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QUALITÀ E PROFESSIONE 17
Emanuele Gori, laureato in Medicina e Chirurgia
e specialista in Igiene e Medicina Preventiva. Ha lavorato fin dal 1990
per l’Azienda Sanitaria
di Firenze, rivestendo
vari ruoli tra cui Direttore SS CUP e Anagrafe e Direttore Dipartimento Attività Amministrative Decentrate. Dal dicembre 2013 ricopre il ruolo
di Direttore Sanitario Aziendale della ASF.
L’attività domiciliare
programmata e integrata
a Firenze nel 2013
Dati della Medicina Generale
EMANUELE GORI, LAURA INDIANI1, ANTONINO SALA1, TOMMASO GRASSI1, ERSILIA SINISGALLI1, MARTINA CHELLINI1, LORENZO BAGGIANI2, SANDRA GOSTINICCHI2, ALBERTO APPICCIAFUOCO2, GUGLIELMO BONACCORSI3, PAOLO MORELLO MARCHESE4
1 Scuola di Specializzazione Igiene e Medicina Preventiva, Università degli Studi di Firenze
2 Direzione Sanitaria Aziendale ASF
3 Dipartimento di Medicina Sperimentale, Università degli Studi di Firenze
4 Direttore Generale ASF
Il Servizio Sanitario Nazionale garantisce alle persone non autosufficienti ed in condizioni di fra- gilità, con patologie in atto o esiti delle stesse, per- corsi assistenziali al proprio domicilio consistenti in un insieme organizzato di trattamenti medici, infermieristici e riabilitativi, necessari per stabiliz- zare il quadro clinico, limitare il declino funzionale e migliorare la qualità della vita.
L’assistenza domiciliare viene garantita nei Li- velli Essenziali di Assistenza (LEA) come servizio facente parte del livello di assistenza distrettuale (DPCM 29.09.2001).
L’importanza della correttezza dei flussi è ri- badita dal DM 17.12.2008 che, con le successive modifiche apportate dal DM 06.08.2012, ha pre- visto l’istituzione del sistema informativo per il mo- nitoraggio dell’assistenza domiciliare (SIAD), per la raccolta delle informazioni inerenti a tutti gli inter- venti programmati sanitari e socio-sanitari erogati a domicilio. La Regione Toscana nel corso del 2013 ha richiesto alle aziende sanitarie di alimentare tale flusso e la nostra ASL ha raggiunto complessiva- mente la percentuale del 7,17% di assistiti ultra- sessantacinquenni in Assistenza Domiciliare (AD).
Il medico di medicina generale (MMG), quan- do individua una criticità relativamente ad un suo assistito, propone l’attivazione di un piano di as- sistenza domiciliare attraverso la condivisione di interventi da attivare sulla base di una valutazione delle caratteristiche cliniche del paziente, del gra- do di autosufficienza e dei bisogni assistenziali.
La nostra analisi si è focalizzata sulle forme di AD di questa tipologia.
In relazione al bisogno di salute dell’assisti- to ed al livello di intensità, complessità e durata dell’intervento assistenziale erogato dal medico di medicina generale, si distinguono anche ai sensi della Delibera di Giunta Regionale n.262/2010 due tipologie di cure domiciliari:
• assistenza domiciliare programmata (ADP); • assistenza domiciliare integrata (ADI).
L’ADP prevede un intervento di tipo mono pro-
fessionale (MMG) mentre l’ADI si configura in un
approccio multiprofessionale (medici di medicina generale, infermiere, fisioterapista, ecc.).
Secondo quanto previsto dall’Accordo Colletti- vo Nazionale per la medicina generale, le condizio- ni che rendono possibile l’attivazione di ADP sono:
a) impossibilità permanente a deambulare;
b) impossibilità ad essere trasportato in ambu- latorio con mezzi comuni;
c) impossibilità per gravi patologie che neces- sitino di controlli ravvicinati sia in relazione alla si- tuazione socio-ambientale che al quadro clinico, quali: insufficienza cardiaca in stadio avanzato; in- sufficienza respiratoria con grave limitazione fun- zionale; arteriopatia obliterante degli arti inferiori in stadio avanzato; gravi artropatie degli arti in- feriori con grave limitazione; cerebropatici e cere- brolesi, con forme gravi; paraplegici e tetraplegici.
La frequenza degli accessi può essere mensile, quindicinale o settimanale; la durata massima del piano è rispettivamente nell’ASF annuale, seme- strale e trimestrale.
L’ADI può essere invece attivata in caso di:
• malati terminali;
• malattie progressivamente invalidanti e che
necessitano di interventi complessi; • incidenti vascolari acuti;
• gravi fratture in anziani;
• forme psicotiche acute gravi; • riabilitazione di vasculopatici; • riabilitazione in neurolesi;
• malattieacutetemporaneamenteinvalidanti nell’anziano (forme respiratorie e altro);
• dimissioni protette da strutture ospedaliere.
È stata effettuata un’analisi di ADP ed ADI nell’Azienda Sanitaria di Firenze, relativamente all’anno 2013 utilizzando i dati sull’attività domi- ciliare estratti dall’applicativo in uso in Azienda, che consente la registrazione dei piani assistenziali attivati dai medici di medicina generale. La sud- divisione dei piani ADP e ADI per zone-distretto è illustrata nel Grafico 1.
Nel periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre 2013, nell’Azienda Sanitaria Firenze, il 62,6% dei
Toscana Medica 2|2015

