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OPINIONI A CONFRONTO 11
gnificativi della sopravvivenza soprattutto nelle forme più avanzate non suscettibili di interven- to chirurgico.
LENA – Non vi è dubbio che le recenti acquisi- zioni riguardo la caratterizzazione biologica per lo stato mutazionale di EGFR nonché la valuta- zione della traslocazione di ALK stanno aprendo scenari decisamente innovativi rispetto al passa- to. La mutazione di EGFR presente nei pazienti soprattutto di sesso femminile e non fumatori nel circa il 20% dei casi e la traslocazione di ALK, meno rappresentata, sono una parte, esigua, di altre mutazioni quali KRAS, BRAF, HER2 e altre ancora che saranno bersaglio specifico di far- maci che sono già nelle pipe-line dell’industria farmaceutica. La determinazione di queste al- terazioni è rilevante proprio per la presenza di farmaci a bersaglio specifico quali gli inibitori TK di EGFR (gefitinib, erlotnib ed afatinib) o altri attivi in presenza di traslocazione di ALK o ROS1 (crizotinib). Tra gli inibitori di TK di EGFR, afati- nib si è rivelato attivo in particolare in pazienti con mutazione presente sull’esone 19 del gene EGFR. In assenza di tali alterazioni molecolari il trattamento rimane di tipo chemioterapico ed i farmaci di prima scelta rimangono i deriva- ti del Platino, il pemetrexed, la vinorelbina e il docetaxel. La possibilità di trattare il tumore del polmone con farmaci target specifici ha cam- biato notevolmente le percentuali di risposta al
trattamento, la durata della sopravvivenza e la qualità di vita in considerazione della minore tossicità rispetto alla chemioterapia. Sostanzial- mente possiamo affermare che soggetti mutati avranno, a differenza che nel passato, prognosi migliori.
TOSCANA MEDICA – Precisiamo i concetti adesso esposti, tenendo presente la sostenibili- tà da parte dei sistemi sanitari di queste terapie: ad oggi quanti sono fra i pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule quelli eleggibili per il trattamento con gli inibitori di EGFR e della traslocazione ALK?
LANINI – In Italia i pazienti con nuova diagno- si di tumore del polmone non a piccole cellule sono circa 38.000 all’anno, 12% dei quali EGFR mutati e 5% con traslocazione ALK, quindi potenzialmente suscettibili di rispondere posi- tivamente alla terapia specifica. In Area Vasta Centro Toscana questi soggetti sono circa 140 all’anno. I costi di queste terapie oscillano tra i 1800 ed i 2400 euro al mese per malato.
CHELLA – Si tratta senza dubbio di cifre signifi- cative che però devono essere inquadrate in un contesto di cura più generale. In primo luogo queste nuove molecole presentano effetti colla- terali molto minori rispetto agli antiblastici tra- dizionali e questo sicuramente riduce i costi in
Toscana Medica 5|2015


































































































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