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LETTERE AL DIRETTORE 53
Claudio Coscarella, laureato nell’aprile del 1981 con tesi di laurea in clinica neurologica. Specializzazione
in neuropsichiatria infantile Firenze 1990, Specializzazione in Psicoterapia Familiare ad indirizzo relazionale e sistemico c/o ITF di Roma e c/o ITF di Firenze dr. De Bernart R. Dal 1999 ad oggi Responsabile della UF di Salute mentale Infanzia ed adolescenza della Zona Sanitaria Isola Elba Asl 6 Livorno
Il modello toscano della salute
mentale in età evolutiva
Il sogno infranto
Il modello toscano della salute mentale in età evolutiva è quello delle équipes pluridiscipli- nari ancorate ad un territorio definito. Nate nel 1999 come unità funzionali (UFSMIA) sono circa 40 in tutta la regione ed assicurano la presa in carico e la continuità di un percorso assistenzia- le che si declina durante la crescita del minore, coerente con i problemi funzionali delle varie fasi del suo sviluppo, promuovendo costantemente l’empowerment della scuola e famiglia quali fat- tori di resilienza.
In Toscana questo modello nasce vassallo alla psichiatria degli adulti già dai progetti obiettivo regionali del 1992, con risorse residuali e colloca- to in un Dipartimento della Salute Mentale (DSM) che già dal suo varo in ambito operativo zonale- distrettuale a quello attuale (vent’anni dopo!) an- cora conserva un mandato gestionale/organizza- tivo ambiguo e non adeguato.
Difatti la salute mentale dell’età evolutiva nel modello dis-organizzativo toscano è stata capilla- rizzata in più servizi, settorializzata nei servizi delle malattie da dipendenza/Ser.T ed in quelli della di- sabilità (GOIF/UFM), diluità nelle attività consul- toriali ed adolescenziali, limitata nelle attività di prevenzione territoriale.
Il modello dipartimentale dagli anni 90 ad
oggièstatoattraversatodariformelegislativeim- portanti ma il DSM ha mantenuto la sua precaria identità gestionale per l’età evolutiva con aspetti di evidente criticità ad oggi irrisolti:
1) La risposta inadeguata all’emergenza psichiatrica e psicopatologica in preadole- scenza e adolescenza, delegata con risorse insuf- ficienti a presidi di ricovero delle università tosca- ne (Pisa, Firenze e Siena), che appare essere assai precaria.
2) Una risposta ambulatoriale con tempi di attesa non appropriati e compatibili con il timing di sviluppo del bambino per una prima visita e la conseguente presa in carico riabilitativa e psicoterapeutica del minore e della sua famiglia.
3) Una cooperazione istituzionale con la scuola inadeguata per l’integrazione scola- stica ai sensi della L 104/92 e successive integra- zioni. per assolvere i Livelli Essenziali di Assistenza del DCM del 2008.
4) Un sistema informativo di raccolta dati bizzarro (dati dell’ARS del 2010 ed 11) che evi- denzia aumenti esponenziali di incidenza e preva- lenza in alcune Zone sanitarie a fronte di altre che appaiono in decremento.
Da un decennio la Regione Toscana promuove una legislazione virtuosa di percorsi assistenziali importanti ma realizzati a macchia di leopardo e spesso solo sulla carta, senza un adeguato sup- porto di risorse di personale, in particolare di logopedisti, psicologi, educatori professionali e neuropsichiatri infantili, come dalle delibere di giunta regionale per il trattamento e l’individua- zione precoce dei Disturbi dello spettro autistico (n.1066/08, n. 699/09), per i Disturbi del com- portamento alimentare, le anoressie e le bulimie (279 /06, 441/10) e per i Disturbi dell’Apprendi- mento (1159/2012).
Il PSR approvato ora nell’anno prima della sua scadenza prospetta imminente la macro organiz- zazione delle USL toscane, sotto la spinta dell’en- nesima logica di razionalizzazione delle risorse economiche, molto lontana dai bisogni marcata- mente territoriali della Salute Mentale dei minori.
Per concludere il Modello Toscano della Salute Mentale per età evolutiva oggi mi appare come un day after (in rispettoso e solidale ricordo di eventi drammatici che hanno colpito il territorio italiano). TM
CLAUDIO COSCARELLA
Toscana Medica 1|2015