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10 OPINIONI A CONFRONTO
del loro costo, trovano oggi il loro campo di im- piego limitato a condizioni di maggiore urgen- za e severità del danno epatico o extraepatico.
GEPPETTI – Sofosbuvir sembra essere attivo sui 4 genotipi del virus C, anche se la sua ef- ficacia risulta grandemente potenziata dall’as- sociazione con altre molecole rispetto alla mo- noterapia. Tra l’altro il suo profilo di sicurezza e tossicità appare piuttosto buono.
BRUNETTO – A questo punto potrebbe esse- re lecito domandarsi: ma se siamo di fronte ad una molecola realmente in grado di eliminare l’infezione da HCV, perché è necessario ricorrere alla combinazione di più farmaci? Tale necessità si spiega con il fatto che il processo di elimina- zione del virus dal fegato non avviene in pochi giorni,marichiedeparecchiesettimane,duran- te le quali il sistema immunitario riesce a ripu- lire il fegato dalle cellule infette. Durante tutto questo tempo però deve essere efficacemente inibita la replicazione virale, senza che emer- gano varianti resistenti: per tale ragione ven- gono usate più molecole che bloccano a livelli diversi la replicazione virale. Quindi, utilizzere- mo inibitori della polimerasi virale (Sofosbuvir, Dasabuvir, inibitore non nucleosidico), della proteasi (Simeprevir, Paritaprevir/r) o del com- plesso replicativo NS5A (Daclatasvir, Ledipasvir, Ombitasvir) o il vecchio interferone e la ribavi- rina. Come epatologa a me piacerebbe potere somministrare le nuove combinazioni farma- cologiche a tutti quei pazienti che presentano uno stato di malattia ancora sostanzialmente “tranquillo”, in quanto l’intervento terapeutico garantirebbe la completa risoluzione del pro- blema epatico. Insomma, il paziente potrebbe per sempre dimenticarsi dell’epatologo!
DE LUCA – Ciò che colpisce il clinico è l’elevata tollerabilità del farmaco a fronte di una poten- za antivirale che non eravamo abituati a vede- re. Gli effetti collaterali di sofosbuvir sono quasi assenti e per lo più causati dai farmaci usati necessariamente in associazione come la ribavi- rina o altri nuovi farmaci ad azione diretta anti- HCV. I pazienti con epatopatia avanzata, sin- tomatici, talvolta riferiscono una riduzione dei sintomi associati alla malattia. L’abbattimento della viremia avviene per lo più dopo una-due, massimo 4 settimane. L’eradicazione del virus nei pazienti richiede tuttavia per il momento trattamenti di 12-24 settimane, a seconda dei genotipi virali, dello stadio di malattia e della storia terapeutica e soprattutto necessita asso- ciazioni con altri farmaci antivirali.
TOSCANA MEDICA – Torniamo a parlare di farmacoeconomia. È ipotizzabile usare gli stru- menti dell’Health Technology Assessment lungo tutto il percorso di una terapia di nuova conce- zione? In questo settore cosa succede in Tosca- na dove all’interno dei LEA vengono concessi farmaci (ad esempio oncologici) in altre Regioni non erogati a carico del servizio sanitario?
MESSORI – AIFA, pur in ritardo di molti anni rispetto ad altri Paesi, ha finalmente dichiarato che il criterio-guida per la determinazione del prezzo di un farmaco nel nostro Paese deve es- sere in primo luogo il beneficio clinico che il farmaco è in grado di produrre a livello di po- polazione. Ovviamente questo criterio di “be- neficialità” si riversa trasversalmente non solo nel campo dell’epatite C, ma anche in quello oncologico, cardiovascolare e nell’immenso settore dei dispositivi medici, creando non po- chi problemi a chi deve decidere come allocare le risorse.
Il beneficio a cui fa riferimento AIFA deve essere considerato in termini tecnico-numerici (e non in termini narrativi), al fine di produrre quanta più salute possibile a livello di popola- zione garantendo allo stesso tempo la migliore qualità della vita ai malati. Per questi motivi al decisore servono robuste evidenze cliniche sulle quali orientare le proprie scelte. Proprio in que- sto periodo ciò sta accadendo nella “compe- tizione” tra i nuovi farmaci oncologici e quelli contro il virus C per i quali le evidenze di bene- ficio sono proposte come base per “reclamare” la rispettiva rimborsabilità. Al pari di tanti altri Paesi, anche in Italia sarebbe giusto iniziare ad utilizzare una sorta di “tariffario dei benefici”, scientificamente rigoroso e basato sul valore clinico di una data molecola o dispositivo di nuova concezione.
TOSCANA MEDICA – Dottor Pestelli come si potrebbero compendiare in un atto ammini- strativo i principali concetti fino ad ora esposti?
PESTELLI – Credo che sarebbe onestamente impossibile, alla luce del momento storico che stiamo attraversando. Il legislatore potrebbe però basare le proprie decisioni su alcuni con- cetti che vorrei riassumere.
In primo luogo anche per quanto riguarda l’allocazione delle risorse destinate ai farmaci contro l’infezione da HCV si deve necessaria- mente ragionare secondo logiche di medio-lun- go termine, tenendo sempre presente la possi- bilità che un giorno venga dimostrato inequi- vocabilmente che queste molecole dovrebbero
Toscana Medica 7|2015

