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RICERCA E CLINICA 23
Figura 2a - Frattura scomposta della glena
Figura 2b - La frattura riparata a cielo chiuso con una vite metallica
nica dei muscoli estensori del polso ed è un quadro clinico fastidioso e doloroso, in particolare durante lo svolgimento di attività quotidiane abituali come sollevare una bottiglia d’acqua. L’artroscopio per- mette di visionare l’articolazione radio-omerale così da poter escludere la presenza di un’artrosi iniziale che può simulare l’epicondilite (Figura 3). Quindi sotto visione diretta si procede alla sezione del ten- dine estensore breve del carpo.
L’artroscopia consente inoltre, la cura di quadri degenerativi e post traumatici con la risoluzione di sintomi quali la rigidità, cioè la perdita dei movi- menti di flessione ed estensione del gomito. Altro utilizzo di questa tecnica è nel trattamento di qua- dri iniziali di artrosi post traumatica che si caratte- rizzano per la formazione di piccole calcificazioni ossee libere, comunemente conosciute come corpi mobili (Figura 4) che vengono facilmente rimossi con strumenti a pinza.
La nostra esperienza è iniziata e si è sviluppata negli ultimi dieci anni al CTO di Firenze nel reparto di Ortopedia Generale III che ha un indirizzo speci- fico nel trattamento della patologia cronica e acuta della spalla e del gomito. L’artroscopia ci ha consen- tito di ottimizzare il tempo di sala operatoria perché abbiamo ridotto i tempi d’intervento chirurgico e ci
ha permesso di ridurre significativamente i tempi di degenza pre e post operatoria grazie alla minima aggressione chirurgica.
CONCLUSIONI
La chirurgia artroscopica è una tecnica che con- sente la riparazione dei tessuti lesionati preservan- done la loro struttura anatomica al fine di favorire un migliore recupero funzionale.
L’artroscopia è utilizzata nel trattamento della maggior parte delle lesioni traumatiche acute degli sportivi di qualunque livello. Tale metodica consen- te una precisa individuazione e riparazione delle strutture articolari lesionate così da ottenere una “restitutio ad integrum” e quindi una guarigione completa della lesione. Nella patologia articolare cronica-degenerativa questa procedura permette un buon recupero funzionale e clinico del dolore senza però ottenere una completa guarigione delle strutture articolari modificate dalla malattia. In tutti i casi il paziente può intraprendere un più rapido percorso riabilitativo senza dimenticare che i tempi biologici di guarigione dei tessuti riparati rimango- no inalterati indipendentemente dalla tecnica, e per tale motivo non si possono accelerare i tempi di ri- torno alla completa attività sportiva agonistica. TM
Info: tucciraffa@gmail.com
Figura 3 - Pulizia dell’artrosi del capitello radiale
Figura 4 - Corpi mobili del gomito
Toscana Medica 1|2015

