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12 OPINIONI A CONFRONTO
termini di terapie adiuvanti, ricoveri in ospedale, giornate lavorative perse, aumento della qualità complessiva della vita.
FONTANINI – Il basso numero di pazienti po- tenzialmente eleggibili per la “target therapy” identificati ad oggi in Toscana è legato in parte anche al fatto che per adesso non sono dispo- nibili molecole in grado di colpire selettivamen- te le forme legate alla mutazione del gene K- RAS che rappresentano invece circa il 20-50% dei casi di neoplasia polmonare non a piccole cellule.
LANINI – Indubbiamente quando si riesce ad individuare la “chiave” giusta per determinate “serrature”, i risultati non si fanno attendere. È quanto, ad esempio, recentemente emerso in uno studio multicentrico (Lux-lung 3) che ha messo a confronto il più recente inibitore delle tirosinchinasi (afatinib) con alcuni chemiote- rapici tradizionali: limitatamente ad un sotto- gruppo di pazienti (affetti da adenocarcinoma, EGFR mutato, con mutazione dell’esone 19) ha dimostrato un vantaggio assoluto in termini di overall survival del biologico rispetto alla che- mioterapia standard.
LENA – Indubbiamente stiamo impiegando molte risorse nel trattamento di questa pato- logia con risultati modesti. I nuovi farmaci a target molecolare, sono più costosi della che- mioterapia, ma hanno certamente un rapporto costo-beneficio positivo, e i dati lo dimostrano, se impiegati in modo corretto sul paziente che presenta una malattia con un preciso profilo biologico. Infatti il rapporto costo-beneficio deve tenere in considerazione la possibilità di identificare il sottogruppo di pazienti con fat- tori predittivi di risposta al trattamento. Credo che ci debba augurare solo di avere presto a disposizione farmaci utili anche nelle altre mu- tazioni.
TOSCANA MEDICA – Dal punto di vista della medicina generale quale è la qualità di vita di questi pazienti?
MUGNAI – Seppure in assenza di dati certi devo dire che, per esperienza personale, da cir- ca 10-15 anni a livello della medicina generale si vedono sempre meno pazienti con tumore polmonare che prima del decesso sono costret- ti ad una vita qualitativamente molto scadente. Oggi si tratta di soggetti, per lo più anziani, che riescono a tenere bene sotto controllo l’even- tuale comorbilità associata alla condizione neo- plastica garantendosi condizioni di vita quasi sovrapponibili a quelle precedenti la diagnosi.
CHELLA – Il miglior controllo possibile della malattia ed il mantenimento di una qualità di vita soddisfacente rappresentano senza dubbio gli obbiettivi principali delle “target therapies” ricordate in precedenza. Oggi le moderne istan- ze terapeutiche dell’Oncologia si indirizzano sia verso l’aggressione mirata sulle caratteristiche del singolo tumore che verso il potenziamento delle capacità di risposta immunitaria da parte dell’organismo colpito.
TOSCANA MEDICA – Anche se i medici han- no scarsa possibilità di incidere sul costo dei far- maci, possono tuttavia essere più o meno certi che le loro scelte di cura risultino il più efficaci possibili: in pratica il farmaco giusto al giusto paziente, secondo il concetto delle ormai cele- bri “target therapies”. Nel caso del tumore del polmone non a piccole cellule, in cui come ab- biamo visto i numeri dei malati non sono poi così rilevanti e le mutazioni genetiche molto numerose, come si può essere ragionevolmente certi di avere scelto per un determinato sogget- to la terapia per lui veramente utile?
FONTANINI – La certezza viene dalla consta- tazione che almeno in Toscana abbiamo dei Centri nei quali la diagnostica delle alterazioni molecolari rappresenta una pratica clinica quo- tidiana e dalla sempre maggiore disponibilità di strumentazioni che consentono di analizzare contestualmente centinaia di geni con abbatti- mento significativo dei costi rispetto anche ad un passato neppure troppo lontano.
LANINI – La ricerca tra l’altro è oggi indirizzata ad identificare strategie nuove che permettano di aggirare i meccanismi di resistenza ai farma- ci biologici (che inevitabilmente sopraggiunge dopo circa 14 mesi), passando da un effetto terapeutico del farmaco (70% di risposte obiet- tive e vantaggio assoluto in sopravvivenza di ol- tre 30 mesi) alla possibilità di stabilizzare que- sto effetto rendendolo definitivo.
MINI – Sebbene siano oggi disponibili mole- cole particolarmente efficaci come ad esempio afatinib, il problema della resistenza tumorale è molto importante. Sperare di eliminarlo in ma- niera completa appare oggettivamente poco realistico. Lo sviluppo di nuovi farmaci inibito- ri selettivi di cloni cellulari tumorali resistenti, che permettano di colpire la malattia ad ogni sua nuova mutazione, può rappresentare una strada percorribile nell’intento di cronicizzare la malattia. Nel mondo al momento sono in corso di sperimentazione clinica dalla fase 1 alla 3 ol- tre 800 molecole di interesse oncologico e oltre 100 di queste sono studiate per la terapia del
Toscana Medica 5|2015


































































































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