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LETTERE AL DIRETTORE 39
BIANCAMARIA ELIA
Gli effetti delle disuguaglianze sulla salute
La Collega, che ringrazio a nome di tutti per il lavoro che svolge, segnala un altro gravissimo esempio delle conseguenze sulla salute delle disuguaglianze sociali, che diventano in realtà una sconfitta per la società e dei principi che ispirano il Codice Deontologico e la Costituzione.
Medico Volontario, Ambulatorio Stenone Firenze. Nel 2014 esperienza presso l’ospedale di Wolisso (Etiopia) con medici CUAMM per un progetto antitubercolare sul territorio.
Sono un medico dell’ambulatorio Stenone di Firenze da più di 20 anni. Prendo spunto dall’articolo del dott. Marco Zuppiroli compar- so su Toscana Medica n. 2 del febbraio 2015 per segnalare due situazioni che ritengo va- dano messe a fuoco con urgenza, sperando che l’Ordine si faccia tramite presso gli organi competenti della Regione affinché ne rivedano l’impostazione. Mi riferisco alla condizione dei pazienti con STP (Stranieri Temporanemente Presenti) e a quella dei pazienti italiani senza fissa dimora.
Il tesserino STP consente ai cittadini extraco- munitari irregolari di usufruire di quattro am- bulatori sul territorio (cinque con lo Stenone). I cittadini italiani iscritti al SSN scelgono invece un medico, con tracciabilità della prestazione sanitaria.
Mi sembra evidente che coloro che usufrui- scono del STP devono essere messi nella stessa condizione, scegliendo un ambulatorio solo, non muovendosi liberamente in cinque, con moltiplicazione incontrollata di visite, analisi e prescrizioni.
Ho riflettuto su questa situazione quando ho individuato, proprio allo Stenone, due casi, in cui gli stessi pazienti, contando sul fatto di trovare sempre un medico diverso (noi come volontari facciamo i turni) si sono ripresentati a distanza di pochi giorni con lo stesso foglio di dimissione ospedaliero, chiedendo la stessa prescrizione. In un caso il farmaco richiesto era l’Enantone (!!!) che la paziente, sempre con STP aveva già fatto per anni e doveva fare per 6 mesi.
La giustificazione è stata ”Devo farlo per 6 mesi. Devo tornare in Albania, quindi me ne dia almeno altre due confezioni” ...
Ho segnalato la situazione al dirigente, per- ché allertasse una vigilanza tra i medici, ma mi si è aperta una serie di interrogativi...
Se l’STP è organizzato come ora, i pazienti possono comunque fare il carico di farmaci at- traverso i vari ambulatori a cui hanno accesso: sia per uso personale (comunque improprio), sia per traffico di farmaci (pensiamo a quanto costa l’Enantone!).
D’altro canto aumentano sempre di più allo Stenone i pazienti italiani che, per aver perduto lavoro, casa e residenza, hanno perso l’iscrizio- ne al SSN.
Sono pazienti, come loro stessi dicono, che hanno lavorato, pagato le tasse; in genere ultra- sessantenni con patologie croniche. Non solo si trovano per la strada ma anche senza il SSN. Ma è vergognoso!
Un ambulatorio come lo Stenone non può fornire un’assistenza nemmeno lontanamente paragonabile a quella nazionale, incominciando dal fatto che non garantisce la presenza quoti- diana del medico né la continuità terapeutica.
Recentemente abbiamo avuto un uomo di 65 anni fibrillante cronico in terapia con Coumadin che per tre anni si è trascinato per strada con rischio di cadute e noi siamo chiusi durante le vacanze... Un altro iperteso impor- tante necessita di studio della funzionalità rena- le, che noi non possiamo fare, ecc.
Prego vivamente di considerare con estrema serietà la gravità di questa situazione, trovando il modo:
• di mantenere l’assistenza sanitaria nazio- nale ai pazienti italiani senza fissa dimora (ma- gari con un ITP (Italiano temporaneamente pre- sente) analogo all’STP;
• di far scegliere a coloro che usufruiscono dell’STP un ambulatorio solo, evitando di favori- re sprechi incontrollati e incetta di farmaci e di- stribuendo con diverso criterio le risorse umane ed economiche a disposizione. TM
Toscana Medica 5|2015

