Page 32 - Toscana Medica
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chirurgiche secondo i principi della clinical gover- nance.
Il coordinamento organizzativo, congiunta- mente alla responsabilità gestionale appare ne- cessario in un modello ospedaliero che richiede continui interventi manutentivi di natura orga- nizzativa e che si fonda su criteri di intensità di cura e complessità assistenziale.
Le funzioni della responsabilità di coordina- mento non intervengono nella gestione delle ri- sorse assegnate per l’erogazione dei servizi ma nel coordinamento di tali servizi in funzione delle esigenze dell’utente, agendo sulle interfacce tra i processi erogatori dei servizi sanitari attraverso la definizione di protocolli comuni e di momenti di coordinamento.
In particolare le strutture di coordinamento, che costituiscono centri di responsabilità non ti- tolari di budget, attraverso il coinvolgimento del- le strutture di processo e professionali coinvolte nell’erogazione dei servizi di assistenza e di cura, svolgono le seguenti funzioni:
• emanano, aggiornano, ottimizzano e mi- gliorano gli standard di riferimento, definendo le “migliori pratiche” da applicare ed, in termini economici, i parametri ottimali di assorbimento delle risorse per le diverse attività che compongo- no il percorso di cura e di assistenza;
• producono e migliorano costantemente i protocolli tecnico-scientifici e le linee guida da applicare nei processi di erogazione dei servizi, nonché per gestire le interfacce tra i diversi pro- cessi, al fine di garantire l’integrità del percorso per l’utente in termini di continuità e congruità degli interventi sanitari del flusso informativo che lo riguarda;
• definiscono indicatori di performance per il percorso di assistenza e di cura, monitorando i risultati ai fini dell’individuazione delle criticità e delle opportunità di miglioramento;
• concorrono con le strutture organizzati- ve professionali interessate, all’individuazione dei bisogni ed allo sviluppo di adeguati percorsi formativi, collaborando alla realizzazione delle attività di formazione ed aggiornamento ed alla valutazione dei percorsi stessi.
Il responsabile del percorso della chirurgia a ciclo diurno assume quindi la responsabilità or- ganizzativa e gestionale del percorso integrato: identifica i protocolli e le procedure, elabora il re- golamento interno, cura la predisposizione della documentazione clinica, cura la realizzazione di modalità organizzative che soddisfino le esigen- ze di trasparenza, informazione e tutela dei diritti degli utenti; emana direttive finalizzate all’impie- go delle risorse secondo criteri di efficacia, effi- cienza ed economicità, verificandone l’attuazio- ne; monitora costantemente il raggiungimento degli obiettivi e l’efficienza dell’uso delle risorse, adottando le necessarie azioni correttive; cura i collegamenti con i Servizi e i medici di medici- na generale; è responsabile del sistema qualità
e della gestione del rischio clinico, promuove e verifica l’applicazione di metodologie e protocolli comuni per la realizzazione degli obiettivi affida- ti, favorendo il lavoro di squadra e l’integrazione tra le professionalità; monitorizza gli indicatori di performance.
Riveste inoltre una funzione propositiva nell’ottica del trasferimento di ulteriori procedu- re chirurgiche nei setting assistenziali appropriati attraverso il continuo aggiornamento in tema di tecniche chirurgiche, anestesiologiche ed assi- stenziali.
L’attività di coordinamento e gestione del pro- cesso trasversale di chirurgia a ciclo diurno deve essere inquadrata come attività di connessione tra le discipline chirurgiche ed il dipartimento di programmazione di servizi che cura la attuazio- ne dei processi di programmazione e controllo dell’offerta sanitaria aziendale, assumendo va- lenza interdipartimentale.
Separazione dei flussi e spazi dedicati (uti- lizzo esclusivo)
Per ottenere i vantaggi attesi è necessario ri- badire la netta separazione dei flussi nell’utilizzo della sala operatoria e degli spazi di degenza o di osservazione post-operatoria.
L’utilizzo esclusivo degli spazi dedicati è ele- mento fondamentale per ottenere i benefici attesi.
I pazienti operati hanno bisogno di assistenza adeguata, per un tempo più o meno lungo, in base al timing di insorgenza di eventuali com- plicanze ed in funzione del tipo di intervento per garantire la sorveglianza continua del paziente ed il monitoraggio dei parametri vitali, per tale motivo non è sufficiente l’individuazione di uno “spazio di sosta per i pazienti che hanno subi- to l’intervento”, ma è necessario prevedere dei veri e propri letti, che verranno codificati come ambulatoriali, in analogia a quanto avviene per i letti destinati alla dialisi o all’osservazione breve intensiva (OBI).
Documentazione clinica ed approccio alla gestione per Processi
Ogni struttura dovrebbe:
• condividere e definire il regolamento in- terno;
• definire le specifiche della scheda clinica e della cartella clinica, possibilmente condivisa (vedi standard JCH);
• definire ed adottare procedure clinico- organizzative per le fasi di ammissione, cura e dimissione;
• adottare protocolli per la fase di cura e per il monitoraggio perioperatorio;
• esplicitare i criteri di selezione ed esclusio- ne dei pazienti;
• attivare un sistema di valutazione, preve- dendo strumenti di misurazione e verifica.
A cura della Direzione Generale Diritti di cittadinanza e Coesione Sociale
Toscana Medica 2|2015


































































































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