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38 RICERCA E CLINICA
da fumo e alcool più tipici dell’anziano, dall’al- tro, aumentano quelli HPV-correlati che si pos- sono presentare in pazienti più giovani e senza i tipici fattori di rischio, vista la attuale grande promiscuità sessuale. Si sta parlando così di una sorta di “epidemia” tumorale da HPV. In- fatti sono stati riportati casi di carcinomi oro- faringei sviluppatisi in un breve periodo dopo una diagnosi di HPV genitale. Inoltre è stato documentato un rischio significativamente più alto di carcinomi orofaringei in mariti di don- ne affette da HPV genitale e lo sviluppo di car- cinomi orofaringei in partners di pazienti HPV positivi (con riscontro dello stesso tipo di HPV) trasmessi in un breve periodo di tempo. Sor- prendente inoltre l’evenienza di casi di coppie colpite simultaneamente da carcinomi tonsillari HPV16-indotti. È stato dimostrato inoltre che le pazienti con carcinoma in situ della cervice ute- rina hanno un più alto rischio di sviluppare un carcinoma orofaringeo. L’aumento di probabili- tà di reperire l’HPV nel cavo orale è direttamente proporzionale al numero di partners sessuali. Si assiste in particolare al raddoppio del rischio di un carcinoma orofaringeo da HPV se il numero di partners di sesso orale è da 1 a 5 che quin- tuplica se è tale numero è maggiore di 6. Ulte- riori fattori di rischio per HPV oncogenico sono: giovane età, sesso maschile, fumo, condilomi genitali e immunodepressione.
I carcinomi HPV-indotti del distretto ORL si presentano generalmente in fase più avanzata e con ampie metastasi linfonodali ma hanno una migliore prognosi. Infatti hanno una migliore risposta alla Radioterapia per l’incapacità di ri- parare i danni al DNA e l’induzione di apoptosi
Papilloma schneideriano della fossa nasale destra.
Esiste un’evidenza che, viceversa agli altri tumori HPV-indotti, i papillomi Schneide- riani naso-sinusali HPV-positivi hanno una prognosi peggiore con un maggior numero di recidive e maggiore rischio di trasforma- zione maligna.
e una minore tendenza alle recidive locali. An- cora non sono presenti linee guida ben definite per, possibilmente, alleggerire il trattamento dei carcinomi HPV-indotti rispetto ai carcinomi HPV- negativi in quanto non vi sono ancora studi trial randomizzati in termini di outcome, stratificati per tumori HPV-relati e non.
In futuro i carcinomi HPV correlati potrebbe- ro beneficiare di nuovi trattamenti immunotera- pici rivolti alle oncoproteine E6 e E7 per indurre l’apoptosi delle cellule maligne infette da HPV in quanto tutte esprimono le proteine E6 ed E7.
È auspicabile che in futuro la vaccinazione con Cervarix o Gardasil delle bambine dagli 11- 12 anni di età determini una riduzione anche dei carcinomi del distretto ORL, come già avve- nuto per il carcinoma della cervice uterina ma, così, potrebbe porsi anche il quesito della vacci- nazione maschile.
Inoltre, in futuro, la ricerca di HPV carcino- genici (in particolare l’HPV 16) nella saliva po- trebbe individuare pazienti a rischio di carcino- mi del distretto ORL, da sottoporre pertanto a controlli nel tempo.
In conclusione, sarebbe auspicabile una at- tenta visita ORL in tutti i pazienti con HPV geni- tale e i loro partners. Sarebbe opportuno anche dissuadere dal fumare chi ha avuto un HPV ge- nitale.
Quando reperiti, i papillomi vanno asportati con ricerca e tipizzazione dell’HPV di modo da definire la necessità o meno di eventuali ulteriori controlli periodici in base al tipo di HPV riscon- trato. TM
Info: isabellefinistorchi@tiscali.it
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Toscana Medica 5|2015


































































































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