Page 7 - Toscana Medica
P. 7

OPINIONI A CONFRONTO 7
Pierangelo Geppetti
danno epatico, che per molto tempo è silente, possono pesantemente condizionare la qualità della vita dei malati anche in fasi meno evolute.
Non bisogna poi dimenticare che l’evoluzio- ne del danno epatico e di quello extraepatico possono non procedere di pari passo e che sia diagnosticato solo uno dei due poblemi. Così, ad esempio, può accadere che la sintomatolo- gia clinica di una cirrosi epatica, magari molto sfumata o addirittura ancora assente, finisca per venire in qualche modo “trascurata” a beneficio di una manifestazione extraepatica dirottando il paziente verso specialisti non epatologi, con ritardi nel corretto approccio terapeutico.
Per fare un esempio di quanto detto, nella popolazione dei soggetti HCV positivi segui- ti dal nostro Centro il 57% è risultato affetto da crioglobulinemia mista, cioè presenza nel sangue di crioglobuline (immunocomplessi autoanticorpo e autoantigene) e, di questi, il 30% mostrava una sintomatologia clinica di pertinenza reumatologica, dermatologica, ne- frologica o neurologica in varia combinazione. A questo si associano i disturbi, relativamente frequenti, della sfera psichica, con la comparsa di stati d’ansia o francamente depressivi.
DE LUCA – Un programma serio di tratta- mento dell’infezione da HCV con i nuovi far- maci efficaci non può prescindere da una pro- grammazione che tenga conto della prevalenza dell’infezione. Come già illustrato dai colleghi, il nostro paese deve rapidamente colmare una mancanza di aggiornamento e di affidabilità dei dati di prevalenza. A mio avviso sono due gli interventi più urgenti in questo senso. Il pri- mo è quello di una rapida conta dei pazienti con infezione da HCV in carico presso le strut- ture specialistiche, azione già intrapresa ma che siamo consapevoli fornirà necessariamen- te una sottostima, dato il fenomeno del som- merso: tuttavia esso fornirà una stima iniziale dei pazienti “noti”. Un secondo e non meno urgente è quello di una rilevazione campiona- ria rappresentativa che fornisca una stima più affidabile della prevalenza complessiva. Questo secondo intervento, complementare al prece- dente, permetterà di effettuare una più accura- ta programmazione degli screening finalizzati all’emersione dell’epidemia “sommersa” e di stimare la necessità terapeutica complessiva, anche allo scopo di interventi più decisivi volti all’eradicazione dell’infezione a livello di popo- lazione di intere regioni.
TOSCANA MEDICA – Partendo dall’alta fre- quenza di infezione nei “baby-boomers” ricor-
data in precedenza, quali sono le azioni di pre- venzione ad oggi messe in pratiche e quelle da attuare in futuro?
ZIGNEGO – I “baby boomers”, per il partico- lare periodo storico, hanno sperimentato una serie di situazioni che certamente hanno favo- rito la diffusione dell’infezione quali, ad esem- pio, l’indisponibilità di siringhe monouso, la scarsa attenzione al cambio delle lame dei rasoi da parte dei barbieri, il sempre più frequente ricorso a droghe per via endovenosa ed il pro- gressivo aumento di pratiche quali il piercing ed i tatuaggi eseguite in situazioni igieniche non ottimali. A questo si associano ovviamente l’enorme problema delle trasfusioni di sangue scarsamente controllate fino al 1992, cioè pri- ma della disponibilità di test validi per testare l’infettività delle sacche di sangue.
Oggi la prevenzione dell’infezione si basa soprattutto sulla grande accuratezza nella ge- stione complessiva degli emoderivati, nelle campagne di sensibilizzazione mirate ad evita- re comportamenti a rischio, nell’aumento della consapevolezza in materia di operatori quali dentisti, tatuatori ed estetiste. Storicamente di grande utilità è stato, a tal proposito, il cosid- detto “effetto AIDS”, cioè il riflesso positivo, sulla prevenzione della diffusione dell’infezione HCV, delle pratiche messe in atto per la preven- zione della diffusione dell’infezione da HIV.
BRUNETTO – La diffusione di dispositivi mo- nouso in ambito medico, ha certamente ridotto di molto la circolazione del virus e proprio la scomparsa delle siringhe di vetro (che venivano spesso utilizzate dopo sterilizzazione somma- ria), ha permesso di contenere la grande epide- mia che ha colpito l’Italia negli anni 1950-1970.
TOSCANA MEDICA – Quale è la situazione della ricerca in campo vaccinale?
BRUNETTO – Il vaccino contro l’HCV è sta- to oggetto di ricerca per anni proprio da par- te dello stesso gruppo di scienziati, che aveva identificato il virus: seppure con enormi difficol- tà legate all’eterogeneità virale è stato possibile sviluppare un vaccino in grado di ridurre il tasso di infezione, ma sopratutto di evitarne la croni- cizzazione. Tuttavia, questo filone di ricerca è andato progressivamente abbandonato, quan- tomeno dalle grandi multinazionali, a causa dello sviluppo di farmaci sempre più efficaci, in grado di curare un’altissima percentuale di pazienti con brevi cicli terapeutici. Ad oggi lo studio sui vaccini prosegue presso alcuni grup-
Andrea Messori
Nicolò Pestelli
Anna Linda Zignego
4 Ordinario di Farmacologia Clinica dell’Università degli Studi di Firenze
5 Responsabile del settore HTA di ESTAR
6 Direttore di ESTAR
7 Direttore del Centro di Epatologia MASVE dell’AOU Careggi di Firenze
Toscana Medica 7|2015


































































































   5   6   7   8   9