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OPINIONI A CONFRONTO 13
carcinoma polmonare non a piccole cellule. Si tratta nella quasi totalità di composti ad azione selettiva su specifici bersagli tumorali, con in- dice terapeutico superiore agli agenti chemio- terapici tradizionali e potenzialmente utili al trattamento di questa neoplasia.
FONTANINI – Vorrei concludere ricordando che in Toscana negli ultimi anni sono stati fat- ti grossi passi in avanti nell’approccio alla ma- lattia tumorale del polmone, strutturando un percorso diagnostico-terapeutico centrato sulla identificazione di alcuni Centri di riferimento che permettono la presa in carico complessiva di questa classe di malati.
ANTONIO PANTI
Innovazione e sostenibilità
I tumori del polmone erano una entità rara fino a un secolo fa, ma sono andati rapida- mente aumentando fino a rappresentare oggi una delle cause più frequenti di mortalità on- cologica, la terza negli uomini e la sesta nelle donne.
Purtroppo, nonostante i progressi della chi- rurgia e della chemioterapia la sopravvivenza a 5 anni è decisamente bassa anche se va au- mentando. Il rapporto con il fumo è una asso- luta certezza causale, ma la stabilità dell’inci- denza, nonostante la diminuzione del numero dei fumatori, fa emergere l’importanza di altri fattori di rischio prevalentemente industriali o da inquinamento dell’aria. Di fronte a costi umani e sociali così elevati, l’arma migliore re- sta la prevenzione e quindi la lotta al fumo, che tuttavia si svolge con alti e bassi nella so- cietà. Oggi l’impegno finanziario per i Centri antifumo è piuttosto scarso e il tabagismo è in aumento purtroppo negli adolescenti. In effetti sfatare il mito della sigaretta come af- fermazione sociale non è facile, nonostante i divieti e un incremento del senso di riprovazio- ne per chi fuma. I tumori del polmone sono anche un esempio di medicina di genere per- ché il quadro genetico è parzialmente diverso particolarmente nelle donne non fumatrici. Per affrontare una malattia così complessa occorre un percorso diagnostico e terapeutico articola- to e ben rodato e possiamo dire che in Toscana i team oncologici sono piuttosto efficienti, il rapporto con il medico di medicina generale abbastanza soddisfacente e i tempi di attesa e l’efficacia degli interventi fibrobroncoscopici del tutto ragionevoli. Qualche problema vi è in alcune zone nei tempi di risposta anatomo-pa- tologica, non tanto nella citoassistenza ma per l’individuazione delle mutazioni genomiche es- senziali per l’intervento terapeutico. Insomma tutto è perfettibile e forse il sistema deve esse- re ancora potenziato, in particolare nella pre-
venzione e nei Centri di alta specializzazione, ma nell’insieme la nostra regione presenta un sistema virtuoso. Tuttavia, come hanno fatto notare i nostri esperti, la diagnostica biomole- colare è sempre più importante ed è purtroppo costosa e non può essere eseguita altro che in pochissimi Centri per cui si aggiungono anche le problematiche del trasporto. Tuttavia i tempi di risposta vanno migliorando e in tal modo si possono definire i target esatti dei pazienti che saranno sensibili alle terapie innovative. Queste terapie non portano a una riduzione della mor- talità ma a un cambiamento del controllo del- la malattia metastatica. Il tumore individuato precocemente e trattato, quando è possibile, con i nuovi farmaci presenta una sopravviven- za più lunga con una qualità di vita migliore. Le nuove chemioterapie quindi si rivolgono a soggetti che hanno recettori chiave per queste sostanze, gli inibitori della tirosinchinasi, del GFR e della traslocazione ALK. Se il paziente ha il recettore giusto l’effetto è almeno nel 60% dei casi.
Ora i tumori polmonari non a piccole cellule così aggredibili hanno una incidenza di circa 150 all’anno nella Regione Toscana, con un costo unitario di oltre 20 mila euro l’anno. Tut- tavia, anche nei pazienti anziani i risultati sulla qualità della vita sono molto buoni. Insomma ci troviamo di fronte ad un esempio di target therapy, cioè di cure basate su farmaci perso- nalizzati. Il motto è sempre il solito. Dare il far- maco giusto al paziente giusto con la migliore tempistica. Col tempo sarà possibile individua- re anche meccanismi di resistenza al farmaco e quindi giungere, affrontando i vari cloni onco- logici, ad una cronicizzazione anche di questa malattia. Di fronte ai costi umani e sociali di un caso abbandonato a se stesso è evidente che il beneficio anche economico esiste. Resta da valutare la sostenibilità complessiva del servizio di fronte a questo tipo di innovazione. TM
Si ringrazia Boehringer Ingelheim
per aver contribuito alla realizzazione della presente pubblicazione
Toscana Medica 5|2015


































































































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