretto, presenta ad oggi la grossa limitazione di essere ancora molto “operatore-dipendente”, trovando il suo impie- go più corretto soprattutto nell’esecuzione dei grandi screening di massa. La stessa efficacia non viene invece garantita quando si debba mo- nitorare nel tempo nel singolo paziente la quan- tità di osso in risposta alla terapia intrapresa.
UCCI – Certamente sì, non per niente come
Numero stimato di donne e uomini con osteoporosi (definita con T score ≤ 2.5 SD) in Italia per fascia di età, 2010.
Age (years)
Women
Men
50-54
128,709
49,800
55-59
180,960
63,245
60-64
274,703
105,386
65-69
338,148
110,260
70-74
463,419
109,356
75-79
552,375
110,828
80+
1.104,480
200,362
50+
3.042,794
749,237
Toscana Medica 4|2015

