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fase di preospedalizzazione da cui consegue la scelta del setting assistenziale adeguato.
La gestione del modello organizzativo preve- de, inoltre, la partecipazione di differenti unità operative chirurgiche nella utilizzazione delle se- dute operatorie e degli spazi di assistenza post operatoria, in linea con l’indirizzo generale della DGR 1235/12 che prevede per l’area chirurgica, il superamento della sua connotazione generali- sta puntando ad una segmentazione del bisogno chirurgico garantendo un utilizzo migliore delle sale operatorie e degli spazi di degenza.
In tale ambito possono essere gestiti con cri- teri di appropriatezza clinica ed organizzativa i cosiddetti “DRG-LEA”, cioè la lista di DRG trat- tati in regime di ricovero ordinario e di day sur- gery “potenzialmente inappropriati” in quanto potrebbero esseri trattati in un diverso setting assistenziale (quello ambulatoriale) con identico beneficio per il paziente e con minore impegno di risorse (DPCM settembre 2001; Accordo Stato Regioni 22 novembre 2001).
La chirurgia ambulatoriale si inserisce in un modello organizzativo dell’area chirurgica in cui si prevede la netta distinzione dei flussi in elezio- ne rispetto alla emergenza-urgenza.
In questo senso rappresenta un modello per l’implementazione dell’organizzazione as- sistenziale secondo i criteri dell’ospedale per in- tensità di cura inteso non solo e soltanto come “livelli” di intensità assistenziale ma anche e soprattutto come percorso di cura integrato e centrato sui bisogni assistenziali del singolo pa- ziente piuttosto che sugli ambiti delle discipline specialistiche.
I pazienti da avviare a tali regimi assistenzia- li debbono essere opportunamente selezionati sulla base delle condizioni generali e di fattori logistici e familiari e debbono essere preventiva- mente informati sul tipo di intervento e di per- corso al quale sono sottoposti sottoscrivendo un “consenso informato” personalizzato.
Definizione di chirurgia ambulatoriale e Day Surgery
A livello internazionale le attività chirurgiche “diurne” vengono definite con termini diversi quali: Day Surgery, Ambulatory Surgery, Same Day Surgery, Day only, Office-based surgery.
L’International Associaton for Ambulatory Surgery (IAAS), alla quale aderiscono 29 Paesi, ha suggerito di considerare il termine di “Ambula- tory Surgery” come sinonimo di Day Surgery e Same-day Surgery (senza pernottamento), da te- nere distinta dalla “Office-based Ambulatory Sur- gery” (Office-based Surgey) riferita alla possibilità di eseguire interventi chirurgici (o procedure dia- gnostiche e terapeutiche invasive o semi-invasive) in strutture ambulatoriali poste anche al di fuori delle strutture di ricovero.
In alcuni Paesi (Stati Uniti, Canada, Australia) tutte le attività chirurgiche non eseguite in re-
gime di ricovero sono inserite nel settore “out- patient” corrispondente al nostro settore “ambu- latoriale”.
Con il termine “Chirurgia Ambulatoriale” si intende la possibilità clinica, organizzativa ed amministrativa di effettuare interventi chirurgici o procedure diagnostiche e terapeutiche invasive e semi-invasive, praticabili:
• senza ricovero;
• in ambulatori territoriali idonei e ambula- tori protetti (in ospedali o case di cura);
• in anestesia topica, locale, loco-regionale e/o analgesia.
Per “Day Surgery” si intende la possibilità clini- ca, organizzativa ed amministrativa di effettuare interventi chirurgici o procedure diagnostiche e terapeutiche invasive e semi-invasive, praticabili:
• con un periodo di assistenza post operato- ria limitata alle sole ore del giorno e comunque tale da consentire, senza rischi aggiuntivi, il ritor- no del paziente al proprio domicilio;
• con qualunque tipo di anestesia;
• su pazienti a basso rischio clinico;
• in strutture con specifici requisiti di si-
curezza.
Allo stato attuale, in Italia, molte prestazioni che potrebbero essere svolte in regime ambula- toriale sono in realtà effettuate in regime di ri- covero, e quindi remunerate sulla base dei DRG, in quanto manca una normativa specifica a ri- guardo.
Modelli organizzativi
Lo sviluppo della Chirurgia Ambulatoriale va inserito in un contesto più ampio, che prevede la differenziazione dell’offerta chirurgica program- mata tra regime ambulatoriale, ricovero diurno e ricovero in regime ordinario.
La chirurgia ambulatoriale può essere ricon- dotta a 2 tipologie di attività, che si caratteriz- zano per diversa complessità e di conseguenza necessitano di diversi standard di sicurezza:
• chirurgia ambulatoriale tradizionale;
• chirurgia ambulatoriale complessa o avan- zata per ognuna delle quali dovrebbero essere definiti diversi standard strutturali, tecnologici- impiantistici, qualitativi e di sicurezza.
All’interno delle due tipologie possono essere ricondotti i diversi livelli di complessità delle pre- stazioni.
Le strutture di chirurgia ambulatoriale posso- no essere organizzate sia all’interno dei presidi ospedalieri per facilitare la riconversione della rete ospedaliera che nel territorio.
La decisione e la scelta del modello organiz- zativo sarà definito in ambito di programmazio- ne regionale e dai piani attuativi locali. Vengono ipotizzati i seguenti modelli organizzativi:
Strutture Intraospedaliere
• Strutture integrate con la day surgery;
A cura della Direzione Generale Diritti di cittadinanza e Coesione Sociale
Toscana Medica 2|2015

