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18 QUALITÀ E PROFESSIONE
Figura 2 - Speranza di vita alla nascita per genere nella ASF. (Fonte: Agenzia Regionale di Sanità Toscana- ARS)
fascia di età 75-84 anni e 2,2 in quella oltre gli 85 anni. Tale andamento è la conseguenza della nota maggior precocità dei decessi tra gli uomini.
L’indice di vecchiaia, ovvero il rapporto tra il numero di abitanti di ultra-65enni e quelle di età fino a 14 anni sintetizza bene la diver- sa composizione per età dei 2 generi: per gli uomini abbiamo infatti 1,57 anziani per ogni ragazzo < a 14 aa, mentre per le donne il rap- porto è di 2,29.
Alcuni indicatori dello stato di salute
La speranza di vita alla nascita mostra un vantaggio delle donne in termine di durata del- la vita, raggiungendo un valore superiore agli 85 anni nelle donne e di quasi 81 anni negli uomini (Figura 2), dati superiori a quelli medi regionali. Dal momento che negli ultimi anni si è assistito ad un trend di crescita di questo pa- rametro che è risultato più accentuato nel ge- nere maschile, la differenza D/U che nel 1995 era di 6,1 anni nel 2011 è risultato ridotto con un valore di 4,5 anni.
Anche la speranza di vita a 65 anni, sempre in crescita almeno dalla metà degli anni ’90, mostra un vantaggio del genere femminile di 3.5 anni (2011, donne: 22,6 anni; uomini: 19,1 anni).
Un quadro diverso del rapporto dello stato di salute tra i due generi viene fornito da un al- tro indicatore: la “speranza di vita in buona sa- lute alla nascita” (o anni vissuti in buona salute - Healthy Life Years, HLY). Questo rappresenta il numero medio di anni che una persona, nata in uno specifico anno, ha la probabilità di vivere in condizioni di buona salute, tenendo conto del- la dimensione soggettiva (come una persona valuta il proprio stato di salute). In questo caso la situazione si inverte e le donne mostrano uno svantaggio rispetto agli uomini. Infatti i dati ita- liani del 2011 pubblicati da EUROSTAT stimano un numero di HYL inferiore nelle donne (62,7 anni, rispetto ai 63,4 degli uomini). Anche a 65
anni gli HYL permangono più bassi nelle donne (7,0 anni, rispetto ai 8,1 degli uomini). In par- ticolare l’indicatore mostra come meno di 1/3 degli anni (31,0%) che rimangono da vivere alle donne a 65 viene passato in buona salute, ri- spetto ad un valore considerevolmente più alto negli uomini (43,3%). Lo svantaggio femminile in termini di salute percepita è confermato dai dati dello studio PASSI: guardando il dato spe- cifico della nostra ASL, si rileva una percentuale significativamente più bassa di persone che si dichiarano un completo stato di buona salute tra le donne rispetto agli uomini loro coetanei (Figura 3).
I tassi di mortalità per tutte le cause sono inferiori nelle donne sia considerando la curva dei tassi specifici per età (Figura 4), dove la dif- ferenziale si comincia ad apprezzare in maniera più evidente dopo i 65 anni, sia considerando i tassi standardizzati per età. Questi ultimi sono circa il 37% inferiori nelle donne rispetto agli uomini (478,8 vs 757,5 decessi per 100.000 abitanti). Comunque, nella nostra ASF, i tassi di mortalità standardizzati per età sono signifi- cativamente più bassi dei valori medi regionali per entrambi i generi, essenzialmente a causa di una ridotta mortalità cardiovascolare rispetto al resto della Regione.
Interessante la valutazione dei tassi di ospe- dalizzazione per tutte le cause: abbiamo infatti
Figura 3 - Studio PASSI, campione ASF, anni 2010-13, età 18-69 anni: percezione del proprio stato di salute per ge- nere. (fonte: Dipartimento di prevenzione ASF)
Toscana Medica 7|2015

