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INFORMATICA BIOMEDICA 45
Gian Franco Gensini, Prof. ordinario di Med. Interna c/o il Dip. di Med. Sperimentale e Clinica della Scuola di Scienze della Salute Umana dell’Univ. di FI. Presidente del Comitato Consultivo della Scuola di Scienze della Salute Umana dell’Univ. di Firenze. Dir. del Dip. del Cuore e dei Vasi dell’AOU di Firenze. Vicepres. della Prima Sezione del Consiglio Superiore di Sanità.
stigiose riviste, quali Nature Communications e PLOS Biology. Questo successo ha indotto il Cold Spring Harbor Laboratory di New York ad attivare un servizio di pre-print specifico per la biologia, avente l’URL http://bioRxiv.org/. Gli ar- ticoli, suddivisi in sottodiscipline come la biolo- gia del cancro e l’immunologia, possono riceve- re dai ricercatori osservazioni che vengono mo- derate da esperti. Sembra quindi che gli ostacoli che impedivano ai biologi di inviare in rete gli articoli prima di una loro formale pubblicazio- ne stiano per essere superati. Resta da vedere come si comporteranno le più importanti case editrici: attualmente Nature Publishing Group accetta i pre-prints, mentre Cell Press ne sco- raggia l’invio. È presumibile che questo nuovo scenario non rimanga confinato all’ambito della Biologia, ma possa estendersi a quello della Me- dicina in generale.
Il fenomeno dei pre-prints si colloca all’in- terno della rivoluzione digitale che ha introdot- to importanti trasformazioni nelle modalità di conduzione, trasferimento e distribuzione dei risultati della scienza. Nel 2006 il chimico Jean- Claude Bradley per primo usò il termine Open Notebook Science per definire la pubblicazione in rete in tempo reale delle idee e/o dei primi dati ottenuti dalle ricerche in corso. La pubbli- cazione sul Web di tali appunti può variare da un accesso libero a uno ristretto con username e password o differenziato in base ai diversi tipi di utenti. I benefici che possono derivare da que- sto comportamento sono una maggiore visibili- tà e la possibilità di reclutare nuovi collaboratori per specifici progetti.
Un ulteriore approccio che dimostra il desi- derio da parte degli scienziati di sperimentare nuove metodologie di conduzione delle ricer- che, in nome di una maggiore partecipazione, prende il nome di Open Research. Questo mo- vimento agisce in modo simile a quello Open Source, affermatosi in anni passati nello svilup- po del software e che ha prodotto importanti risultati, come ad esempio Linux. Come lo svi- luppo di questo sistema operativo si è afferma- to attorno a una comunità di sviluppo che pro- gressivamente e in modo volontaristico rendeva disponibili liberamente e pubblicamente moduli di codice sorgente, allo stesso modo nella ricer- ca scientifica l’idea e la metodologia di studio che si intende adottare e i progressi ottenuti
vengono depositati in modo continuativo sulla rete. Ciò dà inizio a una discussione globale in cui la partecipazione di ognuno emerge indi- stintamente portando a un prodotto finale che è il contributo di numerosi gruppi di lavoro che interagiscono e collaborano intensamente tra- mite rete e a rete. Un esempio di questo approc- cio alla ricerca che ne dimostra la fattibilità da parte della comunità scientifica è stato recente- mente pubblicato nel 2011 nella rivista Nature Chemistry. Tale articolo sostiene che l’approccio Open Research velocizza il progresso scientifico adducendo come prova la partecipazione glo- bale della comunità scientifica allo sviluppo di un farmaco fuori-brevetto avente meno effetti collaterali rispetto a quello utilizzato corrente- mente: il praziquantel in forma racemica. Il pro- getto prevedeva l’isolamento dell’enantiomero attivo che consente la cura della schistosomiasi, una pandemia silente nei paesi in via di svilup- po. La sintesi del nuovo farmaco è stata possi- bile coinvolgendo numerosi centri di ricerca che hanno partecipato al progetto in modo simile a quanto avvenuto nello sviluppo del sistema operativo open source Linux.
Open Access, Pre-prints, Open Notebook Science, Open Research sono movimenti che sti- molano la crescita e la diffusione di una filosofia denominata Open Science, che tende a rendere la ricerca scientifica, i dati da essa prodotti e la loro disseminazione accessibile non solo all’am- bito accademico ma a tutti i livelli della società. Una caratteristica comune a tutti questi movi- menti è di avere una predisposizione all’aper- tura e allo scambio di idee, alla condivisione di beni comuni, di interessare i paesi occidentali e quelli in via di sviluppo come pure le diverse classi sociali, di coinvolgere numerose discipline del sapere, oltre a promuovere una cultura della trasparenza e dell’onestà.
L’innovazione prodotta dallo sviluppo delle ICT e di Internet sulla pubblicazione dei risultati ottenuti dalla ricerca scientifica è stata rapida e dirompente, andando a sostituire in pochi anni modelli consolidati nel tempo. È assai probabile che ci troviamo all’inizio di nuove trasformazio- ni di cui è attualmente difficile prevedere le fu- ture implicazioni. TM
Info: m.masoni@med.unifi.it
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Toscana Medica 1|2015


































































































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